Uccisero il padre a martellate, ridotta la pena per Alessio e Simone Scalamandré

Riduzione di pena per Alessio e Simone Scalamandrè, accusati dell'omicidio del padre, Pasquale Scalamandrè, avvenuto il 10 agosto 2020 nella loro abitazione di San Biagio, a seguito di un litigio. La Corte d'Appello di Milano ha condannato Alessio, il fratello maggiore, a 12 anni di reclusione, mentre Simone ha ricevuto una pena di 6 anni e due mesi. Il caso è giunto alla fase finale dopo che la Cassazione aveva annullato la sentenza precedente, ordinando un nuovo processo d'appello, che ha portato alla riduzione delle pene. Inizialmente, Alessio era stato condannato a 21 anni di carcere e Simone a 14.

L'avvocato di Alessio, Luca Rinaldi, ha espresso soddisfazione per la decisione, dichiarando all'Adnkronos: "Finalmente è stato riconosciuto il contesto in cui si sono verificati i fatti". Il legale sta valutando la possibilità di fare un ulteriore ricorso per permettere ad Alessio di scontare il resto della pena ai domiciliari. Simone è assistito dagli avvocati Riccardo Lamonaca e Nadia Calafato.

Il padre dei due ragazzi era sotto indagine per maltrattamenti nei confronti della madre, e il giorno dell'omicidio si era recato a casa dei figli per chiedere ad Alessio di ritirare le accuse. La discussione è degenerata, e i figli hanno aggredito il padre con un mattarello. In primo grado, entrambi erano stati condannati: Alessio a 21 anni di carcere e Simone a 14. Successivamente, in appello, Simone era stato assolto, ma il sostituto procuratore generale Cristina Camaiori aveva ritenuto che le motivazioni dei giudici di secondo grado fossero insufficienti e in parte contraddittorie. L'assoluzione era stata annullata dalla Cassazione, che aveva disposto un nuovo processo in Corte d'Assise, a Milano, dove Alessio aveva visto confermata la condanna a 21 anni, mentre Simone era stato condannato a 14.