“Non ho deciso io di scrivere il libro, mi è arrivato in dono”. Ha voluto essere molto chiara Cristina Giordana, parlando del libro appena uscito (e presentato per la prima volta domenica 28 ottobre a Cuneo nell’ambito del Cuneo Outdoor Festival) “Portami lassù”, incentrato sulla scomparsa di suo figlio Luca Borgoni e sulla vita sua e della loro famiglia.Abbiamo incontrato l’insegnante: una chiacchierata informale su questa - per lei nuova - esperienza, nata dalla più terribile della sua vita.
“Qualche mese fa mi ha telefonato Mondadori e sul momento ho pensato volessero propormi un nuovo libro di testo da inserire nel programma scolastico - ha detto Cristina - . E invece mi è stato detto che la casa editrice aveva in mente un progetto, mettendomi a disposizione un ghost-writer. Insomma, la chiusura del profilo facebook di Luca ha aperto la porta al libro”.
E proprio il come Cristina gestiva la pagina social del figlio dopo la sua dipartita - scrivendo post come se fosse lui stesso a farlo - ha dato l’idea per un libro in cui lo stesso Luca parlasse di ciò che è accaduto: “Solo una minima parte del libro è romanzata, quello che riguarda la vita reale è tutto assolutamente vero. Quindi è stato facile, per me, scriverlo. Quello che è stato difficile è stato ricordare”.
“Ricordare, e farlo nei particolari, è molto difficile e nella vita quotidiana non lo faccio. Luca è sempre dentro di me e ne parlo moltissimo ma non riesco ancora, per esempio, a toccare le sue cose. Ci pensa mio marito. Ora come ora ho raggiunto una serenità assoluta, ma non posso sinceramente dire di aver elaborato la cosa e non credo potrò mai dire di averlo fatto, non completamente”.Una presa di coscienza molto concreta, che sottolinea ancora meglio la frase che campeggia sulla quarta di copertina di “Portami Lassù”: “Ciascuno ha la sua notte, ma a un certo punto il buio si squarcia e riappare l’aurora”.
“Questa frase l’ho scritta io, partendo da uno dei tantissimi biglietti di solidarietà che mi sono arrivati subito dopo l’incidente di Luca: un messaggio scritto su un biglietto arancione che ho sul comodino - ha specificato Cristina - . Il messaggio di questa frase è un po’ il senso del libro. Parla di notte e di come la fede serva nei momenti più bui, sempre, e credo valga per ognuno di noi; rischiamo di pensare che il nostro dolore ci renda unici in senso negativo e non è mai così. Io la mia notte l’ho vissuta in 6 mesi a più di 50 anni, ma c’è gente che ci trascorre tutta la vita dentro”.
“L’aurora, poi, era una delle cose preferite da Luca in natura ed è sempre stato bravissimo a fotografarla e descriverla” ha aggiunto Cristina, mostrando una fotografia sul profilo Instragram di Luca: l’alba del 1° gennaio 2017 sul Mondolé, tre giorni dopo la morte di sua nonna.
A scrivere il libro insieme a Cristina è stato il ghost-writer Flavio Troisi. “Un’esperienza davvero unica! Sono cresciuta a pane, acqua e giornali ma l’esperienza del libro mi mancava. Ho faticato però a immaginare quanto complesso fosse l’iter di scrittura fino a quando non ho incontrato Flavio”.
“Ci siamo incontrati per la prima volta a Torino, nell’alloggio di Luca, e la prima cosa che mi ha colpito di lui è stata la sua grande empatia: è riuscito a impersonare alla perfezione la parte di Luca che è dentro di me, descrivendolo in modo realistico e senza enfatizzazioni. Si è anche dimostrato molto serio; si è documentato parecchio su tutti gli aspetti tecnici dei tanti sport che Luca praticava”.
Con la presentazione di domenica scorsa è partito ufficialmente, per Cristina, il fitto calendario di presentazioni che la porterà assieme al libro in tutta Italia.
La prossima, che si terrà l’8 novembre, sarà ancora a Cuneo, nella chiesa del Cuore Immacolato. “Sono prontissima, come sempre, per parlare di Luca perché è questo quello che sto facendo: non sto presentando un libro ma ricordando lui. Non mi chiedo se ce la farò e non ho preoccupazioni, la maggior parte delle paure passano in secondo piano quando ti muore un figlio. E poi ho mia figlia e mio marito a sostenermi; l’uscita del libro ci ha uniti ancora di più e di quel famoso progetto di Mondadori facciamo tutti e tre parte.”