Basilica della Santissima Annunziata del Vastato gremita per la solenne liturgia eucaristica di questa sera in occasione del cinquantasettesimo anniversario della fondazione della Comunità di Sant’Egidio.
La celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo di Genova, Marco Tasca, ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e militari, accanto a volontari, amici e persone che da anni condividono il cammino di solidarietà della Comunità.
Nata a Roma nel 1968 per iniziativa di Andrea Riccardi, la Comunità di Sant’Egidio si è radicata nel tessuto genovese portando avanti il suo impegno a fianco dei più poveri: dagli anziani soli ai senza dimora, dai migranti ai bambini delle periferie, affiancati attraverso progetti educativi e assistenziali come le Scuole della Pace e il programma Viva gli Anziani.
Durante l’omelia, l’Arcivescovo Marco Tasca ha invitato tutti a riflettere sul valore delle parole e sulla loro capacità di costruire o distruggere, citando una recente lettera di Papa Francesco: "Le parole non sono mai soltanto parole. Possono unire o dividere, servire la verità o manipolarla. Per questo, il Papa ci invita a disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la terra”.
Tasca ha poi legato questo concetto alla missione di Sant’Egidio, sottolineando il valore della preghiera come strumento di pace e il bisogno urgente di soluzioni concrete per le guerre in corso, in particolare in Ucraina e in Terra Santa.
A salutare i presenti è intervenuto anche Andrea Chiappori, responsabile della Comunità di Sant’Egidio a Genova, che ha espresso gratitudine per la presenza delle istituzioni e della cittadinanza, sottolineando il valore del servizio svolto quotidianamente: “La comunità nata a Roma è figlia della Chiesa di Roma. Anche a Genova e nelle altre città dove è presente, ha maturato lo spirito di apertura universale che è proprio della speranza. Il popolo d Sant’Egidio parla di speranza, del non rinunciare a dare speranza e a vivere di speranza per tante si trazione di solitudine, di povertà e di abbandono che incontriamo nel nostro cammino quotidiano”.
“Siamo consapevoli - continua Chiappori - che solo con la forza dell’amicizia e del sostegno di tutti noi potremo essere all’altezza di questo compito di portare speranza. In questi anni abbiamo sempre cercato, in ascolto della Parola di Dio, di non coltivare visioni semplicistiche o ideologiche della vita e delle vicende storiche, Abbiamo cercato di essere liberi dal guardare la situazione in modo contrapposto e a restare estranei a quella cultura del diverso che si va diffondendo sempre di più”.
Chiappori ha anche ricordato come, in questi anni, la Comunità abbia cercato di mantenere uno sguardo libero, evitando letture ideologiche della realtà e opponendosi alla "cultura dello scarto", favorendo invece relazioni umane autentiche, capaci di trasformare la società dal basso.
Presenti alla celebrazione eucaristica anche il vicesindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e la candidata alle elezioni comunali Silvia Salis.
Piciocchi ha espresso il riconoscimento dell’amministrazione comunale per l’opera della Comunità nella città: "Il Presidente della Repubblica, parlando ai sindaci italiani, ha detto che il loro lavoro è fatto di prossimità. E non c’è nulla di più vicino a questo concetto di quanto fa Sant’Egidio per Genova. L’impegno nelle Scuole della Pace, il sostegno agli anziani soli con il progetto Viva gli Anziani, la lotta alla povertà e alla solitudine: tutto questo rende la nostra città migliore. Sostenervi significa sostenere Genova”.
Il facente funzioni sindaco ha poi ricordato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e terzo settore per affrontare le sfide sociali, ribadendo la disponibilità del Comune a lavorare fianco a fianco con la Comunità di Sant’Egidio.
“La solidarietà a Genova è l'infrastruttura più grande e potente che abbiamo”, ha detto la candidata sindaca Silvia Salis. “Con la sua rete di solidarietà e attenzione agli ultimi è una presenza importante in una città come Genova dove la povertà cresce e aumentano le persone che chiedono aiuto, che sempre più spesso sono persone che hanno un lavoro con un salario che non è sufficiente a provvedere ai bisogni primari. Ogni occasione di confronto con Sant'Egidio è un momento prezioso: incontrare chi si impegna in prima persona dedicando il proprio tempo agli altri, ascoltarli. La solidarietà a Genova è l'infrastruttura più grande e potente che abbiamo. E anche da qui dobbiamo ripartire”.