Attualità - 26 febbraio 2019, 12:39

Convegno sulla legittima difesa, fra propaganda e rischio irresponsabilità

L'ex magistrato Brusco: "Noi dalla parte della vittime, proposta di riforma difficilmente compatibile con la Costituzione". Spataro: "La proporzionalità presunta di una reazione all'offesa non esiste, i magistrati devono accertare i fatti caso per caso"

Convegno sulla legittima difesa, fra propaganda e rischio irresponsabilità

Il comitato per lo Stato di Diritto, l'Associazione nazionale Magistrati della Liguria, l'Ordine dei Giornalisti e la Comunità San Benedetto al porto hanno promosso e organizzato  un incontro per illustre le criticità della riforma sulla legittima difesa targata Lega. L'iniziativa, intitolata "La legittima difesa tra suggestioni, diritti e irresponsabilità", si è svolto presso il Teatro della Tosse nella giornata di ieri, lunedì 25 febbraio; ad aprire i lavori è stato il presidente del Comitato per lo Stato di Diritto Vincenzo Paolillo: "In una situazione nella quale prevale la propaganda piuttosto che la verità cerchiamo, con l'aiuto dei tecnici, di dire come stanno veramente le cose - spiega Paolillo -. Il problema è che si dice che si vuole arrivare ad una irresponsabilità per tutta una serie di comportamenti che non sono leciti: si intende favorire il ricorso alla difesa personale a discapito di quella garantita dallo Stato".

Diversi gli interventi in scaletta volti a fare chiarezza sulla storia della legittima difesa nella storia giuridica nazionale e sui proponimenti della nuova riforma, a partire da quello dell'ex presidente di sezione della Corte di Cassazione Carlo Brusco; sono poi intervenuti il magistrato Armando Spataro e l'avvocato Andrea Vernazza.

"Questa proposta di modifica cell'articolo 52 del codice penale prevede che il rapporto di proporzionalità fra l'offesa e la reazione sia presunto sempre proporzionato in presenza di determinati presupposti - spiega Carlo Brusco - Questo rende impossibile al giudice, almeno nella sua interpretazione più rigorosa, accertare se la reazione sia stata effettivamente proporzionata all'offesa, caso per caso. Se qualcuno ruba un bene e il derubato spara, siamo sempre di fronte a una reazione proporzionata in maniera presunta? Questo aspetto difficilmente sarà compatibile con la Costituzione e con la Cedu (Carta Europea dei Diritti dell'Uomo), che prevedono la tutela della vita umana al di là della proprietà. Noi siamo dalla parte delle vittime, ma è inaccettabile, per usare una semplificazione, che si possa consentire di uccidere una persona perché magari ha rubato un frutto".

Per l'ex magistrato la scarsa percezione di sicurezza, comune a molti italiani, più che da una scarsa tutela da parte di legge e forze dell'ordine deriva da un'incessante campagna mediatica guidata da finalità politiche: "Il senso di sicurezza dei cittadini viene violato da queste campagne assurde, che si basano su due o tre casi all'anno, con lo scopo di mostrare che gli aggrediti non sono tutelati e quindi sarebbero autorizzati senza limiti farsi giustizi da sé. Sappiamo che una persona aggredita non può spesso fare una precisa valutazione dei margini di legge entro cui autotutelarsi, ma l'attuale quadro normativo consente ampiamente di tenere conto di questo elemento. Si tratta di un'emergenza politica, tanto è vero che Salvini sabato scorso è andato a trovare in carcere una persona che ha sparato a un ladro, per la quale nemmeno gli avvocati difensori avevano invocato la legittima difesa, in quanto ha gravemente ferito un uomo già immobilizzato e terra".

Ferma la condanna della condotta del ministro degli interni su questo episodio anche dal magistrato Spataro, che ha espresso un giudizio altrettanto negativo sulla proposta di riforma: "Questa legge non produrrà alcuna prevenzione dai reati, i fatti delittuosi legati ad atti di autodifesa domiciliare sono pochissimi in termini numerici, e io credo che la magistratura abbia assoluta necessità di indagare su ogni episodio e di andare a giudizio: la presunzione di proporzionalità della reazione non esiste, bisogna vederla nei fatti - spiega Armando Spataro i giornalisti -. Trovo positivo aver visto che buona parte del mondo accademico, l'avvocatura , e in particolare le camere penali, la pensano allo stesso modo; ritengo sia importante un nuova a forma di comunicazione, in cui il mondo dei giuristi stia insieme, anche per far capire ai cittadini che talvolta alcune riforma, che si annunciano finalizzate alla loro sicurezza, francamente sono molto criticabili: lo stato non può delegare persino la gerarchia dei valori ora in discussione ai singoli cittadini".

Carlo Ramoino


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