E' una sostanziale bocciatura il giudizio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti rispetto ai contenuti del Decreto Genova licenziato dal governo. Il documento, attualmente fermo al Quirinale, per Toti contiene in sé "qualche luce e molte ombre", a partire dalla carenza di finanziamenti adeguati su alcuni capitoli, fino a una fragilità del processo che vorrebbe Autostrade fuori dalla partita della ricostruzione, suscettibile secondo Toti di ricorsi.
"Occorrono più soldi per il porto - spiega Toti - occorre mettere in piedi un sistema di risarcimenti ancora tutto da tarare, anche se la Zona Franca Urbana può essere un inizio, occorre più denaro per l'autotrasporto, uno dei settori più colpito dal crollo del ponte Morandi, e soprattutto serve che il nuovo commissario tenga conto delle necessità di reale urgenza di ricostruzione, e in questo senso la procedura descritta nel decreto è ancora un po' nebulosa".
Toti poi dedica un passaggio al meccanismo di nomina del commissario all'emergenza: "Il governo ci sentirà, così è scritto nel documento. Io aspetto di apprendere dal presidente Conte quali sono le proposte del governo; mi auguro che abbiano in mente personalità di alto profilo perché i compiti cui dovrà assolvere il commissario sono moltissimi e la struttura di cui disporrà non è particolarmente muscolare. Comunque è chiarito nel decreto che in ogni caso ci sarà bisogno di una procedura di gara, seppur semplificata, perchè non c'è nessuna deroga alle leggi europee sulla concorrenza. Anche se il commissario non venisse ostacolato dai ricorsi contro il decreto, che vedo possibili, avrà comunque di fronte un compito difficile".
Il presidente Toti , interrogato nel merito dai giornalisti, definisce poi "spericolato" il Def appena approvato dal consiglio dei ministri: "Questa mattina la borsa e lo spread non hanno reagito bene, ed era comprensibile - ha spiegato - Non ho mai fatto il tifo per lo spread contro l'Italia, e spero che il provvedimento porti lo sviluppo al paese che il governo auspica, ma credo che in una situazione conclamata di fragilità delle infrastrutture nazionali bloccare i soldi per il Terzo Valico sia un errore esiziale per l'Italia. Avrei messo quei 10 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza su un grande piano di opere infrastrutturali, così qualcuno che prenderà il reddito di cittadinanza avrebbe invece costruito strade o scuole".