Da 10 anni si attendeva la firma che sarà apposta domani, giovedì 19 aprile, alle ore 15, tra la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (Aran) e i sindacati per il rinnovo del contratto del settore istruzione. Per circa 1,2 milioni di dipendenti entreranno in vigore le novità previste dal nuovo contratto e verranno confermati quindi gli aumenti previsti e gli arretrati.
Ai lavoratori sarà riconosciuto l'aumento di stipendio previsto dall'intesa del novembre 2016 tra Governo e sindacati: per la scuola si va da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro. L'aumento medio sarà di 96 euro mensili lordi a cui si aggiungono circa 400 euro di arretrati.
Cgil, Cisl e Uil si riuniranno al tavolo per firmare, mentre sarà assente lo Snals (che non aveva approvato la pre-intesa). La firma, attesa da un decennio, è stata sbloccata dal via libera della Corte dei Conti, che ha certificato l'ipotesi di rinnovo del contratto del comparto (che comprende Scuola, Università, Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), Ricerca) che era stata siglata il 9 febbraio scorso.
"Questo contratto non è un punto di approdo ma una ripartenza, visto che andrà in scadenza il 31 dicembre 2018 e che il prossimo governo dovrà stanziare nella legge di bilancio le risorse per il triennio 2019-2021", commenta la Flc Cgil.
"Aver firmato il contratto si conferma la scelta giusta, un concreto punto fermo. Questo contratto non ha tolto nessuna tutela, ne ha rafforzato qualcuna, ha ridato spazio alla contrattazione, a tutti i livelli", osserva la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
Per la ministra dell'Istruzione e dell'Università, Valeria Fedeli, "il traguardo raggiunto ci consente di dare il giusto riconoscimento professionale ed economico, dopo oltre 8 anni di attesa, a tutti coloro che lavorano con passione e serietà nel comparto della conoscenza".
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