È fissato per lunedì pomeriggio, nel tribunale di Savona, l’interrogatorio di Alessio Alamia Burastero, il ventenne accusato di avere trucidato la ex fidanzata Janira D’Amato. Ieri notte la tragedia in un'abitazione in piazzetta Canonico Morelli, nel cuore di Pietra Ligure.
Una cittadina, quella pietrese, sotto choc per l'accaduto, per un fatto di sangue che coinvolto due ragazzi nel pieno della gioventù. Nella maggior parte dei casi, ancora oggi per le vie della località rivierasca, la coppia viene descritta come tranquilla e affiatata. Soltanto negli ultimi tempi, infatti, il rapporto si era incrinato sino alla rottura. Lui maldigeriva la scelta di Shaky - così era soprannominata dagli amici Janira - di frequentare il corso per pasticceria e panetteria a bordo, con la prospettiva di imbarcarsi sulle navi Costa. Una decisione che implicava il trasferimento della ragazza, già studentessa dell'Alberghiero "Migliorini", ad Arenzano.
Secondo le prime ricostruzioni, il ragazzo avrebbe portato con sé un coltello da sopravvivenza (in stile Rambo) fin dal pomeriggio, un aspetto sufficiente a fare contestare, quindi, l’aggravante della premeditazione. Con la scusa di scambiare alcuni oggetti, ha convinto l'ex fidanzata ad un incontro, sfociato in tragedia. Sarebbero 15 le coltellate inferte dal ragazzo al corpo di Janira, lasciata sul pavimento in un lago di sangue. Senza scampo.
La tragedia si è consumata nelle ore serali di venerdì, nell'alloggio che appartiene al complesso lungo il torrente Maremola, presso il doppio sottopasso Aurelia-ferrovia. Ripercorriamo la vicenda. Janira D’Amato, esempio di ragazza modello: ex allieva dell’Istituto Alberghiero di Finale Ligure con validi risultati scolastici e impegnata nel mondo del volontariato con la Croce Verde di Finalborgo, probabilmente ispirata dall’impegno sociale del padre, caposquadra dei Vigili del Fuoco.
La ragazza, durante la tragica alluvione del novembre 2016, era stata una degli “Angeli del Fango” che aveva aiutato a ripulire dai detriti piazzetta Canonico Morelli a Pietra Ligure. Proprio quella stessa piazza che, per un infausto paradosso del destino, diventerà teatro del delitto commesso attorno alle 19,30 di venerdì 7 aprile.
In questa sua vita da ragazza modello, Janira stava vivendo una storia d’amore che sembrava fino a gennaio scorso idilliaca; poi, però, improvvisamente, in questi ultimi giorni il rapporto si incrina: iniziano le conflittualità, le liti, secondo alcuni commenti pare che lei si senta oppressa dalla gelosia di lui. “Shaky” inizia a sfogarsi sui social network con post densi di malumore. Alessio, al contrario, su Facebook dedica poesie alla sua “J” (come la chiama lui) e tenta di riaverla in tutti i modi, ribadendole che per lui si tratta di un amore speciale.
Ad aggravare le cose arriva la decisione di Janira di intraprendere un corso ad Arenzano come chef di pasticceria per la Costa Crociere, che la porterà ancora più lontana da lui.
Ed ecco il tragico epilogo: lui con la scusa di restituirle alcuni oggetti personali la invita a casa e lei, nonostante negli ultimi tempi avesse cercato di evitarlo in ogni modo, rifiutandosi di andare anche all’ultima festa di compleanno di lui e ad altri eventi che avrebbero potuto coinvolgere amicizie comuni, stavolta decide di andare.
Sul corpo della ragazza si contano quindici coltellate, inferte con forza devastante. La recisione della gola sarebbe il colpo fatale, secondo la perizia del medico legale.
A quel punto Alessio, in stato confusionale, si ripulisce dal sangue, esce dall’abitazione e inizia a vagare senza meta, ma trattiene con sé il cellulare; poco dopo il padre della ragazza, preoccupato per il fatto che lei non è rientrata per cena, telefona e lui evasivo risponde che lei è appena uscita per tornare a casa ma ha dimenticato il suo telefono da lui. Il padre si insospettisce.
Alessio rimane per circa un’ora per le strade di Pietra Ligure senza sapere che cosa fare, finché compie la decisione definitiva e si confida dalla nonna, che abita a Loano. Lei lo convince a costituirsi. Il giovane ventenne viene accompagnato da un vicino presso la stazione dei Carabinieri, che lo portano in carcere a Imperia.
La famiglia di lei e la nonna di lui si stringono in un doloroso riserbo e non rilasciano pubbliche dichiarazioni: a questo punto solo il confronto di lunedì pomeriggio a Savona, al cospetto del pm Daniela Pischetola, potrà svelare le ultime verità.