Ciclone Nucera, una storia paradossale, sconvolgente, inquietante e senza precedenti nella enciclopedia dei guinnes di primati giudiziari di questa provincia. Voragine di debiti compresa. Sempre in attesa di sviluppi quanto mai imprevedibili. Nel sito www.letteraalpresidente.it , di fatto inattivo con la latitanza dell’architetto Andrea Nucera, compare la risposta del segretariato generale della presidenza della Repubblica:
“Gentile signor Nucera, rispondo agli esposti che ha inviato al Presidente della Repubblica. Al riguardo debbo farle presente che, per dettato costituzionale, il Capo dello Stato non ha poteri di valutazione o di intervento sulla vicenda, il cui esame è rimesso in via esclusiva alla magistratura. Peraltro poiché i suoi esposti contengono doglianze sull’operato di magistrati, gli stessi sono stati trasmessi al Consiglio Superiore della Magistratura che, nella sua collegialità, valuterà la sussistenza o meno di profili di eventuale rilievo disciplinare. Al Consiglio superiore potrà pertanto direttamente rivolgersi, ove lo ritenga, per conoscere l’esito della trattazione”(...vedi). La corrispondenza è antecedente all’ordine di cattura, alla fuga all’estero del ricercato. Si aggiunga che tra le lagnanze, estranee all’attività dei magistrati inquirenti, sono ‘sfuggiti’ alla cronaca alcuni aspetti quantomeno curiosi. A fine luglio l’ex re del mattone savonese rendeva noto al Quirinale che uno dei suoi accusatori (Carlo Casella) “è un pluripregiudicato truffatore il quale ha tentato nei miei confronti un’estorsione minacciando di montare un caso (scandalo ndr) in caso di mancato accordo su una somma di denaro”. Andrea Nucera che poteva contare all’epoca su un proprio staff di pubbliche relazioni, rivela ancora nelle lettere estive: “Ho provato a pubblicare la mia versione dei fatti, a mie spese, sui principali quotidiani italiani che mi hanno opposto un categorico rifiuto. Nessuno, anche accondiscendendo ad eventuali correzioni del testo, ha accettato la pubblicazione a pagamento- Corriere della Sera, Repubblica, Il Sole 24 Ore-“. Un altro aspetto che emerge in tutta evidenza, è il vuoto degli amici creatosi attorno ad un personaggio per anni riverito e cercato da una vasta platea di persone, personalità, personaggi, professionisti anche gravitanti nel mondo della politica e del potere. Compresa l’ultima campagna elettorale per le elezioni nel parlamento regionale. Eppure nello stesso sito soltanto un cittadino si firma con nome e cognome. Si tratta di Daniele Capello, già pubblico amministratrore ingauno area Pd, non nuovo a disavventure con la giustizia ed in attesa di giustizia, scrive (vedi testo integrale….): “Mi firmo e credo che molti sappiano che io sono amico di Andrea Nucera da sempre. Dispiace quando un imprenditore decide di lasciare la propria attività, e ancora di più dispiace leggere cattiverie gratuite nei commenti. Collaboro con il gruppo Geo (Nucera) dal 1996, e prima ancora collaboravo con le aziende del padre di Andrea e non ho mai dovuto chiedere che mi venisse pagata una mia prestazione…mi chiamava lui prima che finissi il mio incarico.. . e non lo faceva per amicizia perché quando sbagliavo l’incarico me lo toglieva senza complimenti….”. Forse è anche per questa ragione che tra i suoi tecnici (vedi la foto delle due tabelle-quadro della T 1 a Ceriale e della storica villa di viale Italia ad Albenga) non mancavano professionisti conosciuti, ben introdotti nell’intera provincia.
L’INTERVISTA-TESTIMONIANZA A CERIALE |
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Sul numero scorso di Trucioli (vedi….) abbiamo titolato “Vi racconto Andrea Nucera assessore a Ceriale. Oggi in croce, ieri giudizioso e intelligente. A Napolitano scrive ‘Avevo un piano per dare vita ad un quotidiano L’Opinione di Savona’, anche per rompere, rimarcava, il duopolio di chi gestisce le notizie in questa provincia (La Stampa e Il Secolo XIX). L’attenzione dell’articolo era in particolare rivolta ai fatti che vedono alla ribalta il complesso residenziale sorto tra l’Aurelia e la ferrovia, conosciuta come T 1, sottoposto a sequestro giudiziario richiesto dalla Procura della Repubblica, confermato dal Tribunale del riesame e in ultima istanza dalla Cassazione. |
Un insediamento, denominato Brezza di Mare (Trucioli aveva riportato anche il depliant promozionale), che è stato risparmiato, si fa per dire, dai fallimenti di quattro società del gruppo Nucera. Complesso che era in corso di costruzione ed escluso dal maxi-sequestro di beni per 130 milioni di euro, proprio in conseguenza del provvedimento cautelare preso nel febbraio 2011, con l’accusa di lottizzazione abusiva, associazione a delinquere, falso. La T 1 fa parte integrante di un impero ormai in dissoluzione e in attesa delle procedure per risarcire i creditori vittime di una presunta e colossale bancarotta fraudolenta (da qui l’ordine di cattura finale). Con decine e decine di parti lese. Tra gli interrogativi del precedente articolo era emersa una constatazione. Sarebbe utile ricostruire le tappe salienti di come si è arrivati al ‘mostro giudiziario’ causato dalla T 1 stessa. Senza addentrarci, per questo, negli addebiti specifici mossi agli inquisiti. Abbiamo contattato un altro pubblico amministratore di Ceriale che, per anni, ha seguito da vicino la storia politico-amministrativa-urbanistica della città. Anche in questo caso con l’accordo di non fare il nome dell’interlocutore. D) Come nacque la T 1 ? Chi furono i primi protagonisti-attori-ispiratori? Occorre risalire al piano regolatore del 1994 denominato “Berio-Bernardino-Baucia”. I primi due erano tecnici, l’architetto ed il suo aiutante. Il terzo era Mario Baucia, consigliere di maggioranza, socialista, con delega specifica all’urbanistica. L’assessore competente e vice sindaco era Pasqualino Mambrin, senza offesa soprannonimato il Gabibbo; francamente non mi risulta che fosse lui l’anti T 1, a Ceriale, e comunque non aveva certo gran voce in capitolo. Il piano regolatore Berio prevedeva, anche su nostra indicazione di natura socio-politica, un indice diffuso trasferibile su tutto il territorio comunale, improntato soprattutto all’equità. Si andava dallo 00,6 della zona agricola, allo 0,10-0,20-0,40. Dopo la votazione in consiglio comunale si passò alle ‘osservazioni’ dei cittadini che in parte furono respinte, in parte accolte. Senza favoritismi. Nel 1995 l’amministrazione presieduta da Dario Braggio e di cui erano assessori anche Ennio Fazio, attuale sindaco, ed Andrea Nucera, approvò definitivamente il piano regolatore, al cui interno era prevista la T 1, reduce di un indice da 1,3 che risaliva ai tempi della giunta Bruzzone-Sciallino. D) Chi decise di diminuire l’indice della T 1, cosa accadde? |
| Fu presa una decisione in accordo con la Regione Liguria, mi pare si scese a 1, 18-1,23. Poi come maggioranza consiliare studiammo, d’accordo con l’architetto Berio, di dare una precisa tipologia urbanistica. Per la Regione ricordo Lorenzani e Giudice. |
Tra le altre indicazioni doveva essere abbassato di un metro e 20 cm il piano di campagna, in modo da creare un minore impatto sull’altezza. Ma c’era soprattutto una particolarità di cui forse pochi sono a conoscenza, anche perché le nuove generazioni non hanno vissuto quel periodo di vita pubblica cittadina. D) Qual era la caratteristica edilizia che è stata disattesa? Nell’area in questione era previsto un unico edificio, un monoblocco circolare. Dotato di numerosi porticati. Nel centro una grandiosa fontana, ma anche giardini, verde…. Hanno invece realizzato una casba di palazzi. A macchia di leopardo. D) Il tanto decantato rilancio turistico di Ceriale e di quell’area come avrebbe dovuto essere sviluppato, fare da volano economico e sociale? Le nostre indicazioni erano precise. Il 50 per cento dell’area T1 era destinata ad insediamento turistico, il 30 per cento commerciale, il restante 20 per cento abitativo. Sul versante di Albenga era prevista la realizzazione di un albergo a 4 stelle, con canale d’acqua artificiale, in modo da creare un collegamento diretto col mare. Erano inclusi su quel versante parco, campi da tennis, aree attrezzate, una spiaggia privata riservata all’hotel. Diciamo che, con l’aiuto dei tecnici, fu possibile giungere all’approvazione definitiva. Questo doveva essere il grimaldello per il rilancio vero di Ceriale, dell’industria turistica. D) E invece successe l’imprevisto, l’intoppo…. Alla nostra maggioranza, diciamo di centro sinistra, con Dc e socialisti, con le nuove elezioni conquistò la vittoria il sindaco Cerruti e la signora Lamberti, nota imprenditrice ingauna che allora abitava a Ceriale e che poi ha venduto l’immobile, dove abitava, a Nucera. La conseguenza più evidente della giunta Cerruti fu il blocco del piano regolatore e di conseguenza della variante della T 1. Dal 1999 intanto il piano regolatore era passato a normativa Puc. D) Colpa di Cerruti e della sua maggioranza….? Direi che invece occorre andare avanti negli anni, quando si impose con la vittoria la cosiddetta maggioranza di centro e nel 1999 arrivò al potere Piero Revetria. Un sindaco che ottenne il 77 per cento di consenso elettorale. Si decise di rifare il Puc (di fatto la città era bloccata dal 1980) ed ovviamente bisognava anche varare la T 1. Senza entrare in accuse di carattere giudiziario, ma seguendo un ragionamento politico, Revetria iniziò a fare il gioco delle tre carte. Elargì a piene mani licenze edilizie singole in molte aree e in assenza di uno strumento urbanistico di pianificazione e regolamentazione equitativa. D) Della T 1 ha altri ricordi particolari di quel periodo? Qui entriamo nell’ambito delle voci di corridoio e senza voler criminalizzare nessuno. Ricordo che a Ceriale, in Comune, si parlò di un accordo con l’avvocato Marazzita, credo come rappresentante del banchiere Fiorani il quale non era ancora caduto in disgrazia sul fronte giudiziario. Circolava la voce dell’interessamento del senatore spezzino Luigi Grillo, ma anche del savonese Orsi. Sta di fatto che tutto il nostro progetto relativo alla T 1 venne stravolto, uno scandalo. Poi un susseguirsi di sussurri, Revetria di fatto finì per perdere la fiducia di socialisti, democristiani passati alla Margherita e di altri consiglieri. Il risultato è la T 1 che oggi abbiamo davanti agli occhi. Un mostro. Uno scempio. Una vergogna. D) E della zona di levante, dove dovrebbe sorgere il porticciolo, cosa ricorda? Anche in questo caso c’era chi era orgoglioso di aver previsto con l’architetto Berio, una zona che poi è stata totalmente stravolta. Con l’attuale progetto di camminamento e collegamento folle a Borghetto. Un insulto al buon senso, soprattutto alle aspirazioni di Ceriale. Alla bruttura-spreco del progetto attuale, la nostra alternativa era un ascensore di cristallo, tra le rocce, per arrivare al castello, a 40-60 metri di altezza, qualcosa di spettacolare; poi una passeggiata a mare, una sorte di via dell’amore sulla costa, non a fianco dell’Aurelia. Berio fece fare anche uno studio in Danimarca. D) Torniamo alla T 1, alla fine la convenzione l’ha firmata la giunta del sindaco Fazio; con Andrea Nucera condivisero un periodo insieme in giunta. Diciamo che la convenzione per la T 1, non la firmò Revetria solo perché alla fine arrivò il commissario prefettizio, causa crisi. Chi si ribellò a Revetria aveva più di una ragione. Sta di fatto che neppure il commissario prefettizio, pare in buoni rapporti con lo stesso Andrea Nucera, evitò di firmare la convenzione. Fazio, da parte sua, personalmente lo ritengo un galantuomo ed al di sopra di ogni sospetto, credo fece affidamento al consulente legale. Ai cattivi consigli? Del resto le notizie che ho mi lasciano abbastanza perplesso sul fronte giudiziario. Non mi risulta, ad esempio, che Fazio sia stato finora interrogato dai magistrati inquirenti e si sia rivolto anche al prefetto affinché questo stallo fosse sbloccato. Credo che neppure Revetria sia stato interrogato ed è trascorso quasi un anno. E’ normale? Mi pare di aver capito che se non fosse esploso il bubbone giudiziario di Fiorani e della Banca di Lodi, l’operazione T 1 non sarebbe finita a Nucera il quale avrà pure commesso degli abusi, ma il nocciolo del business-scandalo era nato con altri padrini. La T 1 che vediamo oggi risale al periodo di Marazzita, Fiorani, all’interessamento di Grillo e di Orsi. Si è anche parlato di un tecnico savonese incaricata di seguire, per il Comune, la nuova lottizzazione. La stessa, se non sbaglio, che ha avuto altri importanti incarichi dal Comune stesso a livello urbanistico. Chi l’aveva sponsorizzata? Revetria potrebbe spiegarlo. D) Quale futuro intravede per la T 1, come uscire da un impasse che paralizza la vita commerciale cittadina, penalizzandola in modo sempre più preoccupante in ogni settore. Resto dell’avviso che Ennio Fazio, al di là del fatto di essere stato imposto da un irricevibile e becero diktat di Angelo Vaccarezza, faccia bene a non dimettersi. Se c’è qualcuno che invece, per coerenza, avrebbe già dovuto fare un passo indietro ed assumersi le responsabilità politiche, questo è Revetria. Non sono qui a parlare di collusioni malavitose, ma certamente non sono l’unico ad intravvedere e distinguere l’incapacità, rispetto alla furbizia, alla scaltrezza, a chi ha sempre cercato di gestire diciamo riservatamente il suo ruolo di pubblico amministratore. Andrea Nucera, per alcuni amministratori, non era un estraneo al palazzo, né l’orco da diffidare. A chi serve ora metterlo in croce? Oggi che sono stati sconvolti, deturpati i programmi di sviluppo della città, sia a ponente, sia a levante, con danni ingenti, occorre mettere insieme, unire, al di là dei partiti, persone con capacità, competenze, vero spirito di servizio, pulite. In grado di superare le ingerenze e le resistenze dei partiti stessi. Un gruppo di persone che si facciano carico di voltare davvero pagina, anche se la ferita inferta alla città, non solo dalla T 1, non è facile da guarire. Forse ci vorranno anni, ma occorre mettere in campo forze nuove o magari valorizzare chi è stato messo in disparte perché fuori dal coro e scomodo. Tutto questo passa attraverso un’informazione capillare e trasparente verso i cittadini”. Luciano Corrado 8 gennaio 2012 |
NOTA: SULL’AFFAIRE T1 PUBBLICHIAMO ANCHE UN INTERVENTO DELLA CASA DELLA LEGALITA’ DI GENOVA DI ALCUNI MESI FA Si arriva quindi a discutere della speculazione nella zona T1. Una questione che si trascina da decenni ma che il Comune di Ceriale sblocca solo, guarda caso, nel momento in cui l'area viene acquistata da Gianpiero Fiorani in tandem con il senatore Luigi Grillo. Oltre 60mila metri cubi di cemento per alberghi, case, negozi e posti auto. Si tratta, letteralmente, di una nuova "Ceriale". L'intoppo questa volta arriva dalla Procura di Milano con l'indagine sui "furbetti". Ma i buoni "furbetti" trovano la scappatoia: pur essendo già indagati e con le società sottoposte a sequestro, vendono le proprietà, in questo caso ai Nucera, con la loro società lussemburghese, la GEO srl. Quando riprende la seduta e si va alle dichiarazioni di voto è passata l'una di notte da un pezzo, i cittadini resistono per vedere in faccia i propri "dipendenti". Uno dopo l'altro i consiglieri di minoranza dichiarano che non parteciperanno al voto, in quanto ritengono illegittima la delibera e chiedono di trasmettere gli atti ed il verbale della seduta alla Procura della Repubblica. Infatti la Giunta ed i funzionari comunali non hanno notato che mancano un po' di cose, tutt'altro che bazzecole! La proposta dei Nucera è talmente da non potersi rifiutare che le normative e leggi regionali e nazionali, oltre che direttive europee, a Ceriale, svaniscono nel nulla. Il progetto che riguarda un area ben superiore a 5 ha, non è stato infatti sottoposto alla procedura di screening prevista dalla legge regionale 38/1999 (la VIA - Valutazione Impatto Ambientale). La Convenzione non è conforme alla normativa del Piano di Bacino della provincia di Savona (D.C.P. 47/2003). La previsione di un'attuazione parziale determina la mancanza di organicità ed inefficacia delle finalità originarie del SUA. Inoltre, in base alla direttiva comunitaria 42/2001 un programma urbanistico come quello oggetto di delibera (non un semplice progetto) deve scontare la VAS, ovvero la Valutazione Ambientale Strategica. Tutto questo a Ceriale non conta. E così mentre i consiglieri di opposizione per non rendersi complici di un atto illegittimo che va ad esclusivo vantaggio del "soggetto auttuatore", alias Nucera con la GEO srl, escono dall'aula e non parteciperanno alla votazione, il Sindaco prende la parola per un intervento platealmente intimidatorio. Accusando l'associazione che lui non conosce (la Casa della Legalità e della Cultura - Onlus) ed è anonima (i volantini avevano in evidenza l'intestazione, ma non la nota) di aver distribuito volantini abilmente costruiti per far pensare male. Mutando d'un tratto la funzione di Sindaco con quella di portavoce ufficiale della famiglia Nucera, legge una lettera inviata dalla stessa a lui, in cui si accusa da una parte questa associazione con i suoi volantini anonimi (di nuovo!) ed articoli anonimi su un sito internet (il sito ufficiale dell'associazione, con nomi, cognomi e indirizzi!) di diffamare il buon nome della sua famiglia che da tanto lavoro, ma raggiunge l'apice con l'annuncio che procederanno per vie legali per colpire e distruggere, portando via tutto quello che hanno, questi soggetti! Carlo Lucarelli direbbe: "Paura!". Naturalmente noi, presenti in aula, abbiamo detto "signor Sindaco, non siamo anomini, siamo noi" venendo subito rimproverati perché in seduta di Consiglio i cittadini non possono parlare. Noi gli abbiamo replicato che poteva sospendere di nuovo la seduta per un confronto, visto che l'assemblea pubblica non ha voluto convocarla, sempre che non avesse paura. Ma lui ha tirato dritto, senza guadarci negli occhi, nel richiamo all'Ordine giunto direttamente dalla famiglia Nucera, promulgando, come a molti è apparso, quel messaggio intimidatorio verso i cittadini: non osate o sarete rovinati! Poteva, a quel punto, il signor Fazio (sindaco omonimo dell'amico dei "furbetti") porre in votazione la delibera illegittima, che sarà oggetto, questo con assoluta certezza, di una nostra dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica. |