I numeri che circolano in questi giorni sullo stato di salute della nostra economia non sono incoraggianti. Anzi, se interpretati con la sindrome del “bicchiere mezzo vuoto”, sono decisamente allarmanti e non lasciano spazio a dubbi: siamo un Paese in recessione, con un tasso di crescita previsto nel 2019 pari allo 0,2-0,4%, purtroppo ultimo tra i Paesi europei che vedono invece il faro di Malta illuminare il mare della crescita con un +5,5%.
Tuttavia non sottovalutiamo mai la capacità di navigare degli italiani, definiti dal mondo intero come un popolo di Santi, Poeti e Navigatori. Ma andiamo per ordine e proviamo a fare qualche ipotesi su come costruire e mettere in rete un Palazzo della Civiltà in cui ospitare le eccellenze italiane di ricerca scientifica, sanità, università, storia nazionale, arte e cultura, artigianato, commercio, lavoro, società civile, agricoltura e capacità di fare impresa: in una parola il genio inventivo italico.
I Santi. Lo siamo un po’ tutti, senza timore di scomodare la religione. La crisi economica, iniziata ormai nel 2008, ha senza dubbio messo in ginocchio il sistema produttivo italiano, creando disoccupazione e aumentando il numero di famiglie in condizioni di indigenza a livelli tali che nessun economista avrebbe mai previsto. Ma la pazienza, unita alla voglia di fare e di cogliere opportunità, è la virtù dei forti e - come insegna la storia - è l’ingrediente che più di ogni altro fa da collante nelle situazioni più complicate. Tutto ciò non basta. La pazienza dei cittadini deve essere supportata da scelte politiche e istituzionali solide e sostenibili che creino domani mattina posti di lavoro, investimenti e strumenti concreti per la crescita. Morale: debito pubblico sì, ma volto a creare le condizioni per far aumentare PIL e fiducia nei consumi, soprattutto in un Paese che ha oggi bloccati sui conti correnti 1.400 MLD/EUR di liquidità su poco meno dei 5.000 disponibili in Italia.
I Poeti. Per fortuna l’Italia non è quel Paese di cicale e di lamentosi che qualcuno al di fuori dei confini nazionali pensa. La forza dei veneti, la concretezza dei lombardi, la capacità riflessiva dei piemontesi, il senso dello stato e delle istituzioni di ogni regione del sud e mille altri talenti italiani fanno della poesia e della cultura italiane persino un’attività minore. Certo, tutto il mondo ci invidia Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Cicerone, Marco Polo, Galilei e Cristoforo Colombo e pure Ötzi, il pastore guerriero dell’Età del Rame che abbiamo adottato con enorme piacere perché ritrovato in Alto Adige nel ghiacciaio del Similaun. Veri e propri miti di cui all’epoca dei social media e dei selfie non possono che rappresentare l’Italia come top influencer.
Ma il futuro è già passato e per riprendere fiducia in noi stessi abbiamo bisogno di figure di riferimento contemporanee che facciano oggi della propria vita una missione, cambiando le regole del mondo senza fare rumore. E allora ripartire da Fabiola Gianotti, la prima donna a guidare il CERN, Elena Cattaneo, l’esperta di cellule staminali, Umberto Veronesi, l’oncologo e politico, Carlo Rubbia, il fisico delle particelle che ha vinto il premio Nobel, Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio e - con un tocco di snobismo - Giorgio Armani, lo stilista che ha illuminato il mondo con la luce della qualità e della bellezza dello stile italiano, ci fa sentire sollevati.
I Navigatori. Gli italiani hanno scoperto le Americhe, il Capo di Buona Speranza, il Canada e le Isole Canarie, quindi non siamo poi così sprovveduti. Dobbiamo solo ritrovare la bussola per orientarci nella complessità del Mondo 4.0 in cui dominano algoritmi, innovazione digitale e tecnologie che consentono di operare pazienti a 10.000 km di distanza. Ecco gli alleati indispensabili a recuperare fiducia in noi stessi: innovazione e capacità di sfruttarla al meglio.
Sapevate che il nuovo sistema di Intelligenza Artificiale «Hey Mercedes!» installata sulle auto della blasonata casa costruttrice tedesca è stato realizzato da un torinese? Oppure che il primo trapianto di porzione di fegato che con la sua autorigenerazione ha salvato la vita ad un paziente colpito da metastasi è stato effettuato a Padova pochi giorni fa?
Per ricominciare e veleggiare con buon vento, non concentriamoci sul sistema che scricchiola, ma sulle persone, singoli nodi una rete che rende l’opera d’arte #Italia davvero grande.