Un passo indietro sull'unitarietà del servizio sanitario nazionale secondo la logica di una più spinta autonomia regionale secondo l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente sarebbe un vero e proprio disastro: a rischio sarebbero il diritto alla salute e le politiche ambientale.
"L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ritiene che il cosiddetto regionalismo differenziato (più opportunamente ribattezzato “la secessione dei ricchi”) rappresenti un progetto politico che rischia, nei fatti, di sgretolare l’unità nazionale e di introdurre ulteriori e intollerabili elementi di diseguaglianza nell’ambito del diritto alla salute e in altri ambiti a esso correlati - si legge in una nota stampa dell'associazione -. Le obiezioni riguardanti questa iniziativa legislativa sono di metodo e di merito e non facilmente sintetizzabili in poche righe. Non si può tuttavia non rilevare come l’assoluta opacità, che è sconfinata in un’inaccettabile segretezza che fin qui ha caratterizzato l’iter legislativo, l’esclusione di ogni forma di informazione e dibattito pubblico e di ogni apporto di categorie professionali, che pure avrebbero potuto e dovuto dare fondamentali contributi, appaiono del tutto inaccettabili".
"Non è certo casuale che la stessa Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) abbia denunciato questi aspetti metodologici, oltre a schierarsi apertamente contro l’adozione di una legge che da una parte non prevede possibilità di modifiche o ripensamenti anche per il futuro e che, dall’altra, rappresenta la fine oltre che dell’unità nazionale, del Sistema Sanitario Nazionale, e dunque del paritario diritto alla salute per tutti i cittadini italiani - si legge ancora nel documento -. Queste preoccupazioni, che ISDE Italia condivide in pieno, sono ulteriormente aggravate dalla constatazione che numerose sono le competenze di cui Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna vorrebbero l’esclusiva potestà: addirittura ventitré le prime due, quindici l’Emilia-Romagna. Dalla salute all’ambiente, all’istruzione alla viabilità".
Per l'associazione inoltre il percorso della differenziazione su base regionale rischia anche di compromettere le politiche ambientali del paese: "Appare poi drammaticamente paradossale che, mentre in tutto il mondo si cerca un approccio comune alle problematiche ambientali, in Italia si proponga una polverizzazione della materia che non potrà che portare confusione e ulteriori peggioramenti di una situazione già di per sé grave e incalzante. Lo stesso vale per la scuola, la viabilità e tante altre politiche che necessitano di omogeneità e coerenza e non certo di frammentazione e disparità - precisano i medici dell'associazione -. Come Associazione di Medici per l’Ambiente ben sappiamo come l’efficienza dei Servizi sanitari non sia certo il solo tra i determinanti di salute, che comprendono anche i fattori ambientali, economici e sociali. Tutti parimenti e gravemente minacciati dal progetto di legge in parola. Per quanto detto, l’Associazione Medici per l’Ambiente si dichiara assai preoccupata e manifesta la propria netta contrarietà a questa improvvida iniziativa, auspicando che le forze politiche e sociali si mobilitino in maniera più ampia possibile, affinché la ragione prevalga e la tutela dei diritti di tutti abbia la meglio rispetto al tentativo di imporre privilegi per pochi. Intanto, la grande manifestazione di tutte le professioni sanitarie, prevista a Roma per 23 febbraio al teatro Argentina, che ci vedrà tra i partecipanti, rappresenterà un richiamo chiaro e forte per tutti, a tutela della salute e dei diritti di ognuno".