La chiesa di San Donato è talmente gremita al punto che il parroco, don Carlo Parodi, con i suoi modi asciutti, quasi si scusa: “Posti in più non ce ne sono, state in piedi. Farete penitenza…”: e così, anche il sagrato davanti alla maestosa facciata di San Donato, nel centro storico di Genova, si riempie e resta tale, fino a fine funzione, con diverse centinaia di persone, stamani, riunitesi per porgere l’ultimo saluto a Sergio Noberini, il curatore d’arte e massimo conoscitore dell’opera del commediografo e scenografo genovese Emanuele Luzzati che fu promotore e curatore di “Casa Luzzati” a Palazzo Ducale.
“Sergio è stato una persona di accoglienza – ha detto durante l’omelia il parroco - E anche noi possiamo essere come lui, possiamo essere delle persone umane, veramente umane. E persone cristiane”.
Al termine della funzione, la parola è passata agli amici di una vita che ne hanno tracciato un commosso ricordo. L’ultima a parlare è stata Caterina, una giovane donna: “Ho imparato presto che la fiducia è concessa con cautela, che il vero aiuto è raro, che le porte si chiudono più spesso di quanto di non si aprano – ha detto - Poche persone hanno creduto in me senza chiedere qualcosa in cambio e poche mi hanno accolta senza aspettative. Ma Sergio no, Sergio era diverso. Non pesava il suo tempo, non tratteneva il suo affetto, non si domandava se qualcuno meritasse la sua attenzione. Lui c’era, con discrezione, con naturalezza, con una generosità che non aveva bisogno di essere dichiarata”.
E ancora: “Quando qualcuno ti accoglie senza riserve, impari a fare lo stesso con te stessa e con gli altri. Sergio aveva un dono raro: sapeva vedere le persone, oltre i ruoli, oltre le etichette. Sapeva riconoscere il valore delle persone, anche quando loro stesse non riuscivano a vederlo”. Parole accorate, accolte da un caloroso applauso che ha riempito gli antichi colonnati di San Donato.
Alla cerimonia erano presenti molti giovani accanto a rappresentati del terzo settore, della politica locale, dei vertici di Palazzo Ducale.
Il feretro è stato trasferito da personale di A.Se.F del Comune di Genova a Sesta Godano, dove è stata organizzata una seconda cerimonia funebre nel primo pomeriggio seguita dalla tumulazione nella cappella di famiglia.