Si è presentato questa mattina in Regione a sorpresa l'archistar genovese Renzo Piano per donare alla città la propria idea di nuovo ponte sul Polcevera.
In realtà si è trattato di una sorpresa annunciata alcuni giorni fa in un’intervista al giornale britannico The Guardian (leggi QUI l'articolo) cui aveva dichiarato: “I will help rebuild Genoa Morandi Brigde”.
E l’aiuto, come già era accaduto col Blue Print, è arrivato puntuale oggi, con un plastico, perché, ha detto: “E’ la mia missione”, in caso di coinvolgimento, "sono anche un senatore a vita e quindi è uno dei miei compiti rispondere in qualche modo a un tale disastro".
E dopo aver spiegato che “Morandi era un grande ingegnere e ha realizzato qualcosa di audace, intelligente e coraggioso ma, ovviamente, molto fragile", spiega qual è la sua idea di ponte: "Una cosa è certa che deve essere bello, non nel senso estetico, ma nel trasmettere un messaggio di verità e orgoglio".
Perché, come ha spiegato anche ai giornalisti questo pomeriggio, uscendo dal palazzo della Regione dopo il colloquio con il presidente Toti, “Le tragedie si elaborano e non si dimenticano. L'architetto costruisce la città e i suoi cambiamenti, lasciando anche le tracce delle tragedie, ma senza cadere nella retorica”.
Infatti: " Genova è riluttante a diffondere emozioni - dice al Guardian - è piuttosto introversa e timida, ma la forza è dentro, come un'energia trattenuta. Quindi non è una città che urla e urla, ma questo non significa che non abbia bisogno di aiuto e cercherò di aiutarla".
Quindi dopo tanti grandiosi progetti nel mondo – da Londra a Parigi a New York – ora potrebbe essere di nuovo la volta di Genova.