- 10 aprile 2013, 18:35

La "rete savonese fermiamo il carbone" su Tirreno Power: "Dove erano le istituzioni che dovevano tutelarci?"

L'associazione: "Nei prossimi giorni presenteremo un voluminoso esposto in Procura"

Immagine di repertorio

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La "rete savonese fermiamo il carbone" esprime il proprio parere sul caso Tirreno Power, a seguito dell'articolo pubblicato in data odierna su un noto quotidiano: " Prendiamo atto di quanto riportato oggi da un noto quotidiano “Le emissioni delle ciminiere della Tirreno Power di Vado Ligure sarebbero alla base di molti casi di cancro nella popolazione vadese e zone limitrofe alla centrale. Ma soprattutto ci sarebbe nesso di causalità tra l’inquinamento e i decessi per malattie cancerogene da inquinamento. E’ l’inquietante (usando un eufemismo) conclusione a cui sono arrivati i periti incaricati dalla procura…”Meno male che c’è la Magistratura che ha disposto le perizie ma a questo punto ci domandiamo dove era chi per dovere istituzionale avrebbe dovuto approfondire la situazione ambientale e sanitaria? E qui facciamo precisi riferimenti: dove era la ASL e l'assessorato regionale alla sanità e all'ambiente? e l'Arpal? Dove era il Ministero della Salute? Dove erano gli amministratori a tutti i livelli, specialmente quelli che per istituto  hanno  il compito di tutelare la salute? Dove era e dove  guardava la Regione Liguria e la Provincia di Savona con i suoi costosi assessorati e con le sue costose strutture? E non ci vengano a dire la solita storia, che non sapevano, che non potevano...Non potevano non sapere quello che un Ente super partes come l’Ordine dei Medici aveva ufficialmente dichiarato :“nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari” e ancora a proposito di quei gruppi a carbone 3 e 4 parlavano di   “minaccia reale e consistente per la  salute e per la vita dei cittadini della provincia di Savona”. Qui è necessario scandire bene le parole: i medici parlavano di minaccia reale e consistente non solo per la salute ma per la vita dei cittadini. Non potevano non sapere quanto loro comunicato con una valanga di documenti, perizie, lettere e diffide dai nostri comitati. Qualcuno avrà anche il coraggio di affermare che con la concessione dell’AIA comunque si ridurranno le  emissioni. Noi diciamo basta: bisogna finalmente che i cittadini sappiano che questa autorizzazione permetterà a quei vecchi gruppi a carbone 3 e 4 di funzionare ancora per molti anni e con che limiti! per  il biossido di zolfo  una concentrazione per SO2  oltre  17 volte rispetto al limite minimo MTD e oltre 1,7 volte rispetto al limite massimo MTD  (migliori tecniche disponibile previste dalla normativa). Per il monossido di carbonio una concentrazione di oltre 8 volte rispetto al limite minimo MTD  e di 5 volte rispetto al limite massimo MTD. Ma addirittura il futuro gruppo cosiddetto nuovo entrerebbe in esercizio con un valore di CO quattro volte rispetto al limite minimo MTD e oltre il doppio rispetto al limite massimo. Come noto la rete savonese fermiamo il carbone ha presentato ricorsi amministrativi ed ha pronto un voluminoso esposto che nei prossimi giorni sarà presentato alla Procura".

c.s.

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