Best seller al primo posto nella classifica dei libri più letti in Francia, best seller tra i primi dieci indicati dal New York Times, “Sodoma”, il libro-inchiesta del sociologo, giornalista, ricercatore e fine intellettuale francese Frédéric Martel, è uscito in Italia, edito da Feltrinelli – non senza difficoltà e con poca visibilità – dallo scorso Febbraio ed è stato presentato a Genova ieri, in un incontro organizzato dall’Arcigay con lo stesso autore nel Teatro di Stradanuova. Si tratta, infatti, di un libro che imbarazza il Vaticano, ritratto come la “più grande comunità gay del mondo”, dopo 4 anni di ricerche, 300 le pagine di fonti, 1500 persone intervistate, tra cui 41 cardinali, 52 vescovi e monsignori, 45 nunzi apostolici e ambasciatori stranieri e oltre 200 sacerdoti e seminaristi. Abbiamo intervistato Martél, che ci ha parlato anche della Curia di Genova, in particolare di Monsignor Bertone e Monsignor Bagnasco.
“Sodoma” è un’inchiesta durata 4 anni, dall’approccio sociologico, nella quale emerge che il Vaticano sarebbe “una delle più grandi comunità omosessuali al mondo": è così?
Non ho la pretesa che sia un libro strettamente accademico, è qualcosa su cui ho già scritto, ma è un’inchiesta giornalistica seria, con oltre 300 pagine di fonti, che ho usato seguendo il metodo e le regole sociologiche, perché penso che se un Cardinale o un Vescovo o un prete sono omosessuali non sia qualcosa di casuale, bensì un processo di selezione che fa sì che la Chiesa attiri verso di sé e recluti un gran numero di omossessuali. Questo è l’argomento del libro ed è questo che bisogna capire, perché il mio scopo non è fare outing dei singoli appartenenti al clero, ma dell’istituzione ecclesiastica stessa, in quanto legalmente questo pone dei problemi e mi pone un problema a livello morale. In questo libro parlo un po’ di tutti, parlo di Bagnasco e di Bertone, che qui a Genova conoscete bene, ma non parlo automaticamente della loro vita privata, mentre faccio un outing di persone morte da tempo o per le quali è già stato fatto o di persone accusate di abusi su ragazzi o minori. Quando si scrive un libro di questo tipo si sanno tre cose: che non si può scrivere tutto, anche se si hanno le prove; che non si può capire tutto, perché il Vaticano è complesso e pieni di intrighi e contraddizioni – e ciò fa sì che ci siano ancora misteri, per cui si deve essere prudenti - e che si sarà attaccati.
Ha citato Bagnasco e Bertone, che ha intervistato…
Ah sì, sono due ‘eroi’ del mio libro! Avete molta fortuna a Genova, perché avete avuto sia il Cardinale Bagnasco che il Cardinale Bertone. Entrambi hanno svolto un ruolo centrale nel sistema del Vaticano e della Conferenza Episcopale Italiana e in entrambi i casi si tratta di persone che avevano entourage composti da omosessuali: il che è paradossale se si considera che la posizione di entrambi era fortemente omofoba sia per Bagnasco quando era a capo della CEI sia per Bertone quando era segretario di Stato Vaticano. Quando ho intervistato Bagnasco si è presentato con i suoi assistenti: molto gentile e molto profumato… (ride ndr)
Nel libro descrive il Vaticano come costituito da un “sistema”: come funziona?
Non sappiamo esattamente che cosa accada all’interno del Vaticano, è molto più facile che ci sia uno scandalo esterno, come gli abusi sessuali che avvengono all’esterno o da parte di persone che non sono più nella Chiesa, mentre è molto difficile avere testimonianze di persone che sono dentro. Penso che viga anche lì lo “ius primae noctis”, un obbligo all’obbedienza; inoltre in Vaticano tutti mentono: una delle organizzazioni che parla più di verità, mente su tutto. È difficile capire che cosa accada tra un prete e un vescovo o un cardinale e un assistente e così via: ci sono ad esempio molte relazioni di Cardinali con i loro assistenti, relazioni tra preti e suore e a volte anche stupri. È un’organizzazione molto complessa, di tipo verticale, dove tutti obbediscono a chi si trova sul gradino superiore al loro, e l’omosessualità, che è orizzontale, va a infrangere questa gerarchia verticale. La maggior parte dei casi di scandali e intrighi degli ultimi anni è dovuto proprio allo scontro tra verticalità e orizzontalità.
C’è un aspetto che forse fa più discutere di altri: e cioè la tesi secondo cui i sacerdoti italiani avrebbero avuto la vocazione solo per poter vivere più liberamente la propria omosessualità.
Non si tratta di un caso, non riguarda un Cardinale piuttosto che un prete, ma si tratta di un fenomeno sociologico: se si è omosessuali negli anni Cinquanta in un paesino italiano, o anche in una grande città come Genova, e in una famiglia borghese, la vita è un inferno, si è la vergogna della famiglia: vi prendono in giro per la voce effeminata, per come vi vestite, perché non volete sposarvi, non siete attratti dalle donne e questo è un problema. Diventando preti, invece, il problema si trasforma nella soluzione: si vive tra uomini, si può cantare con voce acuta o mettersi un vestito, gli amici che una volta vi prendevano in giro perché eravate un po’ effeminati ora vi considerano un santo e vostra madre, che ha capito tutto, accoglie la vocazione come se fosse un miracolo. Questa è la storia di centinaia di migliaia di preti in Italia.
Importante poi è sottolineare, come fa nel libro, la differenza tra omosessualità e abusi all’interno della Chiesa.
Il libro non riguarda questo, ma fornisce una serie di interpretazioni degli abusi sessuali. Innanzitutto non esiste un collegamento tra omosessualità e abusi sessuali; secondo i dati la maggior parte degli abusi è da parte di eterosessuali e avvengono nelle case e nelle scuole e le vittime sono soprattutto donne, ragazze e ragazzini. Se invece ci concentriamo esclusivamente su quello che accade nella Chiesa cattolica, i dati indicano che l’80% delle vittime dei preti aggressori sono dei giovani, quindi direi che si possa parlare di abusi strettamente omosessuali nella chiesa. Questo perché il problema è l’omosessualità repressa e non accettata. Si tratta di una ‘cultura del segreto’ che riguarda i preti molestatori e che sono protetti da questo, dall’insabbiamento, che Cardinali e Vescovi continuano a usare per proteggerli. E ci sono spiegazioni razionali a questo: per esempio il fatto che né Giovanni Paolo II né Benedetto XVI né Francesco né il catechismo abbiano distinto due cose diverse, cioè da una parte le relazioni tra adulti consenzienti – che la Chiesa condanna come un crimine, ma che sono qualcosa di legale – e dall’altra i rapporti con minori o adulti non consenzienti, che è un crimine condannato dalla Chiesa e dallo Stato. La Chiesa, però, non ha mai distinto queste cose, e una relazione al di fuori del matrimonio con un adulto consenziente, donna od omosessuale che sia, è condannabile come la relazione con un minore, quindi continua a vigere la confusione nella Chiesa. Quindi un Vescovo che ha un amante, donna o uomo, si sente colpevole quanto un prete pedofilo; inoltre questo può essere motivo di ricatti nel caso in cui il Vescovo volesse denunciare il prete. Nella maggioranza dei casi i Vescovi che hanno protetto preti abusanti erano omosessuali: in base ai miei dati si tratta di circa il 90% dei casi di abusi sessuali. Quindi è un problema enorme per la Chiesa e non ha soluzione: sono migliaia i preti accusati di abusi sessuali in praticamente tutti i Paesi del mondo. Non sono contro il Cattolicesimo, ma non c’è altra soluzione se non autorizzare i matrimoni, basta con la castità e basta essere contrari all’omosessualità. Tutti coloro che sono contro l’innovazione sono complici degli abusi sessuali.
Nel libro si afferma che dietro ogni omofobo si cela un omosessuale che non vuole accettare la propria condizione: è così?
La regola è questa: più un Cardinale, un Vescovo o un prete si schierano contro l’omosessualità e scendono in piazza per manifestare contro il matrimonio gay e le unioni civili, e più in privato sono omosessuali. E questo è sicuramente vero anche a Genova…
Sapeva che la Curia di Genova è stata forse l’unica in Italia a vietare i rosari pubblici contro il Gay Pride?
Forse l’ha fatto per non essere ipocrita.
Perché ha scritto lei - di sinistra, gay e non cattolico - e non un altro giornalista, questo libro?
Se qualsiasi italiano avesse scritto questo libro avrebbe avuto problemi editoriali e con i media, e un vaticanista avrebbe perso il lavoro. E nemmeno un eterosessuale avrebbe potuto farlo, perché non avrebbe avuto la rete e il codice adatto per decifrare e penetrare in Vaticano. Questo è il motivo per cui “Sodoma” è stato scritto da un francese, che non è un vaticanista e che ha il codice. La vita privata dei preti e dei Cardinali non ci riguarda, è un’altra questione, ma da oltre cinquanta anni la Chiesa nei confronti di tutti noi persone comuni ha proibito di avere una sessualità prima del matrimonio, ha negato il divorzio, ha impedito l’uso dei preservativi e sono morti 37 milioni di persone per l’Aids; la Chiesa ha proibito anche la masturbazione e l’omosessualità, eppure al suo interno, e in particolare in Vaticano, un numero estremamente elevato di Cardinali è omosessuale, fa ricorso a prostituti e ad amanti – il che per me non è un problema, al contrario, sono contento per loro, e preferiscono abbiano come amante un uomo o una donna anziché un bambino. Per questo il libro era necessario, anche se la vita privata delle persone non ci riguarda. Tutti sanno che In Italia ci sono i Vescovi gay, tutto il mondo sa che ci sono preti gay, e quando ho intervistato il vaticanista Andrea Tornielli mi ha fatto il nome dei Cardinali e dei loro amanti sotto il pontificato di Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. Tutti i vaticanisti lo sanno, ma non lo scrivono. Ho passato quattro anni con dei fascisti omofobi, ma per la loro condizione ho provato una certa empatia.
Cosa ci può rivelare sui Papi?
Attorno a Giovanni Paolo II c’erano 14 Cardinali con i relativi assistenti: la maggior parte di loro è attivamente omosessuale, e fa ricorso regolarmente a prostituti in Vaticano, pagandoli con i soldi del Vaticano. E la stessa cosa succede sotto Papa Francesco. Ho capito che lui è in mezzo a una trappola e i Cardinali vorrebbero farlo dimettere: è un Papa, per così dire, alla Gorbaciov, è qualcuno che vuol proteggere il sistema, non distruggerlo, ma deve cambiare ruolo, anche se non possiamo aspettarci che vada al Gay pride! È piuttosto favorevole alle unioni civili, e penso si sia accordato su questo con Matteo Renzi, ma è molto ostile ai matrimoni gay alla teoria del gender, qualsiasi cosa sia, e ostile all’azione politica LGBT. Benedetto XVI, invece, penso sia omofilo.