Attualità - 04 aprile 2018, 11:30

L'acqua del bronzino: di qualità e a basso costo. Esce da ogni rubinetto genovese

È acqua oligominerale, leggera, microbiologicamente pura e povera di sodio. Il capoluogo ligure vanta una qualità d’acqua potabile che poche altre città e regioni d’Italia hanno

L'acqua del bronzino: di qualità e a basso costo. Esce da ogni rubinetto genovese

È acqua oligominerale, leggera, microbiologicamente pura e povera di sodio. Di che marca si tratta? Di nessuna, perché non è acqua in bottiglia, bensì quella del rubinetto. Di ogni rubinetto genovese.

Non tutti lo sanno, infatti, ma il capoluogo ligure vanta una qualità d’acqua potabile che poche altre città e regioni d’Italia hanno. E anche un costo, a metro cubo, tra i più bassi d’Europa (1,5 euro rispetto al quadruplo di Gran Bretagna e Germania).

Il merito? Delle nostre fonti e della gestione della rete idrica, insieme a un bassissimo inquinamento antropico.

Infatti, come spiega Giorgio Temporelli, fisico, esperto in igiene, normativa e tecnologie per il trattamento delle acque, “l’approvvigionamento di Genova per oltre l’80% avviene grazie a fonti superficiali, in particolare i laghi artificiali del Brugneto, di ValNoci, del Gorzente e della Busalletta. Tutta acqua che si trova in altura, non inquinata e sfruttata anche per la produzione di energia elettrica”. 

Quindi che necessita di trattamenti lievi per essere resa potabile: "Per essere disinfettata e arrivare microbiologicamente pura nelle case, occorre un dosaggio di cloro, che può lasciare un certo retrogusto, ma che è sinonimo di garanzia. Possiamo bere tranquillamente l’acqua del nostro rubinetto".

Perché le proprietà organolettiche della cosiddetta acqua del bronzino sono buone, e al limite, se proprio non vogliamo sentire alcun retrogusto, possiamo ricorrere ai filtri, ma scegliendo quello opportuno, perché “non ne esiste uno universale – spiega Temporelli - si deve valutare il dispositivo più adatto alle proprie esigenze". E che può farci risparmiare il consumo di acqua in bottiglia. Infatti a livello nazionale ne siamo grandissimi consumatori, ma i genovesi, appunto, potrebbero farne benissimo a meno.

In effetti, rispetto al mercato italiano, che offre una vastissima quantità di marche tra cui scegliere, a Genova e provincia è rimasta solo la “Santa Clara” di Borzonasca, mentre “l’Acqua del Faiallo” e “Madonna della Guardia” sono inattive da tempo. Inoltre, se la si vuole con le bollicine, ma evitando di immettere plastica nell’ambiente, sarebbe sufficiente acquistare i pratici gasatori, quelli più semplici da tavola o gli erogatori da collegare alla rete idrica, ormai utilizzati anche in molti ristoranti.

Infine, oltre a essere acqua d’ottima qualità quella che giunge nelle nostre case (vengono erogati 80 milioni di metri cubi d’acqua all’anno) non rischia di esaurirsi. Infatti “è distribuita attraverso il gestore unico - conclude Temporelli -, che dal 2006 ha interconnesso le reti sino ad allora separate, quelle storiche di Amga, De Ferrari Galiera e Nicolay, per cui le fonti sono sempre le stesse, ma nessuna zona può restare a secco. Lo sfruttamento della risorsa è ottimale, al punto che nemmeno nei momenti più critici può accadere di rimanere senz’acqua, come invece è successo a Roma durante la scorsa estate”. 

Medea Garrone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU