Scrive Casa della Legalità: "Ad Andora, abbiamo un sindaco di centrosinistra che ha fatto proprio il "copione" Scullino. Urla al complotto politico, all'attacco mediatico... alle calunnie... afferma di essere pronto, con la sua amministrazione, a qualsiasi controllo e indagine, ma in parallelo usa la querela per cercare di intimidire chi ha chiesto quei controlli e quelle indagini, così come chi non si piega e fa domande, come una consigliera di Opposizione ed una testata giornalistica.
Anche ad Andora è saltato il coperchio del pentolone. Sempre più persone iniziano a parlare, a segnalare... a dare indicazioni sempre più dettagliate su fatti ancora sconosciuti. Non è un "fronte politico"... ci sono anche persone di quello stesso centrosinistra del sindaco Floris che ormai parlano e raccontano, perché non ci stanno più a coprire quel contesto. Anche qui l'attenzione del mondo dell'informazione, la nostra iniziativa di denuncia documentata e l'azione di indagine che la Procura porta avanti da tempo su questo Comune, hanno scosso e smosso qualcosa... ed anche qui si assiste al lento sgretolarsi della cappa omertosa che imprigionava questo territorio.
Ed ad Andora, da quando si è iniziato a scoperchiare il pentolone, sembra che qualcuno stia mandando segnali. I fatti emergono, i cittadini iniziano a parlare, segnalare... la cappa di omertà si rompe, la gestione della Pubblica Amministrazione è sotto i riflettori e cosa succede? Iniziano ad esserci furti, rapine e risse a ripetizione. Oltre a quelli già noti alla cronaca, vi sono anche i fatti, ad esempio, della serata di inaugurazione dellediscoteca della "Rocce di Pinamare". Due pesanti risse davanti al locale, con intervento dei Carabinieri. Insomma, ad Andora, sembra di assistere, a quel classico copione di quei territori dove finché regna sovrana intimidazione ed omertà tutto fila liscio, in una sorta di pax assoluta, ma quando il clima intimidatorio non riesce più a tenere saldo il vincolo omertoso, ed il silenzio si rompe, allora giungono segnali per far capire che quella pax è finita. Sembra, insomma, che chi, in cambio dell'aver campo libero e silenzio sui propri affari, aveva garantito che tutto fosse tranquillo, abbia deciso, ora, di non garantirlo più.
Non sappiamo, non abbiamo abbastanza elementi ad oggi, per dire che certamente questi "segnali" siano la conseguenza di un equilibrio che si è rotto... ma certamente occorre approfondire. Bisogna guardare agli eventi non come uno scollegato dall'altro, bensì cercando di capire se vi sia, e cosa vi sia, che li collega tra loro.
Se effettivamente l'equilibrio si è rotto e quella pax apparente che regnava su Andora, dopo la stagione dei camion incendiati, significa che bisogna insistere e che anche qui certe torri di comando si stanno sgretolando sullo scacchiere. La reazione della comunità di Andora, che è appena iniziata, sta mettendo in crisi un "sistema" che aveva dominato su quel territorio e che può essere colpito, anche in questo caso, per chiudere la partita una volta per tutte.
Questo ponente ligure, piegato da un asse massonico-mafioso e da una trasversalità politica che è già stata ribattezzata "partito del cemento", può essere ripulito... La comunità sembra aver iniziato a capire che non vi sono intoccabili... non lo sono i potenti massoni, gli 'ndranghetisti (quelli dal volto cruento con le armi e quelli dal volto "ripulito" da imprenditori o professionisti), così come non lo sono più nemmeno i politici e funzionari pubblici ed i loro amici speculatori... e non lo sono nemmeno quei servitori infedeli dello Stato. Se la comunità reagisce, da un lato collaborando con i reparti preposti dello Stato e con la magistratura, e, dall'altro, se isola politici, amministratori pubblici e imprenditori asserviti, contigui e complici (anche perché semplicementi "ingenui" o "imbecilli"), allora questo territorio tornerà ad essere libero!
PS
Gli Amministratori pubblici ed i partiti sambra si ostinino a non capire che i controlli approfonditi e le azioni di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni ed ai condizionamenti mafiosi, non sono infamanti ma necessari, indispensabili ed utili alla comunità, al territorio ed alla stessa Pubblica Amministazione. Si ostinano ad urlare di complotti, negando o minimizzano l'esistenza del fenomeno... a volte invece si mostrani nella loro ipocrisia più plateale... e così facendo si fanno pienamente co-responsabili del livello di "colonizzazione" mafiosa che devasta la Liguria. Lo capiranno prima o poi - sempre che non abbiano nulla da temere per il loro operato - che devono cambiare atteggiamento?"
Da Casa della Legalità Onlus