Che il territorio di Genova e della Liguria sia fragile e a rischio, si sa. Nel tempo la sua conformazione e gli errori causati dalla mano dell’uomo hanno portato a tragedie e danni.
E i dati di uno studio effettuato da Confcooperative, infatti, lo confermano, indicando che dal 2015 a oggi è salita dall'88% al 91% la percentuale dei Comuni italiani a rischio di frane e si calcola che siano quasi 83.000 le industrie e i servizi in zone ad alta pericolosità.
Al pericolo inondazione sono invece esposte "600 mila unità locali di impresa (12,4% del totale) con oltre 2 milioni di addetti ai lavori", in particolare in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e, appunto, Liguria.
Il che significa che sono esposti a pericolo aziende, persone, ma anche patrimonio culturale: quasi 38 mila beni culturali si trovano in zone a rischio e, di questi, dei quali oltre 11 mila in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata; 40 mila i monumenti a rischio inondazione, 31 mila dei quali "in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità".
I dati sono davvero allarmanti, se si considera che "È a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015) e oltre 3 milioni di nuclei familiari risiedono in queste aree ad alta vulnerabilità pari a oltre 7 milioni di persone. Dal 1960 a oggi conto salatissimo da 240 miliardi di euro".