Mattia Crucioli, Christian Fantasia, Raffaella Gualco, Marco Loconte, Antonella Marras, Pietro Piciocchi, Alessandro Rosson, Cinzia Ronzitti, Silvia Salis, Francesco Toscano.
Sembra una formazione pronta per essere schierata in campo e, in effetti, sono in undici contati, ma sono tutti avversari tra loro nella corsa alla carica di sindaco di Genova. Undici, senza contare chi si era fatto avanti e poi si è ritirato. E non è ancora finita. Una ‘formazione titolare’ di candidati sindaco che, per forza di cose, sarà affiancata da un vero esercito di candidati nelle varie liste. Ma ce la faranno tutti?
I tempi stringono e, soprattutto, per alcuni di loro c’è il nodo delle firme. Uno scoglio non da poco che deve essere superato nel giro di pochi giorni. Chi si candida, infatti, deve presentare ‘un minimo di 100 e un massimo di 200 firme’ (fonte: Gazzetta Ufficiale) entro trenta giorni dalla data delle elezioni. Anche se, pure su questo, c’è poca chiarezza e anche i diretti interessati non sanno di preciso quante siano le firme da raccogliere. C’è chi dice siano 500, altri fanno riferimento ai numeri della Gazzetta Ufficiale. Quindi, a conti fatti, entro il 25 di aprile tutti dovranno presentare i documenti con le firme che certificano quel minimo di supporto necessario per correre.
In quel momento ci sarà la scrematura. Perché se la candidatura, i proclami, le pagine social, i loghi e i programmi sono tutto sommato semplici da proporre alla città, meno facile è dimostrare di avere un reale seguito in un panorama che, numeri alla mano, è a dir poco frastagliato. Mancano poco più di dieci giorni e qualcuno, come Rosson e Toscano, pensa anche a un’alleanza come possibile stratagemma per non dover fare i conti con un foglio firme semivuoto.
Sempre in tema di numeri, sarà poi da vedere la portata dell’esercito di candidati a sostegno di tutti. Perché, se i numeri resteranno questi e tutti e undici (sempre che non se ne aggiungano altri) supereranno la barriera della raccolta firme, ci troveremo di fronte a uno schieramento imponente di liste e relativi portabandiera.
Pietro Piciocchi nella locandina pubblicata per la presentazione del suo programma ha già ufficializzato la presenza di otto liste a suo sostegno. Dati alla mano, è difficile che la sua principale concorrente, Silvia Salis, possa essere da meno e, quindi, sarà anche lei sostenuta da un buon numero di liste tra partiti e civiche.
Alle elezioni comunali, lo ricordiamo, ogni lista deve includere un numero di candidati compreso tra un minimo di 27 e un massimo di 40. Poi ci sono le liste municipali per le quali il numero di candidati deve essere compreso tra un minimo di 16 e un massimo di 24.
Ed ecco che, nell’ipotesi in cui tutte le liste riuscissero a chiudere a quota 40, solo Salis e Piciocchi porterebbero in dote oltre 600 candidati, mentre gli altri nove candidati sindaco supererebbero i 350. Praticamente, solo per le comunali, circa un migliaio di candidati per una città che, alle ultime regionali, aveva un bacino di 480mila potenziali elettori. Praticamente, un candidato ogni 480 votanti. E in più ci sono le municipali.