Lo scolmatore del Bisagno torna al centro del dibattito cittadino con l’interrogazione presentata dal consigliere comunale Gianni Crivello ha chiesto alla Giunta aggiornamenti puntuali sullo stato dei lavori, i tempi previsti per il completamento e il futuro dell’opera, considerata da tutti strategica per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio.
“Questo è il luogo ideale e ufficiale per fare chiarezza – ha esordito Crivello – e il mio tentativo è sempre legato alla trasparenza nei confronti dei cittadini, che hanno diritto di sapere. In campagna elettorale si è parlato molto dello scolmatore, ma la verità è che questo progetto parte da lontano”.
Il consigliere ha poi ricostruito l’origine dell’intervento: “Lo scolmatore del Fereggiano parte nel 2012 con la presentazione del progetto al governo Monti, che stanziò 25 milioni. A questi si aggiunsero 15 milioni di mutuo del Comune sotto la giunta Doria e altri 5 milioni arrivati da Italia Sicura. Poi nel 2014 due alluvioni colpirono la città: il presidente del Consiglio Matteo Renzi, venuto a Genova, promise i finanziamenti a chi avesse avuto progetti pronti. E così fu”.
Secondo Crivello, è importante ricordare che i lotti successivi dell’opera – compreso lo scolmatore del Bisagno – furono interamente finanziati dal governo Renzi, dalla presidenza regionale Burlando e dalla giunta Doria. “Ho letto di Piciocchi che parla di 200 milioni destinati oggi all’opera. Sì, ma quei soldi arrivano da allora. È giusto ristabilire la verità storica”.
Sull’avanzamento del cantiere, Crivello ha chiesto aggiornamenti anche sul cronoprogramma dello scavo e sui lavori complementari, comprese le manutenzioni future, considerate parte integrante della sostenibilità dell’intervento.
A rispondere è stato l’assessore De Fornari, che ha raccolto i dati anche su richiesta specifica del consigliere:
“La talpa meccanica è attualmente in fase di montaggio, serviranno circa tre mesi. L’inizio effettivo degli scavi è previsto per giugno. Se la macchina andrà a pieno regime, si stima uno scavo di 20 metri al giorno, per un totale di 6 chilometri. I lavori dovrebbero protrarsi per circa un anno, più il tempo necessario per gli interventi in alveo. L’entrata in funzione dell’opera è prevista per l’autunno 2026”.
Crivello ha accolto le informazioni con una certa cautela: “Se davvero l’opera sarà pronta per l’autunno 2026, sarà salutata con spumante e quant’altro. Ma nutro qualche perplessità. Non dimentichiamo che questo progetto parte dal 2014: sono passati 11 anni. La messa in sicurezza del territorio, però, è stata e resterà una priorità per il fronte progressista”.