Prosegue oggi, e andrà avanti per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Rolli’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle caratteristiche principali della nostra città, che è valsa anni fa il riconoscimento Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Si tratta del sistema dei Palazzi dei Rolli: edifici che sono vere e proprie perle del centro storico e non solo. Vi accompagneremo dentro con i nostri racconti, ve li faremo scoprire con le fotografie, vi illustreremo aneddoti e curiosità. Sempre per amore di Genova e delle nostre eccellenze. Buon viaggio insieme a noi!
La sua cupola incorona il colle di Carignano facendo da emergenza visiva a un intero quartiere.
Non solo, osservata dalla Marina, la basilica di Santa Maria Assunta mostra tutta la sua bellezza da un punto di vista unico, permettendo di ammirare quello che è un vero e proprio gioiello architettonico rinascimentale, capace di ammaliare artisti ed eruditi di ogni secolo.
La sua storia, il suo prestigio artistico e la committenza della famiglia Sauli la inseriscono perfettamente nel contesto della Genova dei Rolli, pur non essendo un palazzo direttamente destinato all’ospitalità di stato.
La Basilica nasce per volere della potente famiglia Sauli, una delle più influenti della Repubblica di Genova. A volere la costruzione, dove si trovava probabilmente una cappella intitolata a San Sebastiano, Bandielli Sauli nel 1481.
Bandinelli aveva predisposto un fondo al Banco di San Giorgio per la realizzazione dell’edificio ma le sue volontà vennero eseguite solo nel 1552, anno in cui si raggiunse la cifra necessaria.
Il progetto venne affidato a Galeazzo Alessi, architetto perugino tra i più importanti all’epoca, capace di creare un linguaggio architettonico in cui spiccava il classicismo rinascimentale romano e in cui facevano capolino le idee bramantesche.
Il risultato fu un edificio maestoso a pianta centrale, con quattro campanili e una cupola imponente che domina lo skyline cittadino.
La collocazione della Basilica in una zona allora decentrata della città, su un’altura che le permette di dialogare con il paesaggio urbano e marittimo, ha fatto sì che assumesse quasi il carattere di una residenza patrizia.
Questo la rende un’architettura particolare, a metà tra un luogo di culto e un simbolo di prestigio familiare.
Con la sua realizzazione, infatti, i Sauli vollero estendere il proprio prestigio arrivando all'ambito religioso e facendo di questa basilica una vera e propria chiesa gentilizia.
In questo senso, la Basilica di Carignano si inserisce nella stessa logica di affermazione sociale e politica che caratterizzava i palazzi dei Rolli.
Come spesso accade, la chiesa un è uno straordinario contenitore di opere d’arte che conserva sculture di Pierre Puget, Filippo Parodi e pitture di Guercino e Carlo Maratta.
La magnificenza artistica della Basilica riflette la stessa opulenza e la stessa attenzione al mecenatismo che si ritrovano nei palazzi dei Rolli. La chiesa diventa così un altro strumento con cui l’aristocrazia genovese esprimeva il proprio potere e la propria raffinatezza culturale.
Una piccola curiosità.
Il cantiere per la costruzione della chiesa durò quasi sessant’anni e la costruzione venne completata solamente nel 1612 quando fu completata anche la laterà della cupola.
A metà Ottocento, poi, il progetto Alessiano venne completato dall’architetto Carlo Barabino che realizzò le scalinate d’accesso. Tutto questo diede origine a un modo di dire genovese: "“A l’è comme a Fabrica de Caignan”.