È stata presentata oggi la strategia regionale per le politiche attive del lavoro di Regione Liguria per il 2019, che comprende sia le misure già messe in atto sia quelle che verranno attuate nei prossimi mesi. Una strategia che vale oltre 20 milioni e che si articola in tre linee di intervento: interventi di assistenza per la ricerca attiva del lavoro, interventi per aumentare l’occupabilità delle persone, interventi volti a incentivare i datori di lavoro ad assumere persone disoccupate o svantaggiate. Tra le azioni in essere, i risultati raggiunti attraverso il Patto per il Lavoro nel Turismo e con il Progetto over 40 dimostrano che l’integrazione delle risorse e tra i soggetti che operano nel sistema dei servizi per il lavoro consentono di dare risposte efficaci sia in specifici settori produttivi, sia su target considerati prioritari.
Da febbraio 2019, con il primo avviso rivolto ai soggetti privati accreditati alla erogazione dei servizi al lavoro, ha preso inoltre concretamente avvio il sistema di accreditamento, e dal 1 aprile è stata trasferita alla Regione la funzione in materia di servizi e politiche attive del lavoro, con particolare riguardo alla gestione dei Centri per l’Impiego.
Nel sistema così ridisegnato prende avvio il progetto FAST, del valore di 1,3 milioni, che prevede la realizzazione, da parte dei soggetti privati accreditati alla erogazione di servizi per il lavoro (e con la regia dei centri per l’impiego), di percorsi di reimpiego rivolti a lavoratori che a seguito di crisi aziendali siano stati coinvolti in procedure di licenziamento collettivo, oppure che siano in trattamento di CIGS ma che abbiano già ricevuto lettera di licenziamento.
Nei mesi tra aprile e luglio, sono infine programmati gli avvisi per la realizzazione di interventi di accompagnamento al lavoro rivolti agli utenti dei Centri per l’impiego della Liguria che siano stati profilati e che abbiano sottoscritto un Patto di Servizio Personalizzato (valore 4 milioni circa), l’avvio della Nuova Garanzia Giovani rivolta ai giovani tra i 15 e i 29 anni (valore 12 milioni circa) e la riprogrammazione del Piano Anticrisi, rivolto ai lavoratori appartenenti ai territori individuati come aree di crisi complessa e non complessa (valore 15 milioni circa).