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Meraviglie e leggende di Genova | 13 aprile 2025, 08:00

Meraviglie e leggende di Genova - La leggenda dell’”Oro di Pisa”

Piatto tra i più iconici della tradizione gastronomica genovese, la farinata ha una storia antichissima che affonda nella leggenda e si perde nel 1284, subito dopo la battaglia della Meloria.

Giovanni David (Cabella Ligure, Alessandria, 1749 – Genova 1790)

Giovanni David (Cabella Ligure, Alessandria, 1749 – Genova 1790)

Dorata al punto giusto, con una crosticina sulla superficie che sembra una vera e propria opera d’arte, la farinata è certamente tra i piatti più iconici della tradizione gastronomica genovese e ligure. 

Farina di ceci, acqua e olio, amalgamati e cotti nelle tipiche teglie, meglio ancora se cotta dalle sciamadde, questa prelibatezza ha una storia che si intreccia con la leggenda e che torna indietro nel tempo fino al 1284 e alla celebre battaglia della Meloria

Una lontana parente della farinata veniva preparata da Greci e Romani che lavoravano frittelle usando farina di ceci e acqua.

I ceci, tipici del Mediterraneo, erano utilizzati anche nel mondo arabo e furono introdotti in Italia dalle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova

E sono proprio queste due città a entrare in gioco nella leggenda della nascita della farinata o, se vogliamo, dell’”oro di Pisa”. Genova e Pisa avevano ampliato il loro dominio e i traffici commerciali via mare, ma lo scontro fu inevitabile e la battaglia per il predominio sul Mediterraneo, iniziata nel 1282 dai Pisani (come riportano fonti storiche) ebbe il suo culmine nel 1284 con la battaglia della Meloria. 

Per i pisani fu una disfatta. Il 6 agosto la flotta della città toscana era praticamente sparita e le galee genovesi avevano ripreso la rotta di casa con undicimila prigionieri che, una volta sbarcati, sarebbero stati condotti in una piazza a ridosso delle Mura del Barbarossa, quella che diventerà Campo Pisano. 

Ma proprio mentre le galee genovesi erano in viaggio verso la Lanterna, con le loro catene del porto pisano strappate per celebrare il trionfo sul nemico, si scatenò una tempesta. A bordo, sacchi di farina di ceci si mescolarono all’olio dei barili e all’acqua di mare. Si formò così una poltiglia che, lasciata al sole, divenne una frittella che i marinai trovarono commestibile. Quella embrionale farinata venne poi migliorata e chiamata ‘oro di Pisa’ per schernire gli avversari. La farinata, seppur con il nome di ‘cecina’, si diffuse anche in Toscana ma le due preparazioni, seppur simili, presentano differenze. 

Non c’è che dire, anche in tavola si continua a portare la storia di Genova.

Isabella Rizzitano

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