Partono sabato 10 novembre al Porto Antico di Genova le Walking Lectures, le quattro passeggiate tematiche nel cuore della città organizzate dalla Fondazione Ordine degli Architetti di Genova, nell’ambito della rassegna Big November 4 “Architectura et media”.
Durante gli incontri, il pubblico sarà accompagnato dai quattro architetti Gianluca Porcile, Jacopo Baccani, Antonio Lavarello e Alessandro Ravera, che, attraverso luoghi simbolo della città, affronteranno il tema “Genova nei media”.
Il primo appuntamento, sabato 10 novembre alle 10.00 all’Isola delle Chiatte del Porto Antico, è curato da Gianluca Porcile e focalizza l’attenzione sull’argomento “La città nei documentari”. Dai cinegiornali ai documentari industriali o politici, Genova è stata raccontata molte volte. Cineasti e documentaristi di varia estrazione ne hanno messo in luce, a seconda dei casi, le peculiarità, le conquiste ma anche i problemi e i momenti di crisi. Da questo materiale eterogeneo emerge un ritratto sfaccettato e mutevole che, oltre a descrivere i luoghi che meglio caratterizzano la città, ne mette in luce le trasformazioni avvenute nel corso dei decenni e, insieme ad esse, ci permette di cogliere il mutare della società e dei costumi dei suoi abitanti. Attraverso le parole e le immagini di autori come Franco Fortini, Giorgio Bergami, Folco Quilici, Italo Calvino, Giovanni Paolucci, Paolo e Vittorio Taviani, Giuliano Montaldo, Alberto Lattuada emerge il ritratto di una città dove una straordinaria compresenza di elementi arcaici e modernisti diviene esperienza di vita quotidiana.
Il secondo appuntamento, dal titolo“La città osservata dai suoi mezzi pubblici”si tiene sabato 17 novembre con appuntamento alle 8.45 dal Capolinea Navebus al Porto Antico di Genova. Insieme a Jacopo Baccani, si analizzerà il mezzo pubblico impiegato come vetrina mobile sulla città e sui suoi cambiamenti. Genova, laboratorio di svariate sperimentazioni tra fine Ottocento e inizio Novecento, ha sviluppato una rete di trasporto pubblico estremamente articolata. Ancora oggi, un parco mezzi fatto di autobus, filobus, ascensori, funicolari, cremagliera, metropolitana e battelli, oltre al servizio urbano della ferrovia, è un caso di intermodalità esemplare su scala nazionale.
Sabato 24 novembre, alle ore 10.00, in via XX Settembre presso il Ponte Monumentale si tiene il terzo incontro a cura di Antonio Lavarello sul tema “La città dei teatri e delle sale di spettacolo”. Un viaggio tra gli episodi più rilevanti dell'intensa storia che lega la Genova moderna ai luoghi dello spettacolo, dal Teatro del Falcone al Carlo Felice, da Carlo Barabino ad Aldo Rossi, dalle scenografie di Michele Canzio agli interni di Gilberto Govi.
La città di Genova ha con il teatro un legame particolarmente forte. I luoghi dedicati allo spettacolo hanno segnato concretamente lo sviluppo della città: dal Teatro del Falcone, uno dei primi teatri pubblici d’Europa, allo sviluppo della città ottocentesca a partire dal nucleo barabiniano costituito dal Teatro Carlo Felice (oltre che dal Palazzo dell’Accademia), la straordinaria concentrazione di sale da spettacolo (prima teatri poi cinema) nelle zone centrali, al punto di fare di via XX Settembre una piccola Broadway italiana, la tormentata ricostruzione del Carlo Felice, le molte occasioni in cui le rappresentazioni teatrali sono uscite dalle sale ad esse destinate per conquistare vari luoghi all’interno della città, la straordinaria rilevanza della figura di Michele Canzio, scenografo ma anche paesaggista e restauratore. La walking lecture metterà in scena questi ed altri episodi architettonici ed urbani, provando a svelarne il dietro le quinte e presentandone gli attori e i registi più importanti.
Il quarto e ultimo appuntamento con le Walking Lectures sarà sabato 1 dicembre alle 10 in Piazza Caricamento, presso il Monumento a Rubattino. L’incontro, dal tema “La città attrice nei film”, è curato da Alessandro Ravera e racconta una Genova in 35 mm tra poliziotteschi e cinema d'autore: Risi, Clement, Soldini, Winterbottom, ma anche Enzo Castellari in “La polizia incrimina, la legge assolve”. L’occhio della macchina da presa ha sempre mostrato Genova in un modo “diverso” da come i genovesi si aspettano, privilegiando punti di vista particolari e leggendo la città in modo particolare. Cesure che gli abitanti danno per scontate emergono in tutta la loro drammaticità, allo stesso modo del senso di straniamento e di scoperta che deriva da un tessuto urbano che non ha praticamente eguali; il punto di vista cinematografico mette in risalto una serie di caratteristiche che finiscono per definire un immaginario di città piuttosto diverso da quello che hanno i genovesi.