Lungomare Canepa, la battaglia dei residenti continua senza sosta. Dopo i primi rilevamenti delle centraline, relativi alla quantità di PM 10 nell’atmosfera, che è fortemente elevata in questo tratto di strada diventato il più trafficato di Genova (e probabilmente della Liguria) dallo scorso 14 agosto, giorno del crollo del Ponte Morandi, la vertenza si sposta adesso a Palazzo Tursi.
Giovedì mattina alle 9,30, dopo un rinvio nelle scorse settimane, è finalmente in programma la seduta della Commissione V (Territorio e politiche per lo sviluppo delle vallate), avente per oggetto ‘Aggiornamento situazione lavori Lungomare Canepa’. Parteciperanno gli assessori comunali Matteo Campora (con delega all’Ambiente) e Simonetta Cenci (con delega all’Urbanistica).
Nel corso della riunione sono previste audizioni. Particolarmente attesa sarà proprio quella dei residenti della zona, rappresentati dal Comitato Lungomare Canepa. Dopo essersi pagati a loro spese i rilevamenti delle centraline, dopo aver ascoltato promesse su promesse da parte degli amministratori locali (e non solo dell’attuale giunta, a dire il vero), dopo aver visto peggiorare ulteriormente le loro condizioni di salute e la loro vivibilità, ieri hanno scritto l’ennesimo duro sfogo.
“Quasi tre anni di cantiere - si legge - Tre anni che non dormiamo. Tre anni di lavori notturni, trivelle, macchinari che assaltano o cigolano. Di polvere, calcinacci, depositi crescenti lasciati davanti alle nostre finestre, con l’aria che diventa sempre più pesante e irrespirabile. Sono quasi tre anni che lottiamo per poter dormire, respirare e vivere nelle nostre case. Invece, siamo cittadini completamente abbandonati al nostro triste destino, il destino di vivere su una vera autostrada nella completa indifferenza di chi dovrebbe tutelare la nostra salute”.
Silvia Giardella, la presidente di questo coraggioso e combattivo gruppo di persone, aggiunge: “Grazie a chi ha progettato, permesso, autorizzato e realizzato tutto questo. Avevamo chiesto la semplice traslazione della settima corsia, quella ciclabile, lato mare, sul lato delle abitazioni, per darci un po’ di respiro e allontanare la lingua infuocata di asfalto. Lo avevamo chiesto quando ancora i capannoni era appena stati abbattuti, e con un intervento serio si sarebbe potuta fare una modifica. La Conferenza dei servizi di luglio 2018 invece ha modificato solo un tratto di duecento metri, in barba alle centinaia di famiglie che soffocano dallo smog, dal rumore e dal caldo. Sarebbe bastato quell’accorgimento, una corsia tutta alberata e la galleria fonoassorbente per ridare dignità e vivibilità a un quartiere in ginocchio. Ogni volta che mi affaccio viene il magone e lo sconforto, siamo stati ignorati e completamente messi all’angolo, come se non fossimo cittadini di Genova. Ci ammaleremo nell’indifferenza di tutti”.
La situazione è veramente estrema. E, purtroppo, pochissimo condivisa. Ai genovesi interessa potersi muovere, non trovare traffico, ricucire quella ferita lacerante tra Ponente e centro città, apertasi dopo il crollo del Ponte Morandi. Inutile girarci in giro. Di queste persone, queste poche persone, importa poco o niente a nessuno. Solidarietà zero. Attenzione zero. Indifferenza tanta. Critiche altrettante. Su Facebook ma non solo. Eppure, una pubblica amministrazione degna di questo nome deve ‘volare’ più alto. E capire che anche gli abitanti di lungomare Canepa vanno tutelati. Senza se e senza ma. Esattamente come tutti gli altri.
Per adesso, però, gli unici dati ufficiali sono quelli delle centraline autoinstallate dal Comitato. Che certificano come in lungomare Canepa, a Sampierdarena, si respiri una delle arie più insalubri d’Italia. Non lo dicono né le sensazioni, né i rumors, né chi vuole fare polemica. Lo certificano, nero su bianco, i numeri, la scienza, i rilevamenti computerizzati, che non lasciano alcun margine di dubbio.
Le concentrazioni di PM 2.5 e di PM 10 (ovvero la materia particolata presente in atmosfera, laddove il numero indica il suo diametro) sono costantemente e gravemente sballate. Lo erano prima, lo sono maggiormente dallo scorso 14 agosto, da quando cioè, con il crollo del Ponte Morandi, questo tratto di strada che collega Sestri Ponente all’Elicoidale, attraverso la strada a mare Guido Rossa, è diventato la ‘succursale’ improvvisata dell’A10, con i palazzi sovrastanti costretti a farne le spese e a pagare un conto pesantissimo, in termini di vivibilità e salute.
Peccato che da anni, da ben prima della sciagura del viadotto sul Polcevera, questi residenti avessero chiesto copertura e insonorizzazione per quel ‘maledetto’ tratto di strada che incide sulle loro case. Ma, pure in questo caso, mai una soluzione, sempre un nulla di fatto.
Secondo Giardella, “i dati esposti sono allarmanti, lungomare Canepa è il punto più critico di Genova, sotto il profilo ambientale, come risulta dal confronto con le centraline di Arpal. Anche comparando con le ottanta centraline di Rinascimento Genova, presenti sul territorio nazionale, i dati di lungomare Canepa sono i peggiori (valori massimi registrati: PM 2.5=56 e PM 10=73). Chiunque può verificare i dati statistici e in tempo reale sul sito www.cheariatira.it”.
Sarà ancora battaglia. C’è da esserne certi. Una battaglia fino all’ultimo respiro, solo per… poter respirare meglio.