Secondo i dati elaborati da Federmanager nazionale su fonte Inps e relativi alla sola componente in servizio, nel 2017 le manager italiane del comparto industria risultano poco più di 9.100 unità, pari a circa il 13% del totale dei manager impiegati nelle aziende industriali (68.500 nel 2017): si tratta di una percentuale non elevata ma in crescita negli ultimi anni.
E' questo il dato più significativo emerso dal convegno “L’altra dimensione del management: GENOVA laboratorio di Cura dell'oggi e del domani. La Donna quale acceleratore di progresso etico-sociale e della ricchezza d’impresa”, organizzato da Federmanager-Gruppo Minerva, svoltosi oggi all'Hotel Savoia di Genova e che ha visto la presenza di rappresentanti del mondo politico, imprenditoriale e religioso genovese.
Il concetto di Cura, nucleo fondante di tutte le attività lavorative umane, è in grado di agire direttamente come elemento fondante ed imprescindibile per la creazione di valore nelle organizzazioni aziendali e in particolare per la donna quale acceleratore di progresso etico e di ricchezza d'impresa.
"L’esclusione delle donne dal mondo produttivo è un danno in termini di Pil. Se le donne lavorassero al pari degli uomini il Pil globale aumenterebbe del 26% e quello italiano del 15% - ha dichiarato Stefano Cuzzilla, Presidente nazionale Federmanager - Quanto ai processi di carriera, la strada è ancora più in salita. Ma non è impercorribile. Il 34% dei manager in servizio iscritti a Federmanager è donna. Solo 2 anni fa eravamo al 29%: significa che siamo cresciuti di 5 punti percentuali in appena due anni. Noi stiamo lavorando per sensibilizzare il mondo produttivo sull’importanza della leadership femminile e per accrescere gli strumenti di welfare a disposizione delle imprese che ci consentano di fare il salto evolutivo e culturale di cui abbiamo bisogno".
"Secondo l'indice del World Economic Forum del 2018 - ha aggiunto Maria Cristina Manicardi, referente Federmanager Gruppo Minerva per la Liguria – , introdotto nel 2006 che misura il livello di parità tra generi raggiunto nei vari Paesi nel mondo, l'Italia è attualmente al 70° posto su 149 Paesi (era al 77° su 115 nel 2006). A livello di partecipazione economica e opportunità delle donne siamo al 118° posto (eravamo all'87° nel 2006) mentre l'unico aspetto in cui si registra un netto miglioramento è la presenza delle donne in politica: l'Italia è al 38° posto mentre era al 72° nel 2006. Noi siamo qui adesso per cambiare e per fare in modo che le donne diventino acceleratore di progresso etico e sociale e di ricchezza di impresa portando nelle aziende il loro skill multitasking che permetta di avere un buona visione del futuro e che possa loro di cavalcare il cambiamento senza subirlo".
"Siamo convinti che non si possa parlare solo del ruolo della donna – ha sottolineato Paolo Filauro, Presidente Federmanager/ASDAI Liguria – ma che occorra ampliare l'orizzonte e cominciare a parlare dell'alleanza tra i generi, del procedere assieme per garantire il progresso etico, sociale ed economico delle aziende".
In conclusione, la Cura, oggi percepita come un “affare da donne”, come qualcosa che attiene alla sola sfera familiare al privato e al personale, con il contributo trainante delle donne manager, può diventare naturale, collettiva, pubblica ed ineludibile: un elemento centrale che riporti la persona al centro dell’attenzione, creando un contesto sociale improntato alla solidarietà in cui tutti abbiano una loro giusta collocazione e siano in grado di dare il loro fattivo contributo al conseguimento del bene comune.