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Politica | 05 aprile 2025, 16:51

Elezioni comunali, Andrea Orlando: “La città non è un bottino, ma la piazza di tutti”

L’ex ministro del Lavoro lancia un duro attacco alla gestione locale e nazionale delle crisi economiche e industriali. Difesa del lavoro, partecipazione democratica e contrasto ai poteri forti: “Servono amministrazioni che stiano dalla parte della propria città, non degli interessi nazionali o dei potenti”

Elezioni comunali, Andrea Orlando: “La città non è un bottino, ma la piazza di tutti”

In un intervento carico di tensione civile e politica, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando ha lanciato un appello accorato alla mobilitazione civica, alla responsabilità delle amministrazioni locali e alla difesa del tessuto produttivo ligure. Le sue dichiarazioni, pronunciate durante l’evento genovese con Elly Schlein e Silvia Salis, sono state pubblicate sui social e hanno subito sollevato un vivace dibattito.

“Il mondo è complicato, c'è la paura dei dazi, c'è la paura della guerra, c'è la paura dell'aumento del costo dell'energia, il conto lo pagano le persone più deboli. C'è bisogno di amministrazioni che ascoltino e si facciano carico della difesa del tessuto produttivo del nostro territorio. Se voi guardate nelle grandi crisi di questi giorni, mentre i turchi si comprano Piaggio e gli azeri si comprano l'ex Ilva, c'è sempre un'assenza: la Regione e il Comune, che dicono che va tutto bene quello che fa il Governo, a proposito di civici. La questione fondamentale del civismo è essere sempre dalla parte della propria città piuttosto che di altri interessi e di interessi nazionali". 

"Adesso Bucci ci viene a spiegare che bisogna andare a Roma per battere i pugni sul tavolo, per chiedere di pesare la spesa sanitaria - aggiunge Orlando - mettendoci dentro anche l'età delle persone e non soltanto il numero degli abitanti. Se n'è accorto adesso. Noi stiamo attraversando una fase nella quale difendere il lavoro, difendere l'industria significa difendere la condizione essenziale perché i ragazzi possano restare qua. Io ho fatto la campagna elettorale su questo e sono contento che Silvia Salis abbia ripreso questo tema perché lo considero un tema centrale". 

"Civico significa anche un'altra cosa. Significa anche sfidare i grandi potentati economici che, come abbiamo visto nella vicenda Toti, hanno condizionato la vita democratica della nostra Regione e di questa città. Noi viviamo in un mondo parallelo. Viene raccontata una Liguria, una Genova, una Savona, una Spezia che non esistono. Se si mostrano i dati dell'ISTAT si dice ‘ma no, non sono veri’ e per dirlo si urla. Non è possibile un ragionamento perché non rispondono mai nel merito. Cercano soltanto di delegittimare chiunque sollevi una questione. Nella democrazia che noi vogliamo ogni cittadino ha titolo di chiedere conto a chi governa delle scelte che fa e chi governa non deve scappare dai luoghi dove è chiamato a rendere conto, come ha fatto Bucci sulla questione della diga".

"Vincere a Genova è importante, ma anche far partecipare le persone è importante per consolidare la democrazia oggi. La democrazia è stata conquistata e non è un bene che ci è stato regalato una volta per tutte. Riportare una persona a votare è la condizione essenziale per dimostrare a chi è nemico della democrazia, e ci sono nemici della democrazia che si presentano alle elezioni, che la risposta migliore è quella di partecipare e di far partecipare. La loro idea della democrazia è un'idea di pochi, ricchi, che sono in grado di condizionare le scelte fondamentali - conclude Orlando - utilizzando la città come un corpo da spartirsi. Per noi la città è la piazza di tutti, è la condizione di vita di tutte le persone, è il luogo in cui si realizza l'articolo 3 della Costituzione: l'eguaglianza sostanziale tra tutte le persone. E noi dobbiamo vincere per questo".
 

Redazione


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