- 08 aprile 2017, 15:11

Tragedia di Pietra Ligure, un amico: "Janira brava e buona in un mondo di lupi"

"Era una brava ragazza che dava fiducia a tutti. Questa non è l'arma ideale per combattere oggi in un mondo di lupi". A dirlo è Rosario, un amico della famiglia della vittima.

Tragedia di Pietra Ligure, un amico: "Janira brava e buona in un mondo di lupi"

"Era una brava ragazza che dava fiducia a tutti. Questa non è l'arma ideale per combattere oggi in un mondo di lupi". A dirlo è Rosario, un amico della famiglia della vittima. I genitori di Janira D'Amato, la ventenne trucidata dall'ex fidanzato nell'appartamento di piazzetta Morelli a Pietra Ligure, si sono chiusi in uno stretto riserbo. Sovrastati dal dolore.

"Alessio l'ho visto una volta sola. Non lo conoscevo" sottolinea Rosario, raggiunto a Vezzi Portio. "Ho saputo che Janira, così mi ha detto sua mamma, doveva andare a lavorare nelle crociere. Era contenta, a quanto pare, anche perché per un giovane di oggi conoscere il mondo prima di mettere su famiglia è consigliabile" osserva, ribadendo con sconforto l'immagine della ragazza buona e sempre disponibile in "un mondo di lupi".

Ex studentessa del Migliorini di Finale Ligure, Janira ("Shaky" per gli amici) sognava un impiego sulle navi da crociera. Figlia di un caposquadra dei vigili del fuoco, prestava servizio alla Croce Verde di Finale Ligure, e da pochi giorni aveva conseguito la certificazione Tem per salire sui mezzi di emergenza. 

La relazione tra i due ventenni pietresi si era deteriorata qualche mese fa, specialmente per la scelta della ragazza di frequentare lo stage di Costa Crociere per la formazione di pasticcerie e panettieri di bordo, trasferendosi ad Arenzano. Ieri sera, con la scusa di recuperare alcuni oggetti, la giovane ha accettato di incontrare l'ex nell'abitazione lungo il Maremola. Ne è scoppiata una lite, in cui il ragazzo l'ha assalita con un coltello a serramanico portato con sé - sembra - sin dal pomeriggio.

Dai primi rilievi sul cadavere, sono state rilevate 15 coltellate. Una delle quali, alla gola, sarebbe stata subito fatale. Dopo il delitto, Alessio Alamia Burastero si è rifugiato dalla nonna, alla quale ha raccontato l'accaduto. La nonna stessa l'ha convinto a costituirsi; è stato quindi accompagnato da un vicino di casa in caserma.

Interrogato dagli inquirenti, Alessio ha confessato di aver ucciso la ragazza. Ha parlato in stato confusionale. Il giovane è difeso dall'avvocato Alessandro Vignola. L'interrogatorio di convalida è fissato per lunedi pomeriggio in tribunale. 

Molti sono i punti ancora da chiarire, a partire dalla premeditazione che potrebbe essergli contestata quale aggravante nell'omicidio volontario. Il ragazzo avrebbe anche sottratto il cellulare della vittima, uscendo di casa dopo l'aggressione mortale.

Rg

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