Il Decreto Genova è finalmente al Quirinale. Si attende nelle prossime ore la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Restano comunque le perplessità da parte di Toti e Bucci.
Nelle bozze del provvedimento si conferma l'esclusione di Autostrade dalla ricostruzione, è previsto che lo Stato anticipi i soldi se la società non pagasse, mentre saltano i fondi per il Terzo Valico.
Il decreto è costituito da 47 articoli con le disposizioni urgenti, oltre che per Genova, anche per le infrastrutture, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e altre emergenze.
In particolare l'articolo 46 stabilisce come provvedere a oneri per circa 285 milioni in cinque anni (di cui 79,6 milioni per il 2018 e 69,8 per il 2019 ai fini del fabbisogno e del deficit).
Il commissario straordinario per la ricostruzione avrà ampi poteri (opera in deroga ad ogni disposizione di legge extrapenale), sarà in carica 12 mesi (rinnovabili per non oltre un triennio) e nominato con decreto del presidente del consiglio dei ministri entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto. Affiderà la ricostruzione del ponte a "uno o più operatori economici" che non abbiano alcuna partecipazione diretta o indiretta in concessionarie di strade a pedaggio o siano da esse controllate o collegate.
Autostrade dovrà invece provvedere alle spese di ricostruzione entro 30 giorni dalla richiesta del commissario. Se la società non dovesse pagare o ritardasse il versamento, sarà lo Stato a provvedere: è autorizzata la spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029, pari a 330 milioni, che verranno attinti dal Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.
Per la città arrivano anche altri 20 milioni di risorse per il 2018-19, in aggiunta ai 33,5 stanziati subito dopo il crollo, ma sono dimezzate le assunzioni per far fronte all'emergenza, che da 500 passano a 250.
Infine, anche se sono eliminati i fondi per il Terzo Valico, il sottosegretario alle infrastrutture Rixi assicura che verranno ripristinati.