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Attualità | 06 aprile 2025, 09:30

Gen Z - Il mondo dei giovani - La TV è ancora rilevante? Oggi vince chi sceglie cosa guardare

Da regina indiscussa dell’intrattenimento domestico a strumento per fruire di contenuti in streaming: che ruolo ha la televisione nella vita dei ragazzi?

Gen Z - Il mondo dei giovani - La TV è ancora rilevante? Oggi vince chi sceglie cosa guardare

Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.

Accendiamo la TV e facciamo zapping tra i canali. Programmi di gossip con litigi programmati, reality show fotocopia, talk show che sembrano arene da combattimento. Qualcuno potrebbe chiedersi: è davvero colpa delle nuove generazioni se la TV sta perdendo pubblico? O è la TV stessa a non offrire più contenuti di qualità?

Negli ultimi anni, lo streaming ha cambiato radicalmente il modo in cui consumiamo contenuti. La Gen Z, così come anche le generazioni più adulte, non vuole più sottostare a palinsesti rigidi, interruzioni pubblicitarie continue e contenuti che spesso non rispecchiano più i loro interessi. Netflix, Prime Video, Disney+, ma anche YouTube e Twitch, offrono un'alternativa più flessibile: scegliere cosa guardare, quando guardarlo e su quale dispositivo.

Chi dice che i giovani non guardano più la TV forse dovrebbe chiedersi: cosa offre oggi la televisione? I grandi eventi sportivi, alcuni programmi d’inchiesta e qualche fiction ben realizzata resistono, ma la maggior parte dei palinsesti sembra fossilizzata su format che vanno avanti da anni senza innovarsi davvero. Quanti reality show esistono oggi? Quanti programmi riciclano sempre gli stessi ospiti e le stesse dinamiche?

La televisione, per decenni, è stata la regina indiscussa dell’intrattenimento domestico. Un punto di ritrovo per la famiglia, un’abitudine quotidiana, una finestra aperta sul mondo. C'era un tempo in cui guardare il telegiornale durante la cena o aspettare il film della prima serata tutti insieme sul divano era quasi un rituale. Ma oggi, con l’avvento delle piattaforme di streaming, questo rapporto si è incrinato, soprattutto per la Generazione Z.

Chi appartiene a questa generazione difficilmente accende la TV per seguire la programmazione classica. Netflix, Disney+, Prime Video, YouTube e molte altre piattaforme offrono la possibilità di scegliere cosa guardare, quando e dove. Perché aspettare l’orario di trasmissione di un programma quando puoi avere tutto a portata di mano, senza pubblicità, in qualsiasi momento della giornata? La TV, con la sua rigidità di palinsesto, sembra quasi un’abitudine del passato.

Eppure, la questione non si riduce solo a una differenza di formato. Bisogna anche chiedersi: la televisione attuale è ancora una TV di qualità? I contenuti trasmessi oggi riescono a coinvolgere davvero il pubblico giovane? Se escludiamo alcuni programmi di intrattenimento e talent show, molti format sembrano ripetersi all'infinito o ricadere nella solita formula di talk show urlati e reality che puntano più sulle polemiche che su un reale valore di contenuto.Allo stesso tempo, però, la televisione continua a essere un punto di riferimento per alcune fasce di pubblico. Non tutti hanno voglia di scegliere attivamente cosa guardare: per alcuni la TV è ancora una compagnia, un'abitudine rassicurante. Inoltre, trasmissioni di approfondimento e programmi educativi mantengono una loro utilità, anche se spesso vengono trasmessi in orari scomodi o relegati a canali meno seguiti.

D’altro canto, non bisogna commettere l’errore di credere che la TV sia completamente morta per i giovani. Alcuni contenuti restano ancora rilevanti, come gli eventi sportivi, i festival musicali o le grandi serie che vengono poi commentate online. Ma il modo di fruirli è cambiato: spesso vengono visti in streaming, a spezzoni sui social o attraverso clip e riassunti su YouTube e TikTok.

Un altro aspetto interessante riguarda il cambiamento del consumo televisivo in famiglia. Se prima si guardava tutti insieme lo stesso programma, oggi spesso ognuno sceglie il proprio contenuto preferito da una piattaforma diversa, magari guardandolo sul tablet o sullo smartphone. La TV che un tempo univa la famiglia, oggi è diventata solo uno dei tanti schermi disponibili in casa.

Forse il problema non è solo la concorrenza dello streaming, ma la difficoltà della TV nel trovare un equilibrio tra contenuti di svago e programmi che abbiano davvero qualcosa da offrire. Le persone vogliono ancora la TV per avere un sottofondo mentre si rilassano, per ridere e passare una serata tranquilla, ma al tempo stesso vorrebbero anche trasmissioni che diano spunti utili, che parlino di argomenti interessanti e che offrano nuove prospettive.

Probabilmente, più che accusare la Generazione Z di aver abbandonato la televisione, dovremmo chiederci se sia la televisione ad aver perso la capacità di essere attrattiva per le nuove generazioni. Un’offerta più ampia, più varia e meno ancorata a vecchi schemi potrebbe forse riavvicinare i giovani al piccolo schermo. Oppure, semplicemente, il tempo della TV tradizionale è ormai finito e dobbiamo accettare che il futuro dell’intrattenimento viaggi su altri canali. Invece, quello che vediamo spesso sono politici che litigano in diretta, discussioni che degenerano in urla e scenate degne di una tragedia greca. Questo non è informare, non è intrattenere, è semplicemente diventato un motivo in più per spegnere la TV. La domanda quindi rimane: la televisione saprà evolversi per ritrovare il suo pubblico, o rimarrà un mezzo sempre più marginale?

Martina Colladon

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