‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.
Nel cuore di Pegli, precisamente in via Ignazio Pallavicini, c'è ancora una delle cartolibrerie storiche del quartiere, che da oltre sessantacinque anni è stata (ed è) la culla di intere generazioni: è la storica Cartolibreria Rabaglia, che ancora oggi è un punto di riferimento per tutti gli appassionati della carta ma anche dei più piccini che, soprattutto al mattino, corrono da Flora Lucia Foglia, l'attuale titolare, alla ricerca disperata di quel qualcosa che, proprio all'ultimo, ci si è ricordati di dover portare in classe per la lezione.
L'attività è stata fondata nel 1960 da Antonio Rabaglia, il suocero di Foglia, che ha gestito per diversi anni assieme a Damiano Cariello, dapprima lavorando già in una ditta del settore cancelleria: "Oggi sono rimasta io, mentre mio marito, il figlio di Antonio, ogni tanto viene a darmi una mano ma lui ha deciso di fare tutt'altro - racconta Flora Lucia -. I miei figli, invece, hanno seguito altre strade e adesso non sono qui a Genova".
Una passione, quella della titolare 'Flora', come tutti la chiamano e la conoscono, che non è mai tramontata nel corso degli anni: "A parte il negozio, la mia più grande passione è aspettare e vedere i bambini che entrano qui dentro per comprare e che riescono a strapparmi un sorriso - racconta con emozione -. E poi, rivedere persone che oggi vengono con i loro figli ma che ai tempi venivano qui da piccoli: è qualcosa di indescrivibile".
Già ai tempi, il suocero di Flora apriva alle sei del mattino proprio per i più piccini: "E così noi abbiamo deciso di mantenere questa volontà che abbiamo sempre condiviso - prosegue -. Magari si dimenticano la gomma, la matita o qualsiasi altro prodotto e quindi ancora oggi noi apriamo mattino presto".
La passione non è mai cambiata, però purtroppo, invece, è cambiato il lavoro: "Ai tempi, anni d'oro, c'eravamo solo noi in zona - prosegue -, mentre da circa quindici anni a questa parte è notevolmente cambiato il tessuto commerciale, a partire dai supermercati che hanno iniziato ad inserire cancelleria nei vari punti vendita e questo ci ha messo in difficoltà. Ad oggi quello che ci fa andare avanti è il reparto scolastico: il problema è che è tutto concentrato nel periodo natalizio e soprattutto verso la fine dell'estate a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, mentre negli altri mesi la situazione non è semplice".
Per non parlare, invece, del commercio online: "Ci ha letteralmente rovinato, perché ormai tutti acquistano così - racconta -. Noi vendevamo, inizialmente, di tutto e non solo cancelleria: tanti libri, ma anche profumi e merceria, perché ai tempi avevamo la licenza per venderli ma che poi non abbiamo seguito, nonostante l'avessimo pagata".
Tempi 'passati', quando ancora un protocollo lo si poteva acquistare con solo dieci lire: "E pensare che mio suocero ne ha venduti tanti così - ricorda Flora -, mentre oggi li dobbiamo vendere necessariamente a blocchetti da dieci a un euro. Sempre ripercorrendo quegli anni, mi ricordo perfettamente quando, a volte, qualche bimbo o bimba si presentava in negozio perché doveva assolutamente comprare un protocollo per le verifiche ma non aveva dietro i soldi ed io glielo regalavo; pensa che tempi, ben diversi da oggi".
Quando un negozio non è solamente un luogo dove poter acquistare, ma diventa un punto di riferimento per due chiacchiere e anche un sito al servizio del quartiere, in particolare per tutte quelle persone anziane che si recano da Flora: "Loro sono quelli che non comprano su internet - afferma -. Tantissime volte mi chiamano o si recano in negozio per chiedermi di potergli ordinare un libro, e così io faccio. Lo prendo, glielo metto da parte nello scaffale con l'apposito foglietto, e quando ricevono la pensione, vengono a ritirarselo. Questo per me vuol dire offrire un servizio alla comunità".
E il futuro? Flora è chiara: "Fra due anni, ormai, andremo in pensione e come ho già detto, fortunatamente i miei figli fanno dell'altro, perché oggi come oggi i negozi non riescono a sopravvivere e i tempi sono radicalmente cambiati - chiarisce -. Onestamente, non so come andrà, ma quello che certamente mi auguro è che qualcuno possa prendere in eredità l'attività così da non lasciare un buco, un vuoto nel quartiere. Tante volte, quando i clienti vengono a sapere che prima o poi chiuderemo, ci chiedono di non farlo e questo mi rattrista, però ammetto che sta diventando veramente sempre più difficile andare avanti nel tempo. Per ora rimaniamo qui, a disposizione di tutti: nonostante quello che ho detto, cerco sempre di mantenere un filo di speranza. E chissà, mai dire mai, magari qualcosa cambierà, speriamo in meglio".