C’è la storia di un’intera regione, da Ventimiglia a Sarzana, passando per le splendide valli dell’entroterra, tra le pagine di “A föa do Bestento – Fiabe liguri”, il nuovo libro di Pino Boero e Walter Fochesato appena pubblicato da Chinaski Edizioni e che verrà presentato il 15 dicembre prossimo a Molassana al circolo di via Sertoli (ore 17,30) e il 21 dicembre alla biblioteca di Nervi (sempre alle 17,30).
Un volume tutto ligure non solo per i contenuti, visti i nomi degli autori e il timbro della casa editrice. Una raccolta unica di 60 favole storiche del nostro territorio, che parte dalla traduzione di un testo perduto, pubblicato a fine Ottocento in Francia e da tempo finito fuori catalogo. Parliamo dei “Contes ligures”, raccolta di favole liguri messa insieme dallo studioso statunitense James Bruyn Andrews, fine conoscitore di lingue e dialetti europei, data alle stampe a Parigi nel 1892, quattrocento anni dopo la scoperta dell’America. Una pietra miliare della nostra storia locale che, paradossalmente, nessuno ha mai tradotto in italiano. Una lacuna colmata dal lavoro di due studiosi genovesi come Pino Boero e Walter Fochesato - professore universitario ed ex assessore il primo, studioso di letteratura per l’infanzia e di storia dell’illustrazione il secondo, entrambi collaboratori della rivista “Andersen” – che oltre a recuperare e tradurre, per la prima volta nella nostra lingua, le favole contenute nei “Contes ligures”, hanno deciso di aggiungere alla lista una serie di altre storie ripescate dalle loro memorie infantili.
Il risultato è un corpus unico e totalmente inedito di racconti della tradizione ligure. Un viaggio meraviglioso attraverso la Liguria, dall’estremo Ponente alla Lunigiana, toccando il Basso Piemonte e arrivando a Carloforte e Calasetta, avamposti sardi della lingua ligure (dove tuttora si parla regolarmente il nostro dialetto). Lungo le pagine de “A föa do Bestento” si ritrovano i tipici “topoi” delle fiabe della tradizione occidentale: matrimoni vietati, suocere cattivissime, fratelli abbandonati nei boschi e grandi avventure, ma anche donnine che si cullano in gusci d’uovo o di noce, uomini tanto piccoli da essere rapiti da una zanzara e vecchine impertinenti, che se hanno gli occhi aperti dormono e se li hanno chiusi sono sveglie. Il tutto mescolato con la saggezza e la geografia ligure (come nella favola che racconta la storia di un palazzo nobiliare genovese infestato dai fantasmi).
Il libro, oltre a essere una lettura piacevole e un tuffo nel “buon tempo antico”, è anche impreziosito da un ricco apparato di note storiche, che offre un secondo livello di lettura a lettori più esigenti.
“A föa do Bestento” - che prende il nome da una delle 60 fiabe raccolte all'interno del volume - è una perfetta strenna di Natale per grandi e piccini. Un libro per sognare a occhi aperti e recuperare le radici della nostra terra.