"Il Pd chiede alla Polizia di 'indagare' sugli applausi per noi e i fischi per loro ai funerali di Genova. Ma secondo voi nel Pd che problemi hanno? Un abbraccio ai Genovesi, tutti". E' il tweet del vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
All'inizio dei funerali di Stato per parte delle vittime della sciagura sul Polcevera, l'ingresso di alcuni parlamentari ed ex ministri Pd è stato accolto con fischi e contestazioni, in particolare indirizzati al segretario Martina e all'ex ministra - genovese - Pinotti.
"Era doveroso esserci - ha sottolineato energicamente Maurizio Martina - Dai quei fischi noi dobbiamo ripartire per cambiare. L'unica cosa da non fare è trattare con sufficienza il clima che sta attraversando il paese, perché ci riguarda. L'alternativa a Lega e Cinque Stelle si fa rimettendoci a fianco di queste persone. Rimettendo i piedi in strada. Solo così sconfiggeremo il pericolo rappresentato da chi governa oggi".
Per Matteo Renzi, invece, "se il governo passa la settimana a dare la colpa ai governi di prima, come è possibile che due ex ministri quali Martina e Pinotti siano accolti con le ovazioni? Ma questo clima giacobino rischia di ritorcersi contro i presunti rivoluzionari".
L'ex premier del Partito Democratico ha parlato di "fischi strumentalizzati" e, intervistato da Repubblica, ha osservato: "I commentatori che fanno desumere da quella scena l'inizio di una nuova stagione della politica italiana sono superficiali come quelli che facevano il tifo per un'alleanza innaturale Pd-M5S. Però l'opposizione deve smettere di tirare di fioretto. È arrivato il momento di ribattere colpo su colpo, di combattere a viso aperto, di non lasciargliene passare più una".
Salvini e Di Maio hanno scelto, prosegue Renzi, "di radicalizzare. A loro non interessa la verità, basta un capro espiatorio: non cercano soluzioni, fabbricano colpevoli".
"La convenzione con le autostrade è stata fatta dal governo Berlusconi: nessuno dice che il deputato Matteo Salvini votò a favore e il Pd contro - ha aggiunto Renzi - I soldi da Autostrade li hanno presi la Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato. Il no alla Gronda, che pesa come un macigno in questa storia, viene da Beppe Grillo e Toninelli, dobbiamo andare all'attacco, non stare sulla difensiva".