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Cronaca | 03 aprile 2025, 08:00

Nada Cella, nuova udienza nel processo sul delitto: si scava nelle testimonianze dell'epoca

Al centro, la telefonata arrivata nello studio di via Marsala la mattina del 6 maggio e il racconto dello zio che, poche settimane prima del dell'omicidio, aveva raccolto le preoccupazioni della ragazza

Nada Cella, nuova udienza nel processo sul delitto: si scava nelle testimonianze dell'epoca

Testimoni dell'accusa: si riparte da qui con il processo sul delitto di Nada Cella, la segretaria dello studio del commercialista Marco Soracco, uccisa il 6 maggio del 1996 in via Marsala a Chiavari, nell'ufficio dove lavorava da 5 anni.
Mistero mai risolto, quello dell'assassinio di Nada, per il quale sono a processo Anna Lucia Cecere, ex insegnante mai comparsa in giudizio accusata di omicidio volontario aggravato, e il titolare di Nada, Soracco, che deve rispondere di favoreggiamento. E' uscita dal processo la madre del professionista, Marisa Bacchioni, che per età e problemi di salute non sarebbe considerata attendibile nelle deposizioni.
Due udienze fa, Soracco aveva risposto in aula fornendo dichiarazioni spontanee e intervenendo sul punto dopo una serie di testimonianze arrivate in aula, che circostanziano il rapporto di frequentazione all'epoca intercorso tra lui e la principale imputata. Rapporto che è il punto centrale di questa prima fase dibattimentale, insieme alla ricostruzione dei testimoni dell'epoca, vicini e conoscenti ma anche inquirenti che per primi indagarono sul delitto.
Sarà questo l'obiettivo delle prossime udienze, recuperare le più importanti testimonianze rimaste a 30 anni di distanza per collocare ogni soggetto dentro o attorno la scena del crimine, l'ufficio di via Marsala, e definire anzitutto chi poteva essere presente subito prima o subito dopo il delitto.
E su questo tema saranno essenziali anche i prossimi teste, avendo già acquisito gli atti un dato importante, legato alle telefonate arrivate in quelli che si considerano i minuti dell'omicidio, tra le 8.50 e le 9.15 del mattino di quel 6 maggio del '96, quando in ufficio arrivarono tre telefonate da parte di una cliente. Alle prime rispose una voce femminile, 'non giovane' come venne definita al tempo, che disse che l'interlocutore aveva sbagliato numero. Alla terza, rispose invece lo stesso Soracco, parlando di un 'malore' e subito dopo di una 'aggressione' ai danni della segretaria.
Versione che contrasta con la chiamata ai soccorsi dell'epoca, nella quale si dichiarò che la necessità di intervento era motivata per un presunto 'malore'.
Chi era nello studio e a chi apparteneva la voce femminile al telefono, che essendo qualificata come 'non giovane' escluderebbe dal novero Cecere? E' una delle domande alle quali si cercherà nel corso delle udienze di dare risposta.
Tra i teste più attesi, c'è anche lo zio di Nada. Che raccolse le preoccupazioni della ragazza, che voleva lasciare il lavoro in studio e aveva fatto cenno ad alcuni giri di denaro dei quali non conosceva l'origine. L'uomo le avrebbe consigliato di licenziarsi e al più presto. Poche settimane dopo, la ragazza venne massacrata in studio, una mattina di maggio da una mano rimasta ignota, con un'arma tutt'ora non identificata. Mentre fino ad oggi tutti i testimoni arrivati in udienza hanno riportato un dato comune: un senso di timore e di omertà generale, intorno al delitto.

Valentina Carosini

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