“La città che vogliamo parte da qui, da chi non si è mai arreso. Da chi, come don Giacomo, continua ogni giorno a costruire ponti, non muri”.
Così Silvia Salis, tramite i suoi profili social, racconta la visita al Campus Migrantes di Coronata dove ha incontrato don Giacomo Martino.
La candidata sindaca della colazione progressista è voluta partire proprio dalle parole di don Martino: "Con Silvia abbiamo parlato di tutto. Gestire una Comunità, una Città significa avere il coraggio di cominciare dalle cosiddette fragilità che possono diventare vera risorsa per tutto il tessuto sociale tanto quanto vengono valorizzate nelle diverse peculiarità e sensibilità preziose. Perché un'amministrazione possa arrivare a tutti deve poter vivere la sussidiarietà con le associazioni del territorio restituendo a queste realtà un ruolo paritario nei tavoli di progettazione ed esecuzione d'inserimento sociale dei fragili, dei bimbi, degl'immigrati, poveri ed anziani. Oggi Silvia è venuta per ascoltare e conoscere. Questa umiltà mi ha fatto capire che progettare una città nuova deve prescindere da ogni pregiudizio o sistema istituito. Sono grato per questo incontro personale, amicale e costruttivo senza altri fini se non il desiderio di costruire... insieme!”
Salis ha espresso la sua emozione nel ritrovare Don Giacomo, figura di riferimento fin dalla sua infanzia, e ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto al Campus di Coronata: "Oggi, rivederlo al Campus di Coronata, a Cornigliano, è stato emozionante. Già allora era un punto di riferimento, oggi è l’anima di un progetto che dà senso profondo alle parole accoglienza, integrazione, dignità. In un luogo come questo si lavora ogni giorno con chi è caduto e cerca di rialzarsi, con chi ha perso fiducia e ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto. E lì la politica deve esserci. Non dopo. Prima."
La candidata ha poi rimarcato la sua volontà di impegnarsi affinché tutti abbiano le stesse opportunità: "Per me è stato un promemoria potente: sono stata una bambina fortunata, perché ho incrociato sul mio cammino persone capaci di indicare una strada. E oggi, da adulta, sento la responsabilità di fare in modo che anche altri abbiano quella possibilità."
Salis ha descritto il Campus di Coronata come "un esempio virtuoso di una Genova che già oggi costruisce il domani. Una Genova che non lascia indietro nessuno, che lotta contro le disuguaglianze, anche laddove sono più profonde. L'esempio di un'accoglienza che è integrazione e formazione al lavoro. Quello che l'accoglienza deve essere."