Il problema dell'integrazione delle manovalanze operaie di Fincantieri, l'indebolimento del tessuto commerciali e la riacutizzazione della microcriminalità: questi sono stati alcuni temi che affrontati oggi pomeriggio a Sestri Ponente, presso i locali della ex Manifattura Tabacchi, durante l'incontro "La sicurezza urbana: un valore sociale su cui investire per combattere il degrado urbano" promosso dall'associazione 'ControVento'.
Un incontro molto partecipato da parte della comunità che ha preso parte attiva durante l'evento alla presenza anche della candidata del centrosinistra Silvia Salis, oltre al presidente dell'associazione Giovanni Lunardon, il Segretario Generale Provinciale SIAP di Genova Roberto Traverso, il presidente del comitato 'Via Sestri e Dintorni' Nicholas Oppedisano, le consigliere del Municipio Medio-Ponente Sara Tassara (lista RossoVerde) e Elisa Somaglia (Partito Democratico).
Grande emozione per Silvia Salis durante il suo intervento perché, come afferma fin da subito "il nonno di mio marito è stato il direttore della Manifattura Tabacchi, l'ingegnere Di Pasquale. Mia suocera e i suoi fratelli sono laureati qua a Genova e hanno vissuto per tanti anni in Piazza Oriani e quindi questo è certamente un momento per me emozionante, ripensando a questa coincidenza della mia vita. Prima ho chiamato proprio mia suocera e le ho detto che avrei fatto qua un convegno ed era molto orgogliosa e commossa nel ricordare i suoi anni trascorsi a Genova per lei sono agli anni più felici della sua vita".
Successivamente, entrando nel merito dell'evento, Salis afferma che la sicurezza "è un tema che va inteso in modo ampio, nel senso che la sicurezza passa dalla creazione e al sostegno dei presidi sociali, alla valorizzazione del territorio e dei municipi, passa dall'illuminazione corretta (e lo dico anche da donna) che possa dare sicurezza nel girare nelle strade e poi ovviamente passa anche a tutti i temi più forti legati alla sicurezza".
Una sicurezza che per la candidata "non si può tradurre in repressione e militarizzazione, ma ci dev'essere uno sforzo nel gestire la sicurezza che ovviamente è più impegnativo e richiede una visione più a lungo termine, come la creazione dei presidi sociali e di una socialità che faccia sì che il tema della sicurezza sia affrontato per i cittadini e dai cittadini partendo dal territorio e quindi da un dialogo col territorio, da un'esaltazione di quelle che sono la forza e l'impegno delle persone nella vita di tutti i giorni senza, appunto, abbinare la sicurezza proprio a un tema di militarizzazione".
"Io penso che le persone - continua Salis - hanno bisogno di questo, di sentirsi sicure in tutti i Municipi, in tutti i quartieri di Genova, di vedere che esistono delle realtà e dei presidi sociali che controllano in senso positivo il territorio e che quindi gestiscano i vari sentimenti e i vari stili di vita in un territorio e in una socialità che sia inclusiva e che permetta a tutti di sentirsi al sicuro. Sul tema della sicurezza, la sinistra ha fatto degli sbagli e se l'è fatto prendere dalla destra, ma non è un suo tema: dobbiamo tornare a parlare del tema sicurezza e riprenderlo nostro. Città sicura non vuol dire militarizzazione, repressione o calare ordinanze dall'alto come vediamo fare dagli altri. Dobbiamo ripartire da un' attenzione al territorio, abbattere le disuguaglianze. Questo concetto di sicurezza è molto più complesso, è molto più lungo, ti fa fare meno e titoli sui giornali, ma noi non possiamo accettare che Genova sia tra le prime, forse la prima città per spesa in sicurezza e sia in fondo alla classifica della città come sicurezza reale“.
Poi la riflessione sul tema dei tanti lavoratori stranieri presenti in Fincantieri, virando di conseguenza su un aspetto più legato alla convivenza che alla sicurezza in sé: "E' chiaro che il tema dell'inclusione e lo sforzo di garantire un'inclusione partecipata da tutti è il grande tema del presente e del futuro, ma non solo della nostra città, ma anche del nostro Paese - chiarisce -. Dobbiamo pretendere che ci siano gli strumenti per creare inclusione, dobbiamo pretendere che questi strumenti vengano utilizzati, ed è proprio il Comune che ha il compito importantissimo di crearli e metterli a disposizione, a partire dallo strumento principale della la democrazia e la partecipazione che è la conoscenza della lingua".
Per quanto concerne, invece, le affermazioni dell'assessore comunale di Genova Marta Brusoni riguardo l'uso della ‘schwa’ e dell’asterisco che sono in "contrasto e un atto di violenza ai danni della lingua italiana", Salis afferma che "la destra è molto chiara nel suo orientamento sul tema dei diritti e dell'inclusione. Credo di non doverne né commentare né marcare la differenza, perché penso che nel campo progressista questo sia un non tema, nel senso che l'inclusione è garantita e soprattutto non può diventare quello dei diritti un tema di speculazione politica, è un tema di civiltà".
Affrontato anche il tema del ribaltamento a mare di Fincantieri, che da diversi mesi sta causando non poche difficoltà ai residenti che sovente hanno denunciato una situazione complicata a causa delle vibrazioni: "Le infrastrutture sono necessarie ed il ribaltamento a mare è un'infrastruttura importante e necessaria - afferma subito -. Quello che serve, però, è una partecipazione nel processo che porta alla creazione, alla costruzione delle grandi infrastrutture: è chiaro che i disagi ci sono comunque, ma se la cittadinanza, se chi è colpito partecipa a un processo che prepari al tipo di disagi che devono affrontare, penso che i genovesi non si sono mai tirati indietro di fronte a quelle che sono le richieste di sviluppo della città. Siamo una città di persone che hanno sempre lavorato tantissimo, che capiscono che sia importante sviluppare il lavoro, ma bisogna anzitutto capire che alle persone non possono iniziare a vibrare i vetri da un giorno all'altro senza che nessuno le prepari. Quindi sì alle infrastrutture, sì alle infrastrutture necessarie, ma bisogna ascoltare e soprattutto preparare i cittadini e le cittadine a farli partecipare a quelle che sono le conseguenze di una grande infrastruttura seppur portatrice di sviluppo".
Un punto anche sull'eccessiva cantierizzazione della città che in questi anni ha sempre preso più campo: "Io credo che anche in questo servano dei percorsi partecipati - chiarisce -, perché è difficile svegliarsi un giorno e trovarsi un cantiere sotto casa che complica improvvisamente e magari pe diversi anni la vita. Innanzitutto, quindi, c'è una grande preoccupazione sui dati perché ogni progetto che stiamo vedendo in questi anni sta accumulando dei dati di anni e anni e questo chiaramente preoccupa per le condizioni di vita. Io penso che alla base di tutto ci sia un senso di socialità, un senso di rispetto delle cittadine e cittadine che deve riemergere, seppur nel rispetto di uno sviluppo che ci deve essere. Io credo che i comitati chiedano questo, di essere ascoltati e di partecipare a quelle che saranno le opere di sviluppo di questa città".
“Non mi faccio dettare l’agenda dalla destra – ha poi concluso durante l'intervento Salis –, non mi faccio dire quali sono gli argomenti del quale possiamo o non possiamo parlare, la sicurezza è uno di quegli argomenti che non ci riprendiamo. Ma la cosa che credo e che posso dirvi con certezza è che ogni volta che prenderemo una decisione sarà per tanti, per tante e non per i pochi e le poche, questo sarà quello che ci animerà nel nostro mandato e penso che questa vicinanza tra la macchina comunale e le genovesi e i genovesi è quello che è mancato in questi anni e quello sul quale perderanno le elezioni“.
La scelta di organizzare questo evento a Sestri Ponente nasce perché "ci sono diversi fattori concomitanti che agiscono poi anche su questo tema perché stiamo parlando di grandi trasformazioni economiche" afferma il presidente dell'associazione Giovanni Lunardon: "Ad esempio, penso al ribaltamento a mare di Fincantieri che è la cosa più macroscopica che sta succedendo - afferma -. Naturalmente, c'è anche un problema di integrazione delle manovalanze operaie del cantiere che è diventato però, in qualche forma, un tema da affrontare e non più rinviabile. Poi, come tema ormai di lunga data, l'indebolimento del tessuto commerciale, vediamo la chiusura di Bagnara come ultimo elemento ma non è certamente il primo. E ancora: c'è una riacutizzazione di fenomeni legati alla microcriminalità, ma dietro la microcriminalità spesso si stende l'ombra della macrocriminalità".
Durante questi anni il tema è stato affrontato dall'amministrazione comunale "soprattutto con lo strumento dell'ordinanza, ovvero calando un po' dall'alto strumenti di questa natura - chiarisce -. Per noi, la via maestra è quella dei patti sulla sicurezza e al di là delle formule sono strumenti che integrano politiche diverse, nel senso che tengono insieme ordine pubblico e integrazione sociale, ma soprattutto sono strumenti che coinvolgono la realtà locale, in particolare la realtà associativa locale. Questa, diciamo, è un po' la nostra impostazione ed è il modello di sicurezza di cui vorremmo discutere sostanzialmente in un territorio che sta diventando caldo da questo punto di vista".
"I pattuglioni nel centro storico, grande operazione mediatica che, però, non ha provocato effetti: ha risolto il problema della sicurezza? Assolutamente no, è rimasto invariato - afferma Lunardon riferendosi alle decisioni prese in tema dalla maggioranza attuale -. C'è un problema di intelligence e qui rimaniamo dentro gli strumenti legati all'ordine pubblico, ma poi c'è il problema di attivare politiche più ampie, che sono politiche urbanistiche, politiche di programmazione del territorio, politiche sociali e politiche di inclusione sociale, che comportano il coinvolgimento del territorio".
Stiamo andando verso "la strada giusta", afferma Roberto Traverso, Segretario Generale Provinciale SIAP di Genova: "la nostra città non può essere paragonata alla situazione di metropoli più complicate. Introdurre i Patti per la sicurezza introdotta dal decreto Minniti: una condivisione sul territorio prima di calare le misure sui territori. Tutte cose che questa amministrazione non ha voluto fare. E va combattuta la criminalità organizzata che si alimenta del tessuto urbano degradato. Per vivere tranquilli, bisogna creare dei percorsi e mettersi insieme: su questo, l'amministrazione fugge da questi argomenti. Dobbiamo dare a Genova quello che si merita, e dobbiamo cercare di modulare i problemi sulla nostra città".
"Che la sicurezza a Sestri sia stato un argomento molto trascurato da questa amministrazione è un dato di fatto. Abbiamo visto nelle ultime settimane uno spiegamento di forze dell’ordine fuori dal comune: è chiaro che la campagna elettorale incombe", afferma la consigliera lista RossoVerde del Municipio Medio Ponente Sara Tassara.
"Quello che a noi interessa è una visione più ampia, strutturata e a lungo termine. Rivitalizzare il tessuto culturale, commerciale, educativo e sociale: solo cosi si può pensare di arginare là criminalità sui territori. Bene le forze dell’ordine, bene gli interventi massicci, che però fanno molta scena, lasciando il problema immutato se non si interviene in maniera più profonda coinvolgendo gli attori attivi sul territorio. Mi auguro anche che l’amministrazione comunale inizi ad affrontare seriamente le problematiche delle infiltrazioni mafiose, Che hanno ricadute enormi sui territori con fenomeni di microcriminalità diffusa”, conclude.
Il problema della sicurezza urbana nel Municipio Medio Ponente, secondo Elisa Somaglia, consigliera municipale del Partito Democratico "deve essere affrontato in modo efficace e definitivo, senza ricorrere esclusivamente a misure repressive. E’ necessario un approccio più integrato e sostenibile che deve concentrarsi sulla riqualificazione urbana e sul ripensamento organico del quartiere, mirando a creare un ambiente più sicuro e più vivibile per tutti i residenti".
In primo luogo è necessario "partire proprio da un nuovo PUC e un Piano del Commercio che tenga conto delle criticità del quartiere. Non abbiamo bisogno solo dei 'rendering', il quartiere deve essere riprogettato in maniera integrata con una progettazione dello spazio pubblico più illuminato, più aperto e visibile e che disincentivi comportamenti antisociali per ridurre la criminalità. Anche una buona distribuzione delle attività commerciali di prossimità favorisce la presenza costante sul territorio e rafforza il senso di comunità", afferma.