Protesta dei genitori dei ragazzi autistici per una clausola inserita nell'atto di intesa di revisione delle "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi dello spettro autistico". Con il provvedimento, i servizi per l'autismo rischiano di essere condizionati alla disponibilità economica a livello territoriale.
L'Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) chiede al ministro Lorenzin di non firmare il provvedimento e si dice "pronta ad impugnare l'atto di Intesa davanti alle competenti Autorità, confidando che il prossimo Governo possa rimediare a una violazione di legge".
Spiega Benedetta Demartis, presidente dell'Angsa:
E' una decisione gravissima: le Linee di indirizzo sono i Lea per l'autismo, in conformità al Dpcm sui nuovi Lea, che all'articolo 60 inserisce questa patologia nelle particolari categorie. La nuova clausola ridicolizza e declassa il documento. In pratica le persone con autismo, che facevano affidamento sulle nuove normative, continueranno ad essere private dei servizi di assistenza e cura.
Si è trattato di un blitz delle Regioni favorito dal momento di vacatio legis, in cui l'interlocutore chiave, cioè il Ministero della Salute, ha perso ogni potere contrattuale e ogni interesse, nonostante fosse stato sollecitato in tutti i modi a rimanere vigile.
Per i servizi previsti non si dovrà più attingere al Fondo sanitario nazionale la loro erogazione è vincolata alla disponibilità finanziaria delle aziende sanitarie.
Continueremo a vedere servizi diversi e a macchia di leopardo. Le Regioni avranno questo alibi per giustificare l'inefficienza di una vera presa in carico.