Attualità - 19 luglio 2018, 18:44

Un programma in tv per il pioniere della green economy

Walter Pilloni, primo in città a portare bici e scooter elettrici, presenta il format “Riambientiamoci”: ogni giovedì si affronta un tema legato all’ecologia, alla mobilità sostenibile, al riciclo: “Su questi argomenti occorre creare una nuova coscienza civica”

Un programma in tv per il pioniere della green economy

Se fossimo in Silicon Valley, quest’uomo distinto con i capelli brizzolati e la barba ben curata potrebbe tranquillamente lavorare nel team di Elon Musk. Ma questa storia non è ambientata in California, bensì in Liguria.

Walter Pilloni ha la visione, ha messo su la struttura, ha il know how. Quello che manca è il sistema. Eppure non molla, va avanti con immutata passione e tenacia. Lui è stato uno dei pionieri della green economy a Genova. Uno dei primi a credere nelle energie alternative, nei mezzi di trasporto sostenibili, nell’energia elettrica al posto della benzina.

E’ quindi persona stimata e titolata a parlare. E non poteva che essere uno così a inventarsi un programma televisivo tutto improntato sui temi dell’ambiente, dell’energia pulita, dell’ecologia, della salvaguardia del pianeta. Pilloni, che è sempre stato un imprenditore a tutto tondo (con attività dalla Cina agli Emirati Arabi) ha sempre avuto come core business i circuiti stampati, attraverso la sua azienda capofila, la Teknit.

Dal 2007, da una costola di essa, è nata Ecomission, per la produzione di biciclette elettriche e di scooter che non inquinano. A settembre arriverà il nuovo modello: “Lo abbiamo chiamato Oikos e sarà di dimensioni superiori rispetto ai suoi predecessori. Stiamo sempre meglio coniugando potenza, capacità di durata della batteria, prestazioni e comfort”.

L’impegno di Pilloni, si diceva, è arrivato sul piccolo schermo: ogni giovedì mattina alle 12 su Telegenova. “Mi sono inventato personalmente il format - racconta - quando ho visto che nessuna delle televisioni private affrontava questo argomento, per il quale mi batto da sempre e dal quale dipende il nostro futuro”. Il canale è il numero 18 del digitale terrestre. Il ‘contenitore’ è ‘Amici miei’, condotto dal popolare Enrico Cirone. Lo spazio di Pilloni, invece, si chiama ‘Riambientiamoci’.

 Un nome che è tutto un programma.

“Mai come adesso, dopo tutti i danni che sono stati fatti e il grado di ‘salute’ del pianeta, è necessario riambientarsi. Ovvero cercare di migliorare in tutti i modi il rapporto con il contesto in cui viviamo, cercando di capire che ogni cosa ha la sua durata, che l’atmosfera va rispettata, che lo spazio sulla Terra non è infinito e che ci sono delle situazioni ‘bomba’ pronte a esplodere”.

 E’ un discorso molto complesso.

“Infatti ci saranno parecchie puntate, perché voglio sviscerare la situazione come meglio è possibile. Nella seconda puntata, ad esempio, abbiamo parlato del rapporto tra i giovani e l’ecologia. Che cosa ne sanno di rispetto dell’ambiente? Come lo studiano a scuola? A che grado di consapevolezza sono giunti? Prendiamo la raccolta differenziata. I bambini la conoscono? E’ uno dei punti fondamentali”.

 Il consumo di plastica ha raggiunto livelli preoccupanti.

“Infatti. La plastica è talmente usata, e spesso abusata, che non si riesce neppure a riciclarla tutta. Questo perché se ne produce troppa. Ma serve davvero tutta questa plastica? Ci sono sostanze migliori e che degradano più in fretta. Le persone lo sanno quanto ci mette una bottiglietta di plastica a smaltirsi? Circa 600 anni. Non basta dire ‘tanto non ci sarò più’. Rispettare l’ambiente è un discorso di civiltà. Un altro problema è lo spazio: negli oceani esistono montagne di plastica. Vere e proprie ‘isole’ generate dalle correnti marine. Che ne facciamo di tutta questa roba? E’ chiaro che è un problema delicato”.

Lei da sempre si occupa di green economy: la città in questo senso è migliorata?

“Negli ultimi anni sono stati fatti passi in avanti. Con questa amministrazione, poi, ho un buon rapporto (Pilloni è consigliere municipale di minoranza nel Municipio Medio Ponente). Uno dei primi passi, sono stati i contributi che il Comune ha stanziato per le bici elettriche: circa 235mila euro, la cifra maggiore in assoluto mai erogata da una civica amministrazione. Questo ha fatto sì che le vendite di biciclette elettriche salissero nell’ultimo anno del 146%. Sono comode, belle, alla portata di tutti e di tutte le tasche e si può arrivare in cima alla Guardia anche senza essere allenati. Pure le colonnine in città stanno aumentando. Segno che c’è una consapevolezza sempre maggiore su questi temi. Mi ricordo, anni fa, quante battaglie, per installare questi punti di ricarica. Ora la strada è spianata, ma occorre farne ancora molta”.

 A proposito di strade: Genova non si presta molto alle biciclette.

“Questa è stata spesso utilizzata come scusa. E’ vero, per come la città è conformata, molte strade sono strette e pericolose. Ma le piste ciclabili, almeno in quelle principali, si possono disegnare. Se si tirano fuori degli alibi, non le si faranno mai. Io sono invece ottimista. C’è un bellissimo progetto, ad esempio, di cui sento sempre più spesso parlare: si chiama ‘11 Kilometri’ e riguarda un percorso per le biciclette dalla Fiumara sino a Boccadasse. E’ un disegno che è stato regalato al sindaco Bucci da un gruppo di architetti e urbanisti. Spero un giorno di poterlo vedere concretamente. Se non ci sono infrastrutture adeguate, tutto il discorso va a farsi benedire”.

C’è anche il problema di dove parcheggiare la bici.

“Vero. Noi ci siamo resi disponibili presso Tursi. Se vorranno, regaleremo tutti i bike parking necessari. Non sono rastrelliere normali, ma molto belle anche esteticamente”.

 Per anni l’ecomobilità o mobilità compatibile è stata osteggiata dalle lobby. Ora com’è la situazione?

“Nettamente migliore. In tutto il mondo. Elon Musk con Tesla ha creato un movimento eccezionale. Ma non solo per quanto riguarda l’auto, che ormai producono un po’ tutte le case automobilistiche, con i nuovi modelli ‘ibridi’. Anche per scooter e bici il momento è propizio”.

 A Genova ci sono esempi importanti di imprenditori passati al green: la famiglia Garrone.

“Loro hanno dimostrato che voltare pagina non è solo una scelta legata al coraggio, ma anche alla lungimiranza. Li apprezzo molto. Io, nel mio piccolo, posso dire con orgoglio di aver iniziato per primo. Un tempo facevo fatica a spiegare le mie idee, adesso mi vengono a cercare. Ma questa è una ‘missione’ non legata solo agli affari. Io lo faccio perché ci credo veramente. Perché voglio dare il mio piccolo contributo a rendere il mondo un posto migliore dove vivere. E’ questo il senso del green. Il suo significato ultimo: non un business, ma una filosofia. Chi vende mezzi elettrici non punta ad aumentare il Pil, ma punta al benessere di tutti. Quando vediamo una persona con uno scooter elettrico o una bici a batteria, penso che dovremmo ringraziarla: perché non ci sta facendo respirare polveri sottili. Più questi discorsi prenderanno campo, meglio staremo tutti. Per questo, ben venga la tv. E quindi concludo proprio con il titolo del mio programma ‘Riambientiamoci’”. 

Alberto Bruzzone

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