Si preannuncia una giornata da incubo in Borsa per Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, all'indomani dell'annuncio da parte del Governo di volere revocare la concessione alla società che gestiva il tratto di autostrada interessata dal crollo di Ponte Morandi a Genova.
In pre-apertura a Piazza Affari il titolo ha perso quasi il 50%, successivamente dopo non essere riuscito a fare prezzo ha avuto accesso agli scambi e sta perdendo oltre il 20%. Più contenute ma comunque molto pesanti anche le ripercussioni sui bond. Le obbligazioni di Atlantia con scadenza luglio 2027 sono scivolate del 4,01% a 92,8 mentre il bond da 700 milioni con scadenza settembre 2029 perdevano il 4,3% a 91,79.
La società intanto si difende e con una nota spiega che l'annuncio della revoca è arrivata senza una contestazione specifica, e in ogni caso invoca il pagamento da parte dello Stato del valore residuo della concessione, somma che potrebbe rivelarsi molto ingente.
Penali che secondo il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico non dovranno essere versate: "Sono convinto che ci siano tutte le motivazioni per non pagare penali. Di fronte a 40 morti non ci sono clausole che tengano", ha detto l'intervistato a Radio24 sottolineando anche che "Prima che il Governo annunciasse il ritiro della concessione, già la Borsa aveva condannato Atlantia".
"Atlantia S.p.A - spiegano - in relazione a quanto annunciato in merito all'avvio di una procedura finalizzata alla revoca della concessione nella titolarità della controllata Autostrade per l'Italia, deve osservare che tale annuncio è stato effettuato in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto".
La società poi critica poi il Governo per le modalità con cui ha annunciato la volontà di revocare la concessione, con prevedibili ripercussioni sul titolo in Borsa, come si sta vedendo già in questi minuti. "Le modalità di tale annuncio - rileva la società - possono determinare riflessi per gli azionisti e gli obbligazionisti".
In ogni caso, spiega quindi la nota, "pur considerando che anche nell'ipotesi di revoca o decadenza della concessione - secondo le norme e procedure nella stessa disciplinate - spetta comunque alla concessionaria il riconoscimento del valore residuo della concessione, dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili".
Leggi anche:
Video: