Una legge speciale per Genova, il pagamento di tutti i danni, diretti e indiretti, a carico di Autostrade, una Zona economica speciale (Zes) e un impegno da parte di Regione e Comune sulla Gronda e il Terzo Valico. Sono queste le richieste avanzate questa mattina dai Gruppi del Partito Democratico in Regione e in Comune, insieme ai Municipi coinvolti, nel corso del consiglio regionale e comunale congiunto sul crollo del ponte Morandi, chiesto dalle opposizioni. Una seduta al termine della quale è stato approvato un ordine del giorno all'unanimità, condiviso da tutte le forze politiche.
"Servono provvedimenti speciali, sulla scorta di quanto è avvenuto dopo l'ultimo terremoto in Emilia Romagna – hanno sottolineato i consiglieri del Pd – E quindi: sospensione dei tributi, finanziamenti agevolati al termine dell'emergenza per chi deve iniziare nuovamente a pagarli e misure concrete a sostegno delle imprese e del lavoro. Autostrade deve pagare tutti i danni e servono risposte definitive sia per gli sfollati, sia sul fronte della viabilità. Inoltre è importante attivare la Zona economica speciale, che consente un credito di imposta fino a 50 milioni di euro. Tutti vogliamo verità e giustizia per quanto accaduto a Genova, ma spetta alla magistratura accertare le responsabilità. Oggi abbiamo il dovere di lavorare tutti insieme per far ripartire la città e il Consiglio odierno ha rappresenta un momento di unità istituzionale molto importante. L’unica nota stonata riguarda infrastrutture fondamentali per il futuro di Genova come gronda e terzo valico. Durante la seduta abbiamo chiesto al sindaco Bucci e al presidente Toti di assumere l’impegno solenne, davanti all’aula, di sostenere l'accelerazione della realizzazione di queste due importanti opere, dopo che era stata respinta la nostra richiesta di inserire questi punti nell'ordine del giorno da sottoporre al voto del Consiglio. Ma dal governatore è arrivato solo in timido sostegno personale nei confronti di gronda e terzo valico. Una risposta del tutto insoddisfacente e un'occasione persa per fare chiarezza in una sede istituzionale autorevole su opere fondamentali per il futuro della comunità genovese”.