Il Comune promuove e coordina, da aprile scorso, la Rete Cittadina per lo Smart Working, un progetto al quale partecipano soggetti pubblici e privati, fra cui Regione Liguria, A.LI.SA, Camera di Commercio, Asl 3, Città Metropolitana, Unige, IIT, ABB, RINA, Esaote, Costa Crociere, Siemens Industry Software, Tim.
Questa mattina in Sala Giunta nuova è stato presentato il Protocollo d’Intesa sottoscritto da tutti gli Enti e aziende facenti parte della Rete, per l’attivazione dello smart working e, come progetto pilota, per lo sviluppo di tematiche di benessere organizzativo nel territorio del Comune di Genova.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti dei vari soggetti della Rete Cittadina, che nei loro interventi hanno sancito il valore e la condivisione di obiettivi e risultati.
Il Comune di Genova, nel settembre scorso, ha provveduto a regolamentare lo smart working, prevedendo che 500 dipendenti comunali, ovvero circa il 10% dell’organico totale, possano aderire al “lavoro agile” operando da casa per 4 giorni al mese.
Il Protocollo d’Intesa, firmato dal Comune e dagli Enti e dalle Aziende della Città, oltre alla valorizzazione dello smart working, ha molteplici finalità quali la condivisione di studi, ricerche e scambio di buone pratiche sul tema del benessere dei lavoratori, sviluppo di iniziative e progetti comuni di ricerca di finanziamenti, anche europei, organizzazione di seminari e produzione di materiale informativo rivolto a diversi destinatari.
“Le soluzioni di flessibilità organizzative, come lo smart working – ha sottolineato Arianna Viscogliosi, Assessore al Personale e Pari Opportunità e Diritti e promotrice del progetto sullo smart working in Comune - sono strumenti facilitatori in un’ottica di ottimizzazione organizzativa e del lavoro per obiettivi, ma anche in caso di allerte meteo rosse e nelle fasi successive e in conseguenza di eventi calamitosi. Quindi – ha proseguito - la Rete Cittadina, costituita da esperti nel settore, è importante perché soltanto attraverso la condivisione e le esperienze di tutti si può mettere a punto un progetto di lavoro agile che sia in grado di incidere sul nostro territorio”.
"L'introduzione del telelavoro in un'area urbana complessa come quella genovese - hanno dichiarato la vicepresidente della Regiorne Liguria Sonia Viale e l'assessore al lavoro Gianni Berrino - è un fattore sempre più importante di ottimizzazione dei tempi e delle risorse impiegate per i servizi ai cittadini oltre che di benessere organizzativo. Il sistema degli enti regionali, oltre a favorire e sostenere le sperimentazioni dei soggetti privati secondo le proprie competenze, ha aderito con tempi e modalità diverse alla rete cittadina, coordinata dal Comune. Regione Liguria ha avviato la sperimentazione da settembre a partire dai dipendenti residenti nelle aree urbane penalizzati dal crollo del ponte Morandi; Asl3 con i suoi 4500 dipendenti sta per adottare il regolamento e a breve avvierà i primi progetti; Alisa (150 dipendenti) sta per avviare i primi progetti, così come il Galliera che aderirà presto alla rete. Questo protocollo è perfettamente in linea con il lavoro svolto da Regione, in particolare dopo la tragedia del 14 agosto per limitare il più possibile gli spostamenti attraverso la città, riducendo i disagi per i cittadini e, in questo caso, anche per i nostri dipendenti".