Mentre la città si divide sulla bontà del progetto dello Skymetro, la nuova metropolitana sopraelevata che interesserà la Val Bisagno, il personale scolastico, gli studenti e l’intero quartiere di Marassi si interrogano sul futuro dell’Istituto Firpo-Buonarroti. Se i piani dell’amministrazione saranno confermati, il tracciato dell’infrastruttura passerà nelle immediate vicinanze dell'attuale sede, rendendo necessario un intervento di riassetto urbanistico: la scuola sarà trasferita, verosimilmente, in un’area compresa tra Corso Sardegna e Via Giacometti, mentre l’edificio abbattuto. Ma, all’interno dell’enorme palazzo che sta ‘intralciando’ la realizzazione dell’opera si trova un Istituto che è custode di anni di eccellenza e impegno, non un semplice oggetto da spostare o demolire per lasciare spazio.
Mentre, tra promesse e rinvii, la rassicurazione è che non verrà demolita una sola pietra finché non sarà completata la nuova sede ultra-moderna, progettata con soluzioni sostenibili e all’avanguardia, non si può fare a meno di chiedersi: mentre si corre verso il futuro, non si rischia di smembrarne l’anima di una scuola che ha da sempre fatto la differenza per studenti, docenti e intera comunità?
L’Istituto Tecnico Turistico 'Edoardo Firpo' è nato nell’anno scolastico 1970/1971 come distaccamento di un istituto milanese, da cui poi si è definitivamente staccato due anni scolastici più tardi. “Ci siamo trasferiti nell’attuale sede di via Canevari 51 nel 1992, quando ancora l’edificio era interamente dedicato all’Istituto Tecnico per il Turismo - spiega Paola Arcelli, collaboratrice vicaria della dirigente scolastica del Firpo-Buonarroti, che qui insegna Scienze motorie dal 1985 -. I geometri, allora, avevano la loro sede storica in via Peschiera. Complice il calo demografico, qualche aula è poi rimasta vuota, e con il pensionamento del nostro preside, la direzione è passata a quello del Michelangelo Buonarroti, e si sono così unite le anime delle due scuole. Successivamente, ci siamo ampliati, inserendo anche il corso che oggi è chiamato ‘Geometri Costruzioni Ambiente e Territorio’. Intorno agli anni 2000, per colmare un vuoto nell’offerta formativa della vallata, è stato introdotto anche il ‘Liceo di Scienze Umane Opzione Economico Sociale’, dando vita all’istituto nella sua forma attuale”.
L’edificio riesce ad accogliere agevolmente studenti provenienti da tutta la città, grazie alla sua vicinanza alla stazione Brignole: “Non siamo un istituto che viene scelto per questioni di vicinanza: abbiamo studenti che provengono anche dal basso Piemonte e dalle riviere di Levante e di Ponente” spiega la dirigente scolastica Annamaria Coniglio. E, a dimostrarlo, sono gli ottocentosessantasei alunni iscritti. Un numero importante, a cui vanno aggiunte le persone che frequentano i corsi serali, circa una quarantina, arrivando a un totale di circa novecento studenti. Ma, nonostante l’incertezza, anche per il prossimo anno scolastico sembra essere rinnovata incondizionatamente la fiducia delle famiglie nei confronti di questa scuola: “Non abbiamo avuto un calo nelle persone interessate a iniziare il loro percorso formativo qui al Firpo-Buonarroti, anzi, con l’attivazione di un nuovo corso di studi il numero sarà destinato anche ad aumentare” precisano.
Che cosa rende, quindi, così attrattivo, agli occhi dei ragazzi e delle ragazze e delle loro famiglie, questo istituto? “Le famiglie riconoscono la scuola come una presenza rassicurante, sia sul piano formativo, sia su quello personale - spiega ancora Arcelli -. La mamma di un nostro ex studente, che si occupa di risorse umane, spesso cerca tra i nostri ragazzi perché sostiene che, oltre alla teoria, qui imparano anche la pratica”. Il Firpo è stato il primo Istituto Turistico della città, ma è riuscito a mantenere il suo livello di eccellenza nel corso degli anni grazie all’ampia offerta formativa e alla professionalità e dedizione del corpo docente: “Nel nostro Istituto, l’ascolto non è rivolto solo agli studenti, ma anche ai docenti - afferma ancora Coniglio -. Il confronto tra colleghi è fondamentale: una persona che arriva con un atteggiamento negativo può trovare un ambiente in cui, pur con opinioni e visioni diverse sulla vita e sull’insegnamento, si rema tutti nella stessa direzione, con un obiettivo comune: il benessere e la crescita dei ragazzi. Questo spesso aiuta a tirare fuori il meglio da ciascuno, perché vedere l’impegno e la partecipazione degli altri docenti diventa una motivazione in più. Nonostante le difficoltà, c’è la soddisfazione di vedere risultati concreti: non tutti rispondono allo stesso modo, ma una risposta c’è sempre. L’istituto offre molte opportunità, come una palestra attrezzata e apprezzata dagli studenti, corsi di recupero, studio assistito e altre attività che vanno oltre il semplice programma didattico. Queste iniziative non solo arricchiscono la formazione degli studenti, ma permettono anche ai docenti di esprimere al meglio le proprie competenze e passioni, rendendo più significativa la loro scelta di insegnare qui”.
“Ho sempre avuto grande rispetto per il personale ausiliario - aggiunge Arcelli -, ma oggi più che mai mi rendo conto di quanto siano fondamentali. Sono i miei occhi all'interno dell’istituto: mi danno sicurezza perché, se qualcosa non va, sono i primi a segnalarlo, non per puntare il dito, ma perché hanno davvero a cuore il benessere dei ragazzi. Conoscono i loro nomi, le loro storie, e se notano qualcosa di insolito o preoccupante, vengono subito a riferirlo. Questo livello di attenzione è prezioso, e non smetterò mai di ringraziarli. È impossibile avere sempre tutto sotto controllo: con trentotto classi da seguire, non si può sapere in ogni momento cosa accade ovunque. Ma sapere che c’è qualcuno pronto a intervenire, a segnalare e a dare una mano è qualcosa di impagabile”.
L’ambiente creato all’interno della scuola fa sì che anche con le famiglie il rapporto sia di proficua collaborazione: “Osservo sempre più spesso come la scuola rappresenti un punto di riferimento importante per le famiglie - continua a raccontare la collaboratrice vicaria -. La figura dell'insegnante diventa non solo un supporto per gli studenti, ma anche un interlocutore prezioso per i genitori, offrendo ascolto e sostegno. Quando si rivolgono a noi, cercano un aiuto, un punto di riferimento per affrontare situazioni che, a volte, non riescono a gestire da sole”. Inevitabilmente, il Covid ha cambiato le carte in tavola: “A scuola si cerca un alleato, ed è raro che le persone entrino in conflitto. Lo dimostra anche il numero di trasferimenti: durante l’anno riceviamo molte più richieste di ingresso che di uscita. Chi cambia scuola, solitamente, lo fa perché si rende conto di aver scelto un indirizzo che non rispecchia le proprie aspettative. Il nostro istituto ha una proposta formativa ben definita, a differenza di altre scuole che offrono un biennio più generalista. Questo fa sì che chi decide di lasciarlo lo faccia per un reale cambio di percorso, mentre chi arriva spesso è alla ricerca di una scuola più adatta alle proprie esigenze”.
In merito alla possibile demolizione dell’edificio e del conseguente trasferimento, in assenza di certezze, la preside e la vicepreside sono convinte di voler attendere il cambiamento prima di giudicarlo: “Quando ci hanno detto che ci avrebbero raggruppati in una sede unica eravamo spaventati, ma alla fine ci abbiamo guadagnato - precisa ancora Arcelli -. Il cambiamento può essere anche positivo, abbiamo acquisito la nostra identità e abbiamo oggi una sede più bella delle precedenti. Non sono in grado di dire cosa succederà, ma sono in grado di dire cosa è successo finora: in qualche modo le famiglie ci riconoscono come una presenza rassicurante per loro, altrimenti non continuerebbero a sceglierci”.
La speranza, per il futuro, è quella di “continuare ad andare avanti come abbiamo fatto fino a oggi” spiegano ancora. E, tra i desideri della dirigenza, quelli di avere una palestra più grande, una mensa, e i fondi per realizzare dei laboratori linguistici, a prescindere dalle decisioni che saranno prese dall’amministrazione. Al di là delle mura che ospitano l’Istituto Firpo-Buonarroti, ciò che davvero conta sono le persone: studenti, docenti, personale scolastico e famiglie, che ogni giorno danno vita a questa comunità. Un edificio può essere demolito, trasferito, ricostruito, ma il vero valore di una scuola risiede nelle relazioni, nell’impegno condiviso e nella capacità di fare la differenza nella crescita dei ragazzi. È questa umanità a rendere l’Istituto un punto di riferimento, indipendentemente dal luogo in cui si troverà in futuro. E finché ci saranno persone pronte a mettersi in gioco, ascoltare e costruire insieme, nessun cambiamento potrà intaccare la sua essenza.