Cultura - 10 dicembre 2018, 09:13

Il Maestro d’ascia Guzzardi: “Un gozzo Cornigiotto l’ho barattato con dei sottaceti, ma dovrebbe essere un bene dell’Unesco”

Il 15 dicembre un grande evento coinvolgerà la Valpolcevera, e non solo, per fare conoscere l'antico mestiere del Maestro d'Ascia e la tradizione del gozzo Cornigiotto. Siamo andati a conoscere il Maestro d'Ascia Roberto Guzzardi e a vederne uno da restaurare (VIDEO)

Il Maestro d’ascia Guzzardi: “Un gozzo Cornigiotto l’ho barattato con dei sottaceti, ma dovrebbe essere un bene dell’Unesco”

Già il nome, Maestro d’ascia, evoca qualcosa d’antico, dall’origine che si perde nel tempo, a ben mille anni fa. Un mestiere che oggi è praticato da pochi e che quindi è difficile tramandare. Eppure c’è ancora chi lo fa con passione e abnegazione, per trasmetterlo ai giovani e far sì che la storia della nostra marineria non vada perdendosi – perché saper costruire un’imbarcazione significa conoscere i legnami e saperli lavorare, significa apprendere le tecniche dei cordai e dei velai e saper disegnare –. Si tratta di Roberto Guzzardi, professione Maestro d’ascia e carpenteria dell’Associazione “Storie di Barche”. E che di storie, in effetti, ne ha molte da raccontare, come ogni uomo di mare che si rispetti.

“Storie di Barche” ha 25 anni ed è nata proprio per trasmettere alle nuove generazioni il mestiere del Maestro d’ascia e del carpentiere navale, tanto che sia le scuole della Riviera hanno attivato dei corsi con loro, sia l’Università Popolare di Torino ha chiesto di scrivere un manuale di costruzione del gozzo Cornigiotto, che si intitolerà: “Manuale di sopravvivenza del Gozzo Cornigiotto”. Questo perché “si può costruire anche in un garage o in un giardino, grazie al manuale e al nostro aiuto – spiega Roberto - Anche il materiale è semplice da reperire e da trasportare in macchina”.

Ma perché proprio del gozzo di Cornigliano? Perché è una tipologia d’imbarcazione tipica genovese, usata dai pescatori, di cui restano pochi esemplari e che, appunto, l’associazione sta cercando di salvare (dal 1995), non solo restaurandola, ma anche facendo in modo che diventi patrimonio dell’Unesco. “Salviamo il gozzo Cornigiotto” è il nostro progetto, che ha anche l’obiettivo di recuperare uno degli ultimi, che abbiamo chiamato ‘Spicchio d’aglio’”.

E che si trova su una spiaggia, ma a Bolzaneto, in una delle sedi dell’associazione – che negli anni si è dovuta spostare affrontando non poche difficoltà per riuscire a mantenersi viva – e circondato dal verde e dagli alberi del nostro territorio. Territorio che, dalla Valpolcevera al mare, il 15 dicembre sarà teatro di un importante evento allo scopo di valorizzare i mestieri della nostra tradizione attraverso i laboratori. “Si parte da Bolzaneto – spiega l’Assessora Paola Boldilli – per poi coinvolgere ogni zona della città, in un processo anche culturale, facendo toccare con mano che cosa significhi il lavoro manuale e di concetto del Maestro d’ascia”.

 

 

 

Medea Garrone

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