- 12 novembre 2012, 16:41

Piattaforma Maersk: "La battaglia non é finita". Intervista precotta al presidente del comitato "AmareVado"

La nuova offensiva: ricorsi al Consiglio di Stato e segnalazioni a Bruxelles, già partite e alle quali Bruxelles ha già risposto

Piattaforma Maersk: "La battaglia non é finita". Intervista precotta al presidente del comitato "AmareVado"

La piattaforma di Vado ligure continua il suo percorso ma le associazioni ed il Comune di Vado non si arrendono e annunciano nuove battaglie. L’Amministrazione vadese è pronta a ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR sul ricorso per i dragaggi ed il Comitato AmareVado ha presentato una segnalazione a Bruxelles per i finanziamenti pubblici per quella che definiscono un opera privata.

LA PIATTAFORMA A VADO TEMA CENTRALE DELLA POLITICA

In questi giorni con la visita dell’Assessore regionale Vesco e del viceministro Ciaccia, la Piattaforma Maersk e tutto ciò che gravita intorno ad essa, è tornata ad essere l’argomento centrale della politica e della vita cittadina, sia a Vado Ligure che a Savona, non solo per il progetto in se ma anche per le nuove leggi sui porti e le Autorità portuali, l’indotto, l’occupazione e l’economia nazionale, trattandosi di un opera legata ai traffici marittimi transoceanici.

LE SENTENZE NEL MIRINO DEI NUOVI RICORSI

Le diverse dichiarazioni dei rappresentanti politici hanno inevitabilmente sollevato critiche e osservazioni da chi contesta fortemente il progetto. L’amministrazione di Vado Ligure sta valutando se presentare  al Consiglio di Stato la sentenza del TAR che recentemente ha respinto il ricorso effettuato dal comune contro i dragaggi nella rada vadese. I giudici pur confermando la presenza di inquinanti nei fondali non ritengono pericolosi i lavori propedeutici alla piattaforma. Di tutt’altro parere gli amministratori locali che vogliono chiarezza sulla salute dei propri cittadini e di chi frequenta il mare di Vado.

CONTESTATI I FINANZIAMENTI E L’INTERVENTO DI VESCO

Il comitato Amare Vado, da anni impegnato nella lotta contro il progetto ha deciso di segnalare alla Direzione Generale della concorrenza di Bruxelles i finanziamenti statali destinati alla piattaforma, a loro dire possibile aiuto di stato illegale ad un azienda privata, tramite il proprio legale, l’Avvocato Granara.

Molte, sono dunque state, le dichiarazioni e le rassicurazioni sui finanziamenti e l’inizio dei cantieri pronunciate dalle diverse parti interessate. L’assessore Vesco in primis, durante una visita ai cantieri Maersk, per osservare da vicino i lavori di costruzione della piattaforma, si è dichiarato rincuorato nell’osservare lo stato di avanzamento degli stessi, legato al completamento dell’iter burocratico e la cura a livello ambientale e tecnico, con cui viene seguita la costruzione.

IL PRESIDENTE DI AMAREVADO RINNOVA LA GUERRA ALLA PIATTAFORMA

Dall’altra parte il Comitato è pronto a riprendere la sua battaglia e spiega come tramite il suo presidente, Giovanni Daniele.

lei è il presidente del Comitato Amare vado, che da anni si batte contro il progetto Maersk, che definite “un irrimediabile interramento del mare di Vado Ligure ed un futuro fatto di camion e container che accerchieranno Vado e le sue strade. Che cosa ne pensa di ciò che è stato detto dall’Assessore Vesco durante la sua visita ai cantieri?

"I FINANZIAMENTI? TUTTI DA DIMOSTRARE"

Onestamente sono sempre le stesse dichiarazioni, alcune delle quali ormai vecchie e ripetute più volte. Gli argomenti sono sempre gli stessi da anni e le affermazioni di questi giorni non ci sembrano molto diverse. Da tempo si dichiara come certo il finanziamento, che i soldi ci sono e che a livello amministrativo è tutto pronto e avviato. Eppure manca tutta la documentazione. I progetti esecutivi, la presentazione delle opere retro portuali, obbligatorie per la piattaforma, gli stessi finanziamenti, come detto d’altronde dallo stesso viceministro Ciaccia in occasione del convegno di venerdì, non sono in realtà ancora sbloccati ma in attesa della delibera del CIPE. Oltretutto ci pare quasi “irregolare” a livello legale, dichiarare che i cantieri per la costruzione della piattaforma vera e propria, siano avviati, se cosi fosse ci sarebbe una grave mancanza sull’accordo di programma stipulato tempo addietro e che prevede tutta una serie di passaggi che ad oggi non risultano espletati, o almeno, trattandosi di atti pubblici, non ne abbiamo trovata traccia.

"I RIEMPIMENTI : CHI CERTIFICA LA QUALITA’?"

Come ad esempio non sappiamo da dove arrivi la terra di riempimento che stanno scaricando in mare in questi giorni o chi ne certifichi la “qualità” Considerato che rovesciare in mare del terreno significa inevitabilmente che una parte di esso venga trasportato dalle correnti anche lontano dalla zona di scarico la sola garanzia dei rappresentanti Maersk, non ce ne vogliano, ma non ci pare abbastanza.

"TONI POLITICI NON CORRETTI NEI NOSTRI CONFRONTI"

L’Assessore Vesco durante l’intervista ha anche parlato di chi si è opposto alla costruzione della piattaforma definendo le “sacche di resistenza” senza rilevanza rispetto ad un opera che è partita e che verrà completata. Crede che sia effettivamente cosi?

Definirci sacche di resistenza lo considero sbagliato. E’ un termine poco felice, mi svaluta come interlocutore democratico e mi identifica quasi come un guerrigliero sconfitto. E’ nel diritto di tutti avere opinioni differenti ed è nel diritto di tutti i cittadini, in un paese democratico, essere interlocutori a tutti gli effetti sulle questioni che ci riguardano dandoci modo di avere tutte le risorse necessarie per poter valutare opere come questa con la trasparenza e la visione dei documenti adeguata e obbligatoria per legge.

"SARA’ UNA BATTAGLIA FINO ALLA FINE"

Crede che continuare quindi a “combattere” sia utile?

Non fare niente sarebbe peggio. Forse non  riusciremo a impedire la costruzione della piattaforma e tutto ciò che ne conseguirà ma non mi sentirei a posto con la coscienza se nemmeno ci provassi. Ragionare sul “tanto la fanno è inutile opporsi” a mio parere è un concetto che non dobbiamo permettere che continui a persistere nel pensiero delle persone. E’ esprimendo le proprie opinioni e contestando in maniera adeguata ciò che ci appare come un grave errore per il nostro futuro e quello dei nostri figli che le cose possono migliorare se non cambiare.

"ABBIAMO COINVOLTO ANCHE BRUXELLES: IL FRONTE SI ALLARGA"

Per questo continueremo la nostra battaglia e per farlo oltre che sul piano legale italiano ci siamo rivolti anche alla Comunità Europea. Abbiamo fatto aprire, tramite consiglio del nostro legale Granara, una segnalazione alla Direzione Generale della concorrenza di Bruxelles per contestare i finanziamenti pubblici della piattaforma. Trattandosi di fatto di un opera che verrà concessa ad uso privato ad un azienda, per un periodo infinitamente lungo per essere una concessione demaniale, ci sono gli estremi, a nostro dire e del nostro avvocato, per definirli come un aiuto di stato illecito ad un ente privato.

E’ pervenuta da parte della Direzione Generale l’accettazione della segnalazione ed è stato avviato l’iter procedurale, vedremo quindi, nei tempi previsti per questo genere di cose, se sono da considerarsi tali oppure no.

Mentre per quel che riguarda i ricorsi in piedi attendiamo le udienze al Tar e stiamo considerando, come Comitato AmareVado, di ricorrere al Consiglio di Stato, per la sentenza emessa dallo stesso sul ricorso contro i dragaggi, che presentava, a nostro dire, alcune discrepanze.

In questi mesi di importanti novità sulla piattaforma, molto negative dal vostro punto di vista, è apparso quanto mai “assordante” il silenzio del comitato ma dalle sue parole si intuisce che la battaglia continua.

"NON ABBIAMO PERSO FIDUCIA, DOBBIAMO SOLO TROVARE LE RISORSE"

Sono stati mesi importanti e per diverse ragioni abbiamo dovuto pensare molto a ciò che avremmo potuto fare o non fare. Soprattutto per due ragioni. Il rilancio della battaglia vuol dire un notevole dispendio di energie e la grave crisi occupazionale che sta colpendo fortemente Vado Ligure e tutta l’Italia ne assorbe molte ma non è giusto prendere in giro chi ha perso il lavoro continuando a proporre senza vergogna il baratto più lavoro meno salute. In secondo luogo il ricorso al Consiglio di Stato costa e il rischio di dover pagare spese legali va tenuto in conto. E’anche per queste ragioni che dobbiamo e vogliamo avere il sostegno dei cittadini che si sentono liberi e che vogliono opporsi ad una devastazioni ulteriore dell’ambiente in cui viviamo. La posta in gioco è molto alta. Immaginare il territorio di Vado e dintorni tombato a mare dalla piattaforma e avvelenato dalla Centrale a carbone, dai mille camion al giorno e dai dragaggi di fondali inquinatissimi è qualcosa che non può lasciarci inerti ed indifferenti.

di Arianna Codato

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