Tutelare la biodiversità, riscoprire il verde di prossimità e viverlo consapevolmente: questi tra gli obiettivi dell'associazione di Sestri Ponente 'Amici del Chiaravagna', al quale è stata affidata dal Comune di Genova il progetto comunicativo 'Area naturalistica Monte Gazzo' e che rientra nell'iniziativa europea 'Force', finanziata nell'ambito del programma Horizon 2020, il cui scopo principale è proprio quello di ridurre al minimo la dispersione di risorse dall'economia lineare.
"Stiamo parlando di un progetto di comunicazione che il Comune di Genova ci ha affidato come associazione e al quale ha partecipato assieme ad altre quattro città europee - afferma il presidente Matteo Cresti -. Ogni comune, così, si è specializzato su una filiera dell'economia e Genova ha scelto di partecipare nell'ambito della linea del legno, andando a seguire quelle che sono le priorità europee nella gestione del rifiuto, laddove la priorità principale è la prevenzione della generazione del rifiuto".
Dalla gestione degli scarti legnosi, cioè evitare la creazione di quello che è il rifiuto legnoso, l'associazione si è spinta oltre: "L'idea è stata quella di prevenire sì la generazione del rifiuto legnoso ma specialmente da quello che nasce dall'estirpazione delle piante invasive che determinano anche, di conseguenza, una riduzione della biodiversità - prosegue Cresti -. Così, il Comune di Genova ha identificato il sito del Monte Gazzo, che è una Zona Speciale di Conservazione riconosciuta dalla Comunità Europea, e per la quale nostra associazione si è impegnata dagli anni '90 a mantenere questo riconoscimento".
Proprio da questo presupposto, dopo aver identificato il come e il dove farlo, oltre al soggetto che avrebbe dovuto portare avanti l'idea, ovvero l'associazione Amici del Chiaravagna, si è "concordato il primo bisogno che era ed è proprio quello di partire dal fatto che queste piante invasive si espandono spesso a causa delle pressioni antropiche, quindi umane, come discariche abusive o erosioni del territorio dovute ad un uso non corretto, e che causano di conseguenza la proliferazione di queste piante".
E poi, fondamentale, anche la comunicazione: "Abbiamo ritenuto molto importante comunicare alla cittadinanza che il Monte Gazzo è una Zona Speciale di Conservazione e che è necessario rispettare le regole presenti al fine di evitare la diminuzione della biodiversità, che se perpetrata comporterebbe un'infrazione europea", prosegue il presidente Cresti. Così, si è concordato che il secondo (non per priorità) bisogno fosse quello di "informare i cittadini, le imprese e le persone che frequentano lo spazio, essendo un verde di prossimità molto frequentato, generando un forte senso di consapevolezza e conoscenza - chiarisce -. Ed ecco che, alla fine, abbiamo messo in piedi questo progetto di comunicazione".
Un progetto di comunicazione che si enucleato in tre aspetti: "Una pannellistica informativa posizionata sul territorio che segnalasse in confini e l'esistenza della ZSC, dei volantini informativi sui contenuti della ZSC che rimandassero, poi, al terzo punto, ovvero il sito internet 'Montegazzo.it' che è il portale virtuale che contiene oggi tutti i contenuti riproposti dai pannelli e che ambisce a diventare il contenitore scientifico del Monte Gazzo - afferma Cresti -. Inoltre, sempre il portale, conterrà poi dei documenti, tesi di laurea e materiali legati alla geologia e alla biodiversità: in breve, diventerà un vero e proprio punto di riferimento informativo per tutti coloro che vogliono saperne di più".
L'obiettivo è chiaro: tutelare la biodiversità del Monte Gazzo, rendere consapevoli le persone ma anche riscoprire il verde di prossimità, senza però l'intenzione di attirare flotte di turisti: "Noi dobbiamo anche soprattutto puntare su quello che è il tema di socialità, riscoprendo il verde di prossimità e vivendolo ai fini sociali, in un luogo che ci tengo a sottolineare ad oggi è accessibile senza alcun costo - afferma Cresti -. E poi, sarebbe bello che le scuole possano frequentare il Gazzo e che le varie persone che abitano tutto il Medio Ponente possano scoprirne il valore ma sempre consapevolmente. Noi vogliamo che la natura rimanga intatta, senza rovinarla: prima ci si informa e poi si capisce come muoversi. In breve, la nostra idea è che sia necessario conoscere per apprezzare. Una volta consapevoli, guarderemo lo spazio con altri occhi e approcceremo correttamente".
I pannelli illustrativi saranno in totale diciotto e verranno posizionati nei vari punti del quartiere: "Abbiamo speso molte risorse mentali nel realizzare una mappa che spiegasse e mostrasse le diverse collocazioni, una mappa comprensibile anche a chi non è avvezzo e che possa aiutare all'orientamento - prosegue il presidente dell'associazione -. Abbiamo voluto, in particolare, sottolineare due aspetti: i confini della ZSC del Monte Gazzo, perché essere dentro o fuori vuol dire fare o meno la valutazione di incidenza, che è il processo normato dalla città metropolitana (l'ente gestore di tutte le ZSC). Ciò significa che, se io volessi far qualcosa e mi trovassi all'interno della di questa zona, devo necessariamente contattare la città metropolitana e fare il percorso di valutazione dell'incidenza per essere sicuro che quello che farò non alteri o riduca la biodiversità. Per quanto riguarda, invece, i pannelli, sono collocati in parte sui confini sia dal lato del crinale che risale la collina di Sant'Alberto che lungo l'asse del Chiaravagna e della valle del Bianchetta e del Cassinelle".
Dentro la Zona Speciale di Conservazione ci sarà un insieme di pannelli "che riguarderanno tutte quelle che sono le emergenze ambientali e culturali-storiche di affetto popolare, come ad esempio la Cappella di San Rocco oppure l'Osservatorio Astronomico di Sestri, con l'obiettivo quindi di rendere evidenti tutti quelli che sono gli aspetti sia naturali che storico-culturali", chiarisce Cresti.
In sostanza, la mappa sarà una sorta di "chiave di accesso, riportata poi su ogni pannello dotato di un Qrcode che rimanderà direttamente al sito per vedere tutti gli altri - prosegue -. Ogni pannello è numerato ed è strutturato su una parte comune a tutti i pannelli che è quella della mappa, una parte di testo comune che racconta la ZSC del Monte Gazzo che esprime i comportamenti da seguire, e poi nella parte alta del pannello c'è un testo specifico sull'argomento affrontato da quel singolo cartello con un'immagine evocativa. Il tutto, poi, è contestualizzato direttamente all'interno di un pannello che vuol essere peculiare".
Un pannello peculiare che non è, quindi, il classico pannello, ma che ha un design e una forma ben contestualizzata sul territorio partendo dal fatto che Sestri Ponente è "una città operaia e con un passato-presente cantieristico molto importante": "Quindi, di conseguenza, l'elemento distintivo e di rotta sul futuro è stato quello di ripartire dal timone delle imbarcazioni - afferma il presidente -. Per essere chiari, hanno la forma di un timone delle barche rovesciata, con l'idea di lanciare il messaggio di 'invertire la rotta'.
La cura dei dettagli, inoltre, anche per quanto concerne il materiale impiegato: "Come struttura, il pannello informativo poggia su un supporto posteriore realizzato in acciaio Corten, perché volevamo realizzare una struttura che nel tempo fosse capace di fondersi con il paesaggio - chiarisce Cresti -. Di conseguenza, il pannello che si vede si è in grado di leggerlo ad una distanza abbastanza ravvicinata e, di conseguenza, non è impattante non essendo un pannello di cantieristica. Questo ci ha permesso di realizzare una struttura capace di fondersi con il paesaggio, fino a quasi sparire, ma che fosse duraturo, solido e sicuro".
Di seguito il link del sito: https://www.montegazzo.it