Per la Valpolcevera una “free tax area” virtuale, in cui si potranno fare acquisti al netto dell’iva. Uno sgravio totale dell’imposta, che sarà versata da Autostrade invece di essere applicata al prezzo al pubblico.
Questa, in sintesi, la proposta di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria per rilanciare la competitività degli esercizi commerciali e delle attività produttive nelle aree colpite dal crollo di ponte Morandi. Il provvedimento è stato approvato all’unanimità, durante la seduta del consiglio regionale di ieri. «Ora il presidente Toti dovrà rappresentare questa proposta al ministero delle finanze. Siamo gli unici ad aver promosso un progetto così ambizioso, ma realizzabile, accolto positivamente anche dalla giunta. Qualcuno lo ha definito troppo complesso: ma noi non possiamo misurarci soltanto con questioni semplici – dichiarano i proponenti, il capogruppo Gianni Pastorino e il consigliere regionale Francesco Battistini -. In gioco c’è la ripresa economica di una città ferita, ma che ha orgoglio e competenze per andare avanti. Il compito della politica è sostenerla in tutti i modi possibili. Quanto abbiamo proposto non è utopia. La nostra mozione definisce un percorso dettagliato: compito del Ministero è capire la posta in gioco e dare le risposte necessarie».
«Tecnici tributaristi e associazioni di categoria concordano: si tratta di un provvedimento fattibile, anche in tempi rapidi, proprio perché pensato per essere temporaneo e destinato a un’area ben delimitata. In questo modo, infatti, non ci sarebbe bisogno di una legge speciale, ma soltanto di un accordo fra Governo, Regione, Comune di Genova, ASPI, attività commerciali e imprese – sottolineano Pastorino e Battistini -. Un risultato favorevole per tutti: l’utente acquista a prezzi inferiori, quindi è incentivato a utilizzare gli esercizi commerciali del suo quartiere, gli esercenti recuperano in competitività e lo Stato non subisce una diminuzione del gettito, perché l’imposta dovuta sarebbe trasferita ad Autostrade. Riteniamo che ASPI dovrebbe dimostrarsi all’altezza di questo gesto di responsabilità».
Nel frattempo giungono dati choc sull’occupazione e sugli utili delle imprese. «Da inizio emergenza, i fatturati hanno subito un crollo che oscilla fra il 20% e il 45%. Circa i 15% degli occupati sono a tempo determinato e i primi contratti in scadenza fra ottobre e dicembre, preannunciano licenziamenti o i mancati rinnovi delle posizioni lavorative – commentano Pastorino e Battistini -. Le stime parlano di 1432 imprese colpite da danni economici diretti e indiretti. Di queste, solo 95 hanno più 50 dipendenti. Moltissime, invece, sono le piccole attività che rischiano di essere escluse dagli ammortizzatori sociali. La Free Tax Area può essere certamente una misura compensativa che porta sollievo nell’emergenza: discorso valido sia per i consumatori sia per le attività economiche».