- 29 febbraio 2012, 12:40

PRC Savona: adesione allo sciopero, ma senza strumentalizzazioni

Evidentre il tentativo di veicolare e far accettare al territorio impianti industriali fortemente contestati. Pensiamo anche agli "Accordi di programma" che troppo spesso, in situzione di crisi, costituiscono un vero e proprio grimaldello per superare vincoli ed ostacoli

PRC Savona: adesione allo sciopero, ma senza strumentalizzazioni

Il tessuto produttivo della nostra provincia sta subendo giorno dopo giorno colpi durissimi. Sono decine le realtà in crisi e centinaia i posti di lavoro a rischio. Migliaia se si considera l'indotto. Anche per questo Rifondazione Comunista aderirà alla sciopero proclamato da CGIL, CISL e UIL per il prossimo 1 marzo. Una data importante che richiama alla mente gli scioperi antifascisti del 1944, una data importante per tutti i savonesi e per quanti oggi lottano per la difese della democrazia.

Uno sciopero importante che, proprio per questo, non può e non deve essere strumentalizzato per veicolare e far accettare al territorio impianti industriali fortemente contestati. Ad esempio, sul caso della OCV, vengono considerati i costi di approvvigionamento elettrico per legare il caso all'ampliamento della centrale di Vado Ligure e Quiliano. Un'agevolazione che è indipendente dal combustibile usato e dalla richiesta di Tirreno Power.

Pensiamo anche agli "Accordi di programma" che troppo spesso, in situzione di crisi, costituiscono un vero e proprio grimaldello per superare vincoli ed ostacoli. Sono strumenti mediante i quali si agisce in deroga alla pianificazione territoriale, ai piani energetici regionali e nazionali, alle normali procedure pianificatorie.

La realtà savonese conta oggi più di 80 aziende in crisi, di cui molte ormai sull’orlo della chiusura. Ferrania si spegnerà definitivamente entro l’anno, lasciando sul terrreno circa 300 lavoratori, OCV ha annunciato la chiusura, la proprietà della cartiera di Murialdo si rende irreperibile, i cantieri Baglietto sono in crisi, la Cartiera verde di Varazze rischia la chiusura così come la FAC di Albisola Superiore.

Il problema è, a nostro parere, la mancanza di scelte politico-economiche di grande respiro. In pochi anni la provincia di Savona ha, infatti, perso più di 15.000 posti di lavoro. I dati INPS parlano di un aumento del 2.360% per 1.322.837 ore della cassa integrazione straordinaria nel 2011 rispetto al 2010 e stanno a dimostrare una situazione ormai insopportabile. La cassa integrazione ha interessato 12.228 lavoratori savonesi, con un aumento del 7,23% rispetto al 2010. Circa 1200 sono i lavoratori in cassa a zero ore. 6,24% è stato l’aumento della disoccupazione che oggi interessa 10.787 persone. 

I dati parlano di una situazione economico-sociale italiana al collasso. Le lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i pensionati stanno pagando per intero una crisi causata da trent'anni di politiche liberiste e dalla speculazione finanziaria. Il Governo Monti sta facendo le stesse politiche del Governo Berlusconi. Ha realizzato la più iniqua controriforma delle pensioni della storia del paese, perseguito nuove privatizzazioni dei servizi pubblici locali, regalato nuovi sgravi fiscali alle banche. Ha eliminato il contratto collettivo delle ferrovie, ha aperto una trattativa sul mercato del lavoro con un nuovo attacco all'articolo 18 e proposto la drastica riduzione degli ammortizzatori sociali.

Per contrastare queste politiche noi il primo marzo saremo in piazza.

 

com.

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