“Ci batteremo in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie per ottenere l’abolizione del registro delle famiglie”: così, il gruppo PD del Comune di Genova, esprime il suo totale dissenso contro il registro delle famiglie, definendolo “strumento di discriminazione”.
“Il registro delle famiglie va contro i diritti costituzionali ed è uno strumento di discriminazione - spiegano. Lo dimostrano gli ordini del giorno presentati in Comune dalla maggioranza di centrodestra e votati dal Consiglio comunale – il Pd si è espresso con voto contrario con tutta l'opposizione - per garantire benefici e agevolazioni ai soli iscritti a questo strumento che non serve a nulla, se non a distinguere vergognosamente tra famiglie di serie A e serie B.”
“Il registro comunale delle famiglie è solo l’ultima invenzione di una amministrazione che sta facendo morire tutto il sistema dei servizi alla persona centrato sulla prevenzione e sulla presa in carico precoce per andare verso un welfare residuale e riservato a pochi scelti. Riteniamo - continuano - che questa politica vada contro l'articolo 2 e 3 della Costituzione italiana che sancisce i doveri inderogabili di solidarietà sociale e la pari dignità di tutti i cittadini senza distinzioni derivanti da condizioni personali e sociali”.
“È anche contro la legge 328/2000 che stabilisce il diritto universale delle prestazioni e il diritto soggettivo a beneficiare delle prestazioni economiche con priorità per chi versa in condizione di povertà. Anche la recente sentenza sul caso delle mense scolastiche a Lodi ha proprio definito che una amministrazione può circoscrivere la platea delle prestazioni sociali in ragione della limitatezza delle risorse a disposizione, ma - concludono - rispettando comunque i principi costituzionali”.