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Attualità | 13 aprile 2025, 16:43

San Fruttuoso, via Pendola si trasforma in un boulevard di sogni con la Festa di Primavera

La via, pedonalizzata per un giorno, diventa testimonianza di un quartiere che sperimenta il cambiamento urbano attraverso la partecipazione. Daniele Gatti (Comitato San Fruttuoso): “È l’idea di futuro che stiamo costruendo insieme”

Voci di bambini e bambine che giocano per strada, il chiacchierare delle centinaia di persone che si affollano, ancora giochi, musica, letture e tanto altro. 

Via Tommaso Pendola, nel quartiere di San Fruttuoso, ieri pomeriggio si è trasformata in un grande salotto urbano con la seconda edizione della Festa di Primavera.

Organizzata dal Comitato San Fruttuoso, con il patrocinio del Municipio Bassa Val Bisagno, la seconda edizione della festa per gli abitanti ha visto coinvolte decine di associazioni e realtà territoriali.

Una risposta concreta che ha portato un esempio tangibile di come potrebbe essere una città più umana, più lenta, più verde e più inclusiva.

Via Pendola è una strada simbolica per il quartiere: collega due piazze centrali come piazza Martinez e piazza Terralba, ospita il mercato bisettimanale ma, al di fuori degli appuntamenti con il mercato, è un parcheggio dove, di fatto, non passa nessuno. 

Da anni il comitato chiede la sua pedonalizzazione stabile, come atto di cura e visione urbana.

Abbiamo lavorato alla festa per mesi – racconta Daniele, presidente del comitato – e finalmente siamo riusciti a creare qualcosa di bello, partecipato, che ha dato linfa a tutto il quartiere. L’anno scorso siamo riusciti a far piantare degli alberi che sono stati reintrodotti dal Comune, oggi li vediamo crescere. Trentatré nuovi alberi tra piazza Martinez, piazza Terralba e via D’Albertis: un vero trionfo per noi”.

Ma questa festa non è stata solo un evento ricreativo. È stata, prima di tutto, una dimostrazione pratica di come potrebbe essere via Pendola pedonalizzata: un boulevard sicuro e accogliente, dove si può camminare, giocare, andare in bicicletta o semplicemente fermarsi a chiacchierare. “Le attività economiche possono continuare a lavorare – spiega Gatti – anzi, vivere in un quartiere bello e curato fa bene anche a loro. Le saracinesche non si salvano con i parcheggi davanti, ma con spazi vissuti, dove la gente ha voglia di stare”.

Tra le tante iniziative della giornata: concerti dal vivo, laboratori creativi, letture ad alta voce, teatro, danza, giochi per bambini, mostre fotografiche e attività sportive. Un mix animato da oltre trenta associazioni, scuole, gruppi scout, realtà culturali e commerciali del quartiere (Amici di Ns del Monte; associazione GenovApiedi; centro Terralba APS; Circolo Arci Zenzero Coro Cantolibero; Comitato Genitori di IC San Fruttuoso; Compagnia Teatrale Liberitutti; FIAB; Filarmonica San Fruttuoso; Fondazione Auxilium; GenovaCiclabile; Gruppo Geda; Guitar Lab; studenti e docenti dell’IC San Fruttuoso e IC Terralba; il sentiero naturale, LoAV Letture ad Alta voce; le api di S. Tecla, Minicars, Oratorio Don Orione, Associazione Volontari Don Orione, Passi e ri.passi; parrocchia degli Angeli; Scout Agesci Genova3; Us Acli Santa Sabina). 

È stato un concerto continuo di idee, energie e sorrisi – dice Gatti – c’erano persone in carrozzina che finalmente potevano girare senza ostacoli. Abbiamo mostrato concretamente cosa significa accessibilità urbana”.

Tra le novità più emozionanti, la “Scatola dei sogni”, ispirata al progetto premiato “La città che vorrei” dell’Istituto Comprensivo San Fruttuoso: “Una nostra volontaria, Patricia, ha trasformato i desideri dei bambini in una vera urna partecipativa – racconta Gatti – ogni bambino e bambina poteva scrivere il proprio sogno per il quartiere. Ne sono uscite meraviglie: una pista per pattinare, un giardino con una casa sull’albero, muri da colorare. Insomma meno inquinamento, più verde”.

Nel cuore della proposta del comitato c’è anche un altro sogno concreto: la Galleria53, una ex galleria antiaerea abbandonata che collega piazza Martinez con la zona dell’ex mercato. “Vogliamo trasformarla in un passaggio ciclopedonale sicuro e accessibile – spiega – sarebbe un collegamento strategico per carrozzine, passeggini, biciclette. È una risorsa nascosta da anni, che possiamo restituire alla città”.

Oltre alla pedonalizzazione, il comitato chiede anche maggiore sicurezza stradale, con l’introduzione della “zona 30”, dossi e strisce pedonali rialzate in via Giacometti, via Casoni, via D’Albertis, via Torti e piazza Solari: “Nel nostro quartiere vivono bambini, anziani e persone con disabilità – sottolinea Gatti – è ora che le istituzioni ascoltino chi vive davvero questi spazi. Non ci interessano le soluzioni calate dall’alto vogliamo che le scelte urbanistiche nascano da chi qui ci abita”.

Dietro il successo della festa c’è un lavoro collettivo: “Ci siamo divisi i compiti. Giulia ha curato il progetto e seguito una performance, un tappeto dipinto, da far fare ai bambini, Antonie si è occupata della logistica, Sara, new entry, si è occupata di coinvolgere la società che detiene i diritti di 'Ape Maya'. Abbiamo festeggiato i cinquant'anni dell'ape, primo evento in Italia. Ancora, io ho gestito i rapporti istituzionali e la comunicazione, Jacopo i social, Marcello le pratiche SIAE. Patrizia ha coordinato i bambini della primaria per il flash mob, il comitato genitori dell'IC San Fruttuoso ha dato una mano a promuovere l'iniziativa e ha coinvolto l'orchestra della secondaria di primo grado dell'Istituto Comprensivo. Un team affiatato e multiculturale, con membri da Genova e dal mondo. E grazie a Fondazione Auxilium che ci ha offerto la sala per le riunioni”.

Per concludere la giornata, un gesto simbolico: il comitato ha regalato cinque copie de L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono a ogni scuola del quartiere. “Non è molto – ammette Gatti – ma è un modo per dire grazie ai bambini, che con la loro musica, i disegni e le parole, sono stati il cuore di questa giornata”.

La Festa di Primavera ha lasciato un messaggio chiaro: San Fruttuoso ha voglia di cambiare, di respirare, di muoversi meglio. E ha già iniziato a farlo.

Isabella Rizzitano

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