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Politica | 09 aprile 2025, 15:22

Elezioni comunali, intervista alla candidata sindaca del PCL Cinzia Ronzitti: “Genova si liberi dagli interessi dei padroni, la rivoluzione sociale non è lontana”

In corsa per la terza volta, prende le distanze “con rispetto” dall’altro progetto della sinistra radicale e auspica la vittoria di Silvia Salis: “La città ha bisogno di uscire da questa destra”

Cinzia Ronzitti (PCL)

Cinzia Ronzitti (PCL)

Cinzia Ronzitti si ricandida a sindaca di Genova per la terza volta sotto la bandiera del Partito Comunista dei Lavoratori. Lo fa rivendicando continuità con il passato e una posizione netta, senza aperture strategiche. “Non vogliamo uscire dal nostro programma - dice - ci crediamo troppo”.
Il punto di partenza resta lo stesso: una città che, secondo lei, non ha visto miglioramenti: “In otto anni non è cambiato nulla”. E l’obiettivo è sempre quello: “Una Genova antifascista, libera dai padroni”.
Ronzitti parla di povertà, precarietà, giovani senza prospettive. Denuncia “una città diventata uno stato di polizia” e contesta apertamente l’uso della forza pubblica per “zittire il dissenso”.
Prende le distanze anche dall’altro progetto della sinistra radicale rappresentata da Antonella Marras: “Rispetto, ma siamo diversi”. Ribadisce una linea netta sulla politica internazionale: “Vogliamo un’internazionale socialista”.
Nessun tentativo di allargare il consenso e una convinzione che resta al centro di tutto: “La rivoluzione sociale non è lontana”.

Cosa la spinge a scendere in campo per la terza volta?
Quando mi sono presentata nel 2017 e nel 2022 c’erano delle problematiche già importanti in città che in otto anni si sarebbero dovute in parte risolvere, ma nulla è cambiato. Ed eccoci di nuovo in campo. Vorremmo una Genova libera dagli interessi dei padroni e dei loro profitti. Sono i partiti del cemento. Ci sono state solo promesse, Genova ha bisogno di tornare la città dei bei tempi quando le persone trovavano lavoro e casa
Qual è la vostra Genova ideale?
Una città che torni Medaglia d’Oro della Resistenza, antifascista. E noi siamo anche per l’anticapitalismo che è il male dei nostri giorni, parte dai grandi potenti e ne soffrono le classi deboli. Il Comune potrebbe dare lavori socialmente utili, l’unica grande opera è la messa in sicurezza del territorio e lì ci sarebbe da dare tanto lavoro ai disoccupati. Vorremmo anche una Genova che può curarsi e studiare in ospedali e scuole dignitosi. Pensiamo che il lavoro possa dare una vita dignitosa a tutti. In città ci sono trentamila persone in povertà assoluta e non c’è futuro per i giovani. L’Italia manda le persone in pensione sempre più tardi e non dà possibilità ai giovani. Per spazi sociali e una scuola efficiente serve personale, mi vengono in mente gli insegnanti di sostegno che sono pochi e precari
Nelle sue parole ci sono molti punti in comune con la candidata di ‘Sinistra Alternativa’ Antonella Marras. In cosa siete differenti?
Ho massimo rispetto per Antonella Marras e per la sua lista, è una persona pura e trasparente. Io sono da tanti anni sul territorio con il nostro partito, siamo sempre in mezzo alle persone. Siamo diversi in sensibilità politiche, noi abbiamo sempre scelto di presentarci autonomamente. Abbiamo il nostro elettorato, non saremo un grosso partito ma siamo coerenti e trasparenti da sempre. Il nostro nemico non sono loro, ma il capitale, i terminalisti, i padroni che sfruttano e uccidono i lavoratori
E, invece, come vedete la candidatura di Silvia Salis e della coalizione ampia del centrosinistra?
Noi ci troviamo questa città in mano da otto anni al centrodestra perché il centrosinistra ha sbagliato tanto, a livello di gestione sembrano molto simili. Speriamo che Silvia Salis sia una voce diversa, che non si faccia trascinare una volta arrivata al potere che sembra sempre che interessino le poltrone e non i cittadini. Spero che, essendo una giovane donna, possa non ascoltare il partito. Le auguro di vincere, io sono per il mio partito ma la città ha bisogno di uscire da questa destra che l’ha resa uno stato di polizia, succede anche a Genova. Saremo sempre contro queste cose. Che sia una città libera dai celerini che terrorizzano i nostri giovani per zittire il dissenso, non lo zittiranno mai
Avete pensato a un’ipotetica strategia per allargare il vostro consenso anche al di fuori dello zoccolo duro del vostro elettorato tradizionale?
No, ed è una scelta. Siano le persone a darci il merito, se lo abbiamo. Noi non vogliamo uscire dal nostro programma perché ci crediamo molto e pensiamo che la rivoluzione sociale non sia tanto lontana. Se aumenta la povertà dobbiamo dare da mangiare ai nostri figli. E noi saremo pronti a scendere in piazza in prima fila per abbattere questo sistema capitalistico

Pietro Zampedroni


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