Si è svolta giovedì 7 febbraio nei giardini Cavagnaro, presso il cippo dedicato alle vittime delle Foibe, la commemorazione del Giorno del Ricordo, organizzata dal Municipio IV Media Val Bisagno con il Comune di Genova e l’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
La tragedia delle Foibe sarà ricordata anche sabato 9 febbraio alle ore 10.30, nel Parco della Rimembranza del cimitero monumentale di Staglieno, dal vicesindaco Stefano Balleari, che commemorerà le vittime e deporrà una corona in loro ricordo.
Alla cerimonia di questa mattina sono intervenuti l’assessore ai servizi civici Matteo Campora, il presidente del Municipio Roberto D'Avolio e Emerico Radmann, presidente del comitato provinciale di Genova dell’Associazione giuliano-dalmata, i consiglieri del Municipio e i ragazzi della scuola secondaria “Cantore” di corso De Stefanis.
Dopo la deposizione di una corona d’alloro ai piedi del cippo, Emerico Radmann ha raccontato ai ragazzi l'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani, circa 350 mila persone, che dovettero lasciare le loro case solo per aver scelto di rimanere italiani.
"Devo ringraziare il Municipio IV – ha esordito Radmann – per aver dimostrato sensibilità per la nostra tragedia. Quello che è accaduto al mio popolo è stata una vera e propria diaspora, ci siamo dispersi in tanti luoghi, ma molti hanno scelto Genova, forse perché ha delle grandi analogie con le nostre terre natie: il mare, il porto, le industrie. Qui siamo arrivati in 7 mila e a Genova abbiamo trovato accoglienza. Abbiamo ricostruito le nostre famiglie, ci siamo inseriti, le nostre tradizioni si sono fuse con le vostre e Genova, insieme con tanti altri luoghi in Liguria, sono diventati la nostra casa".
L’assessore comunale ai servizi civici Matteo Campora, così come detto da Emerico Radmann, ha sottolineato che "il Giorno del Ricordo è una solennità perché ricorda una pagina terribile che fa parte della storia italiana. Per molti anni è stata dimenticata, ma tutte le storie che coinvolgono migliaia di persone che muoiono, che devono lasciare la loro terra sono da ricordare, sempre. Uno scrittore di fantascienza, Isaac Asimov, ha scritto: “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”. E spesso chi non ragiona, chi non ha uno scopo nella vita, chi non riesce a realizzare le cose, si rifugia nella violenza. Noi dobbiamo respingere questo: noi adulti e voi giovani generazioni, alle quali è affidato il compito di ricordare, perché queste cose non accadano più".
"Solo conoscere ciò che è stato è il miglior antidoto contro la violenza perché la storia non abbia a ripetersi – ha detto il presidente del Municipio Roberto D’Avolio –, e partecipare a commemorazioni come quella di oggi servono a perpetuare il ricordo nei giovani. A noi uomini adulti e ai ragazzi è dato il compito di portare avanti i valori della tolleranza e del rispetto verso gli altri che giornate come questa ci insegnano".
Per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra (1943-1945) e della più complessa vicenda del confine orientale, martedì 12 febbraio, alle ore 18, a Palazzo Ducale si svolgerà, con il patrocinio del Comune di Genova, la conferenza “Il valore del ricordo a settant’anni dall’esodo Giuliano Dalmata” organizzata dal Comitato 10 Febbraio diretto da Lorenzo Salimbeni. Interverranno Mario Bozzi Sentieri, Claudio Eva e l’attore Giulio Benvenuti.
Inoltre, nei primi giorni di marzo, l’assessorato alla cultura organizzerà una conferenza di approfondimento su questi temi dedicata ai giovani e alle scuole. Studiosi e professori universitari di rilievo nazionale aiuteranno a ricostruire storicamente e a capire la realtà di una grande, e a lungo ignorata, tragedia italiana.